☘ PRINCIPIUM ☘

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21.

<<Portami con te per sempre>>

Mi svegliai con una strana sensazione quella mattina. Mi attanagliava il petto, lo rendeva pesante. Come se un grosso macigno mi fosse precipitato di sopra. Ma diedi la colpa alla notte insonne che passai. Non succedeva da tanto eppure quel sogno o meglio quell'incubo su di te era tornato, tingendosi ancor più di tinte macabre e quando mi svegliai di soprassalto, non riuscii più a prendere sonno, talmente tanta era l'agitazione che provavo. Volevo correre in chiesa e vedere se stessi bene ma mi sembrò inopportuno presentarmi a quell'ora e disturbarvi. Così rimasi a letto e cercai di auto convincermi che andasse tutto bene. E ad oggi ancora mi chiedo il perché non avessi voluto dare ascolto al mio "io" interiore. 

Poi, con il sole divenuto ormai alto, mi preparai per andare a lavoro, fremevo dalla voglia di vederti, avrei voluto baciarti, stringerti tra le mie braccia. Mi stoppai quando aperta la porta della locanda, tre signore anziane, sedute davanti il portone di casa, attirarono la mia attenzione. Così mi misi in ascolto, sarà stato da maleducati eppure mi si chiarirono tante cose Jungkook «Povero Padre, il signore gli ha voluto affibbiare una missione ardua»

«Hai ragione, è una brava persona, peccato che tra tutti i ragazzi in orfanotrofio abbia scelto proprio lui, è un figlio così problematico»                                                                                                                  

«Le udite ancora le preghiere la notte?»                                                                                                                

«Non tante come prima, due volte alla settimana più o meno»                                                            

«Purtroppo il demonio va estirpato»                                                                                                                            

«È una cosa necessaria»

Sentii di nuovo parlare del demonio e corrugai la fronte confuso. Non capivo minimamente il perché tutti lo nominassero ed io necessitavo di quelle risposte, così uscii allo scoperto e cordialmente mi avvicinai. Stavano lavorando la maglia ai ferri «Scusate signore, se posso chiedere, vi riferite a Padre Lee e suo figlio Jungkook?» misi su il miglior sorriso che possedessi e loro ricambiarono con sorpresa in volto «Tu sei il restauratore Kim, giusto?» feci un piccolo cenno col capo «Sì, signore, piacere» una di loro mi sfiorò il braccio «Oh che bel ragazzo»

Legai le mani dietro la schiena ed aspettai che parlassero eppure subito dopo capii che in fondo, io, quelle cose, le sapevo già, ero stato solo fin troppo cieco nel non capacitarmene prima, avrei potuto evitare tutto «Devi sapere che in paese si vocifera che il figliuolo è afflitto da una grave malattia, da un profondo dissidio interiore, spirituale. Quel buon cuore di suo padre sta cercando da più di due anni di guarirlo» buon cuore, certo. Come poteva un padre ridurre un figlio in quello stato? «E funziona, che voi sappiate?»

Alzai un sopracciglio scettico quando le vidi sospirare «Non so cosa risponderti ragazzo. Il maligno si è ancorato fortemente nel suo animo. Continuerà ad esorcizzarlo finché ve ne sarà bisogno» mi si bloccò il respiro, ti aveva esorcizzato. E per cosa poi? Per il semplice fatto che ti piacessero i maschi. Un forte disgusto crebbe in me quando aggiunse «Ma non preoccupatevi, anche se si sentono le urla il ragazzo sta bene, forse meglio di noi! Sono i demoni che gridano per non farsi estirpare» rimasi senza parole e neanche volli continuare quella conversazione, solamente incominciai a dirigermi verso la chiesa, volevo vederti e non me ne fregò niente in quel momento del mio lavoro, perché poteva anche restare per sempre a metà. La priorità era caricarti sulle mie spalle e sfrecciare a Seoul, poi in qualche modo avremmo fatto.

 «Dio farà il suo corso»                                                                                                                                           

«Affidiamoci al signore»                                                                                                                                            

«Solo lui potrà liberarlo»

E lì, in quel preciso istante, vidi il mondo incominciare a sgretolarsi «Padre! Padre Lee!! Vostro figlio!» un uomo sulla cinquantina stava venendo nella mia direzione e gridava a pieni polmoni, con quell'aria che gli era rimasta per la corsa fatta. Non ci pensai due volte ad intercettarlo «Cosa? Cosa è successo a Jungkook?» lui mi ignorò in un primo momento «Devo parlare con il pastore prima, scusate» ma figuriamoci a tuo padre quanto potesse veramente importare di te, forse mi comportai da egoista ma volevo saperlo prima io, perché mi sentivo male ed i brividi lungo la schiena non presagivano niente di buono «Ho detto di dirmi cosa è successo!!» 

Lui boccheggiò per un attimo e poi tirò un lungo sospiro «È- Lui è morto»

«Cosa?» La notizia della tua morte mi spogliò della vita. Mi si ghiacciò l'anima. Mi si mozzò il respiro. Non seppi più cosa significasse ragionare razionalmente. Una voragine, un buco nero si era formato nel mio petto. Così privo di tutto che neanche le lacrime mi fecero compagnia e non sentii le mani che affondarono tra i miei capelli tirandoli ed i miei denti digrignare, ma solo dolore, ed un bruciore nel petto incredibile. Fece più male del previsto. Sempre se una cosa del genere potesse essere prevista. Ero stato veramente così cieco?

«Lo ha ritrovato un pescatore poco fa, è annegato nel lago» che diamine avevi combinato Kook? «No no no no, non è possibile, vi state sbagliando. Ditemi che è tutto un errore, è uno scherzo, uno stupido scherzo» eppure quell'uomo abbassò la testa non sapendo che altro aggiungere «Mi dispiace»

«Dannazione!!» corsi a per di fiato verso il laghetto speranza, che nome del cazzo pensai. Ci eri appena morto in quelle acque ed ancora non me ne capacitavo «Dov'è? Dov'è lui??» vi era un piccolo raduno di gente attorno al tuo corpo, vidi solo le ciocche dei tuoi capelli sparse a terra. Eri ancora per metà immerso in acqua. Non ebbero neanche la decenza di sistemarti all'asciutto. Ti guardavano. Ma che diavolo si guardavano? Era tutta colpa loro se eri in quello stato e neanche in quel momento ebbero un misero rimorso di coscienza.

Presi un respiro profondo, il più lungo di sempre e l'immagine che mi si presentò davanti, mi riappare in sogno ogni notte anche adesso, come un incubo perenne. Caddi sulle ginocchia mentre le lacrime presero a scendere, non riuscivo nemmeno ad allungare una mano ed accarezzarti il viso. Eri lì disteso con le labbra leggermente dischiuse e sentii il mio cuore andare a pezzi quando vidi che al collo portavi ancora la collana che ti regalai la sera precedente. Scoppiai a piangere e ti tirai tra le mie braccia, con la vana speranza che potessi risvegliarti in qualche modo «Kook! Kook, ti prego!» ti tenni stretto al mio petto mentre tutti guardavano allibiti e disgustati. Avrei voluto gridargli contro le peggio cose ma la gola era stretta in una morsa e la mente talmente tanto in subbuglio che non sarei riuscito neanche a guardarli «No, che diavolo hai fatto...sei uno stupido» ti cullai come se fossi un bambino, come se potessi rendere meno straziante quel dolore «Dovevi fidarti di me, dovevi aggrapparti a me. Perché non mi hai parlato? Perché non mi hai cercato? Solo, perché?»

Angolo autrice

Ho pensato fosse meglio levarsi questo dente doloroso subito. Non odiatemi ma era una cosa necessaria al fine di far passare un messaggio a fine storia. ILY-Ely

𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora