24.
Era diventato persino difficile dormire ormai. Lo facevo solo dopo lunghe sessioni di pianto e poi lo sconforto ed il dolore avevano la meglio. La mente mi andava in blackout e non potevo farci niente. Ma poi mi risvegliavo e mi ritrovavo nella stessa situazione, se non peggio. Anche quella sera, mi trovavo rannicchiato sul letto, con le ginocchia tirate al petto. L'unica fonte d'illuminazione presente erano i raggi lunari entranti dalla finestra. Percorsi tutta la loro lunghezza con lo sguardo e poi dovetti chiuderlo per cercare di non versare più lacrime. Ne avevo abbastanza, gli occhi mi bruciavano, rossi d'infiammazione ed irritazione, circondati dal viola delle occhiaie.
Mi alzai, solo per andare alla finestra. La aprii e rivolsi il mio sguardo alla luna piena, era bellissima «Quella notte splendevi alta nel cielo» mi sedetti sul davanzale e non mi preoccupai dell'altezza, se fossi caduto di sotto? Un problema in meno. Forse avrei smesso di soffrire e ti avrei raggiunto ovunque tu fossi «Spero che tu gli sia stata accanto» così come le stelle circondavano lei «Non lo hai lasciato solo, vero?»
Cercavo di consolarmi con quel pensiero e più continuavo a fissarla ad osservarla, più una sorta di attrazione sbocciava in me. Era come se fosse un tramite, la via per comunicare con te «Sono sicuro che ti abbia riservato un ultimo sguardo prima di- insomma, aveva un debole per te» mi leccai le labbra ormai secche e screpolate, non ricordavo neanche quando fosse stata l'ultima volta che presi tra le mani un bicchiere d'acqua, figuriamoci del mangiare.
«Non sto veramente parlando con una palla di roccia, guarda tu come mi sono ridotto» la mia mano scivolò lungo il mio viso, me ne stavo rendendo perfettamente conto da solo di poter sembrare un pazzo agli occhi altrui. Eppure a me quelle cose consolavano. I vicini mi avevano additato come il pazzo del palazzo. Cosa potevo farci? Niente e sinceramente non me ne fregava poi molto.
«Dai Kook, è stato proprio un colpo basso» ultimamente capitava spesso di rivolgermi direttamente a te, che poi se fossi realmente lì con me e quindi che potessi ascoltarmi o meno poco importava. Sapevo solo, che era un buon metodo quello per liberarmi «Tanto sono convinto che puoi sentirmi» sì ne ero fortemente convinto, vicino o lontano la mia voce ti sarebbe arrivata sicuro. "Ti guarderò le spalle" me lo avevi detto, dovevi mantenere la promessa ad ogni costo. Però io ero arrabbiato con te, arrabbiatissimo «E sai che ti dico? Sei uno stronzo, uno stronzo in piena regola» mi alzai in piedi e legai le braccia al petto, guardando in giro per la stanza, come se potessi vederti «Mi sei riuscito a stupire fino all'ultimo» sentii gli occhi inumidirsi nuovamente. Ma che diamine, come potevano ancora uscire lacrime dai miei occhi? «Ma Jungkook, come puoi pretendere che continui a sorridere se quel sorriso me lo provocavi solo tu?»
Le asciugai velocemente e mi morsi un labbro per trattenermi dal non urlare e scoppiare in singhiozzi «Io voglio solo rivederti, almeno un'ultima volta, solo una dannazione» mi incamminai verso il bagno. Quella fu un'altra delle tante cavolate, che in quel periodo mi passarono per la mente «Hai detto che se mi fossi comportato male, saresti venuto a prendermi a calci in culo, eh? Bene, proviamo se è vero» aprii l'armadietto delle medicine e vidi una scatoletta piena di pillole. Non ci pensai due volte e le feci scivolare tutte nella mia mano destra. Le avrei ingoiate tutte quante, e se mi avessi salvato o meno, entrambi i finali non mi sarebbero dispiaciuti. Stare al mondo senza di te era un supplizio. Non ne potevo più.
Un rumore sordo mi fece accapponare la pelle «Ma che- dannato vento» mi girai di soprassalto, sentendo la finestra aprirsi e sbattere al muro. Eppure poco prima in camera sembrava non ci fosse tutto quel movimento d'aria. Andai lì e la richiusi, assicurandomi di averla bloccata. Poi tornando verso il lavello, buttai un'occhiata in corridoio e la porta dello studio era aperta. Mi saltò all'occhio il tuo ritratto. Eri veramente stupendo, da mozzare il fiato, esattamente come ti ricordavo. Poi riportai la mia attenzione su quelle pillole. Dannazione Kook, avrei voluto fermare il tempo e donarti l'eterno. Avrei sofferto per poco e poi ci saremmo rivisti. Ne valeva la pena, senza ombra di dubbio.
Le avvicinai alla bocca e presi un profondo respiro «Uno, due, tr-» letteralmente sotto i miei occhi la scatolina contenete la collana con la stella cadde dal comodino, aprendosi e facendo finire quell'oggetto sparpagliato per terra.
Rimasi a fissarlo, immobile, mentre il braccio mi ricadde lungo il corpo. Come diavolo aveva fatto a cedere? Sentii dei brividi percorrermi tutta la pelle e a passi tremanti arrivai fin da lei e mi inginocchiai prendendola tra le mani. Rincominciai a piangere silenziosamente, la osservavo senza parole. Eri stato tu, ne ero certo «Vaffanculo Kook! Vaffanculo, seriamente!»
Mi strinsi quella catenina al petto, annaspando in cerca di aria. Mi avevi appena salvato, mi avevi appena dato uno schiaffo morale che fece malissimo. Forse ero semplicemente impazzito io, vedevo le cose dove in realtà erano semplici casualità. Ma il saperti con me, il volermi convincere che fosse così, mi diede la forza di rimettermi in piedi «Vuoi che mi impegni? Okay, ma se tutto ciò alla fine non farà finire questo dolore, non pensare di poter tenermi ancora in vita»
Mi ritrovai il secondo dopo sull'uscio di casa. L'appartamento di Namjoon si trovava sul mio stesso piano. Suonai al campanello, sperando di non disturbare. Era pur sempre mezzanotte e la piccola sicuramente dormiva. Di fatti lo vidi aprire la porta col pigiama e scapigliato, con un occhio mezzo chiuso. Ma appena mi vide, si allarmò fin da subito e tornò vigile ben presto «Taehyung? Che succede? Stai bene?»
Mi strinsi su me stesso «Il tuo amico, q-quello, lo psicologo» tirai su col naso «Voglio andarci» Kook, lo stavo facendo solo per te, sperai che tu potessi essere fiero di me, vedendomi fare quel passo.
Passarono tre giorni, Namjoon non perse tempo ed organizzò subito l'incontro, prese appuntamento e proprio per evitare che all'ultimo scappassi a gambe levate, quella mattina mi accompagnò davanti l'ospedale. Che dico, in realtà mi spinse fino davanti la porta dello studio del dottor Min «Stai tranquillo, andrà tutto bene» stavo tremando in effetti, avevo paura «La fai facile tu»
«Ti aspetterò qua fuori, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, in un attimo sarò da te» indicò le sedie d'aspetto attaccate lungo il muro e mi sorrise caloroso passandomi una mano sulla schiena per rincuorarmi «Sono in ansia» mi torturai le dita per poi correre a stringere il ciondolo della tua collana. L'avevo messa come buon auspicio e non me ne sarei separato mai più «È logico, ma non averne, Yoongi è veramente bravo in quello che fa, tu fidati di lui, dagli una possibilità» sì, gliela avrei data.
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𝑳𝑨 𝑩𝑬𝑳𝑳𝑬𝒁𝒁𝑨 𝑫𝑬𝑳𝑳'𝑰𝑵𝑽𝑰𝑺𝑰𝑩𝑰𝑳𝑬 // ᵀᵃᵉᵏᵒᵒᵏ
Fanfiction[𝐂𝐎𝐌𝐏𝐋𝐄𝐓𝐀] ⛔18+ ➳Kim Taehyung è un ragazzo di venticinque anni, restauratore, laureatosi in una Accademia di Belle Arti coreana. Indirizzato dal suo maestro, viene chiamato a lavorare nella chiesa medievale di Mora, un paesino all'antica, lo...