Promessa

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"Leo, muoviti!". "Fammi almeno spegnere le mutande!". "Se non acceleri giuro che te le faccio mangiare!".

Le grida di Piper e Leo erano fuori contesto. Quelli sembravano battibecchi da Caccia alla Bandiera, non da una battaglia contro un esercito di spettri e zombie.

Annabeth alzò gli occhi al cielo. "Se litigano ancora vuol dire che non siamo messi così male". "O forse vuol dire che siamo messi fin troppo male" obbiettò Alex.

Giada non rispose. Sentiva un pizzicorino sul collo, come se qualcuno la stesse osservando da molto, molto vicino.

Alex se ne accorse e cercò di rassicurarla, mentre correvano come dei forsennati verso il Consiglio degli Dei. "Vedrai. Con Ate dalla nostra parte...". "Lei non è dalla nostra parte, ma da quella del Fato. Non ho idea di come possa andare a finire tutto questo". "Ma mi sembrava che ti avesse lanciato una strana occhiata. Come per dirti qualcosa".

Giada non rallentò. "Non te lo so dire, e questo non è il momento di pensare troppo". Girarono dietro un tempio semidistrutto e il fumo invase le loro narici, costringendoli a fermarsi per tossire.

"Dannazione!". "Tarej! TAREJ! JOHANNES!". Due semidei che sembravano gemelli si fecero avanti e iniziarono a muovere le braccia formando dei cerchi immaginari: si muovevano all'unisono, come un'unica entità.

"Annie, chi sono?". "Figli di Eolo". Il fumo iniziò a roteare a ritmo con i loro movimenti, e lentamente assunse la forma di una colonna grigiastra che i due fratelli separarono a metà, creando un corridoio d'aria pulita che permise ai semidei di respirare.

Un brivido freddo risalì lungo la schiena di Giada, che solo in quel momento si accorse della trappola in cui si erano cacciati: appena in fumo si dissolse l'esercito di spettri e fantasmi si rivelò, organizzato in un semicerchio che li bloccava contro un edificio semidistrutto che doveva essere stato un teatro.

"È una trappola!". "Maddai! Non me ne ero accorto!" disse Alex. Giada afferrò Annabeth per un braccio.

"Dobbiamo andare. Adesso, o sarà troppo tardi". "Ci siamo dispersi troppo! Non riesco a vedere né Jason né Percy, dobbiamo...". "ANNABETH! Se non sono qui probabilmente sono a combattere da qualche parte là fuori o se la stanno già vedendo con Melinoe. Nel migliore dei casi verranno ad aiutare qui, ma noi dobbiamo raggiungere Zeus. Abbiamo un piano, ricordi?".

Annabeth si liberò dalla sua presa. "E il tuo piano sarebbe usare il grosso di noi come sbarramento per impedire ai mostri di inseguire gli altri?". "Esatto!". "Sono solo ragazzini!". "LO ERO ANCHE IO DANNAZIONE, E GUARDA COSA SONO DIVENTATA!".

Le mostrò la spada, le cicatrici, i graffi e i lividi. "Nessuno resta innocente, Annabeth. Anche se so che vorresti proteggerli, non puoi. Nessuno di noi può, e loro lo sanno. Lo hanno sempre saputo, sin da quando sono arrivati al Campo. È finito il tempo degli allenamenti sulla parete da arrampicata, della caccia alla bandiera. Siamo in guerra, e dobbiamo compiere delle scelte".

Annabeth abbassò lo sguardo, accarezzando l'elsa bianca della propria spada. "Ho fatto una promessa a me stessa quando mi è stata regalata questa spada". Si specchiò nella lucida lama d'ossidiana.

"Me l'ha data un Gigante quando sono caduta nel Tartaro. Lui... si chiamava Damaseno, ed è rimasto indietro insieme a un altro Titano di nome... Bob, per permettere a me e Percy di fuggire per salvare il mondo. Cosa abbastanza inutile a questo punto, visto che il mondo è in pericolo di nuovo".

Guardò Giada fissa negli occhi. "Sono stanca di combattere per altri, per gli dèi o chissà chi altro. Se combatterò, lo farò per me, per i miei fratelli e per tutti i ragazzini che si meritano un futuro".

Afferrò Alex per una spalla. "Non mollarla neanche un secondo, chiaro?". "Tu cosa farai?". "Ho promesso, fratellino".

Avanzò tra le file di semidei, alcuni tremanti e alcuni smaniosi di gettarsi nella mischia: l'esercito di spettri sembrava aspettare qualcosa, come un segnale.

Annabeth si voltò un'ultima volta verso Giada e Alex. "Ho promesso di non lasciare più nessuno indietro". Alzò la spada. "Andate, vi copriamo noi! SEMIDEI, ALLA CARICA!".

Il figlio di Atena afferrò la rossa per un braccio e la trascinò via; lei non aveva la forza di opporsi, semplicemente assecondò la decisione di Alex.

Quando furono lontani dalla battaglia si fermarono a prendere fiato dietro una colonna. "Alex, se le cose si mettono male...". "Non ti abbandonerò". "No, non hai capito. Se le cose si mettono male tu te ne vai!". Il ragazzo la afferrò per le spalle.

"No invece". Giada scosse la testa e lo allontanò con una manata. "Prima o poi capirai che è meglio non affezionarsi a me. Faccio solo del male alle persone". "Credi davvero che mi interessi?". "Non sono qui per discutere dei tuoi stupidi sentimenti, sono qui per uccidere Melinoe. Annabeth e gli altri stanno combattendo per noi, quindi vedi di muoverti".

Fece per muoversi, ma Alex la afferrò di nuovo. "Argh, cosa vuoi?". "Prometti di non fare stupidaggini". La ragazza sospirò, e per un istante Alex rivide nei suoi occhi la luce, quella scintilla azzurra di cui si era innamorato.

"Promesso?" insistette lui. "Promesso. Adesso muovi il culo".










Ragazzi siamo maledettamente vicini alla fine... non so quanti capitoli mancheranno, forse meno di cinque. Ho una paura fottuta, posso dirlo?

Comunque due avvisi: primo, ho intenzione di revisionare questa fanfiction perché ho cambiato un sacco di volte idea in corso d'opera e ci sono parti che non hanno il minimo senso (tipo la parte della parentela con Poseidone che fa schifo al caxxo e che ho abbandonato due secondi dopo, devo risistemarla assolutamente e dare più senso alle cose). Quindi non stupitevi se a un certo punto cambieranno delle cose nei primi capitoli.

Secondo, che in realtà è una domanda: vi piacerebbe un sequel? Ho già delle idee in mente, ma voglio strutturarlo per bene prima di iniziare a scrivere.

Aaaallora, ci vediamo alla prossima! (Comunque un applauso a me che ho aggiornato solo a 10 giorni di distanza dall'ultima volta)

Figlia di ThanatosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora