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"Mi dispiace di non averla riconosciuta, avevo due anni quando hai ucciso la mia famiglia"
"Hai ragione, ma ci siamo visti un mese fa davanti casa tua" ha ragione, mi dato il giornale mattutino.
"Come ha fatto ad entrare?"
"Finalmente un ottima domanda! Devo dire che stato abbastanza facile, ho diversi amici che sono bravi con il computer"
"Quindi sei una specie di capo mafia?"
"Si, ma non vuoi sapere perché ho ucciso i tuoi genitori?" Annuisco mentre mi siedo davanti a lui.
"I tuoi genitori erano troppo curiosi sui miei affari così avevo deciso di farglielo capire uccidendoti, ma quando sono entrato dentro casa tua, non c'eri così l'ho uccisi direttamente, dopotutto non sei una grande minaccia, avevi circa due anni invece adesso sei una ragazza. Quanto passa il tempo"
"Perché i miei genitori erano dei curiosi sui tuoi affari?"
"Agenti contro la mafia, ma quando sono morti ho cancellato questa piccolezza facendoli diventare delle persone comuni uccisi da un serial killer, cioè io! Adesso va molto di moda dire Serial Killer che mafioso"
"Sono una minaccia adesso per te?"
"No, ma sei diventata una preda molto interessante. Sei la figlia adottiva di una donna che lavora per la sicurezza mondiale. Sarebbe il colpo più grande della mia carriera"
"Cosa consiste questo piano?"
"Perché tutte queste domande?" Il suo viso è sospettoso come la sua voce.
"Se devo morire per mano tua voglio almeno sapere il motivo. Nessuno può entrare nemmeno nei posti più oscuri ed isolati, quindi tanto vale sapere il motivo della mia morte"
"Da quando i tuoi genitori sono morti, ti ho seguita aspettando il momento giusto per finire il mio piano. Ho sempre odiato le famiglie separate quindi ogni volta che devo uccidere dei familiari uccido anche i figli, nessuno deve vivere, se uno della famiglia muore, devono morire tutti, ma tu sei stata l'eccezione che ha creato molto curiosità. Quando ho scoperto del lavoro della tua mammina ho iniziato a pensare questo piano. Fino ad arrivare qui dentro. Ho dovuto uccidere un piccolo gattino per far sembrare la scena più vera."
"Non potevi uccidermi quando Emily era in missione? Perché creare tutto questo?"
"Ho reso la caccia più interessante. Mi eccita molto vedere il terrore dei genitori mentre i loro figli stanno per morire"
"Quindi sai che verrano qui"
"Certo e la cosa bella che loro non lo sanno, sarà un bellissima sorpresa per tutti. Ho tutte le telecamere sul mio telefono aspetteremo il loro arrivo con ansia, ma che cosa vogliamo fare nel mentre?"
Si alza in modo lento e si mette dietro di me, avvicina il suo viso sul mio collo e annusa dando dei piccoli baci. Cerco di trattenere le lacrime, ma poi con forza mi sbatte sul tavolo e mi lega le mani con delle manette.
Poi mi rialza e con un bacio sulla testa mi mette un pezzo di nastro nero adesivo sulla bocca.
Mi sistema i capelli e prende il mio telefono. Quando si accorge che è in chiamata, spunta un sorriso da pazzo sul suo volto, mi guarda e si avvicina.
"Mi correggo adesso lo sanno, ma sai che adesso posso divertirmi ancora di più?"
"Sono l'agente speciale Aaron Hotchner. Non tocchi la ragazza siamo riusciti ad entrare nel sistema di sicurezza, ti vediamo" Si sente la voce dal telefono.
Alza lo sguardo verso la telecamera, appoggia il telefono al centro del tavolo e si mette dietro di me e mi accarezza.
"Sono contento che ci vediate" e inizia a toccarmi per tutto il corpo con dei piccoli baci sul collo, faccio solo che piangere, preferisco morire che essere violentata.
"Cosa vuole?!" La voce di Hotch è più forte e arrabbiata.
"Io ho già quello che voglio, vi stiamo aspettando, più il tempo passa più posso divertirmi e la cosa è abbastanza interessante visto che mi guardate. Non è vero Eva'" e ricomincia a toccarmi con più foga.
"Non la devi toccare! " dice Emily con voce spezzata.
"Va bene non la tocco, ma sarà qualcuno altro a toccarla" e tira fuori dalla tasca un coltellino da caccia.
Si mette davanti a me e mi fa un graffia su tutte e due le guance, le lacrime aumento per il dolore, lo fa lentamente facendomi sentire di più il dolore.
Poi passa ai vestiti e li strappa poi inizia a fare dei graffi sul tutto il petto e la pancia.
Tutto questo mi guarda negli occhi in modo eccitante. Cerco di prendere il controllo di me stessa assumendo una faccia severa e trattenendo le lacrime.
Devo essere più forte di lui.
"Non fare la dura, so che fa male. Fammi vedere attraverso i tuoi occhi il dolore" e fa un altro taglio sul viso, ma rimango con lo sguardo come prima e questa cosa la fa arrabbiare, così inizia a fare più graffi velocemente e infilzare il coltello sulla coscia, mi esce qualche lacrima ma rimango sempre con lo sguardo severo.
"Piangi!" E mi da uno schiaffo sulla guancia destra facendomi giare la testa a sinistra, quando lo riguardo negli occhi è sempre lo stesso sguardo.
"Devi piangere!" Un altro schiaffo sulla guancia sinistra e quando rivede il mio sguardo mi da dei colpi sulla pancia con gli anelli.
La tortura non finisce più, io rimango sempre con lo sguardo di sfida e lui mi riempie di graffi, tagli e schiaffi. Non riesco più a rimanere lucida, vedo tutto sfocato...sento che parla al telefono...e uno sparo.
Sento pulsare il sangue sulla parte destra della mia pancia...un altro sparo...lo sento sulla coscia sinistra, ma non provo dolore, mi sono arresa e poco dopo vedo solo il buio.
Apro gli occhi c'è sempre quell'uomo, quando si accorge che sono sveglia mi trascina con la sedia davanti alla porta, mi strappa il nastro adesivo e poi si mette davanti a me.

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