Alex spinse Annabeth dietro di sé. "Raggiungi gli altri. Sei la migliore stratega che abbiamo, sistema le difese". "Non vi servirà a niente" disse Giada con tono piatto.
Sguainò la spada, mentre le ali si ritraevano. Annabeth chiamò: "Signora O' Leary!". Il segugio infernale sbucò dalle ombre. Giada fece per gettarsi contro di lui, ma Alex bloccò la sua spada con la propria.
"Giada, torna in te!". La ragazza liberò la propria lama, ma ormai Annabeth era svanita fra le ombre. Digrignò i denti e si girò verso Alex.
"Non voglio ucciderti. Soffrirai lentamente". Nella testa di Alex si accese una luce. "Sei ancora tu. Lo so che è così, per questo non vuoi uccidermi". La ragazza sembrò esitare, poi scosse la testa.
"Spostati e non ti succederà niente. Pensa a tua madre. Sai che posso ferirti, e lei ne pagherà il prezzo". "Ci puoi provare".
Giada gli si scagliò contro con un fendente, che Alex parò. Iniziarono a lottare come belve, ma qualcosa frenava Giada.
Si ricordava di un tempo, non lontano dal presente, in cui era un'altra persona. In cui aveva riso, sognato, amato persino.
E Alex aveva ragione, quella persona era ancora dentro di lei. Sepolta sotto strati di paura e rancore. Alex aprì la sua guardia con una stoccata e la sgambettò.
Giada si ritrovò con la spada del ragazzo a un millimetro dalla giugulare. "Non ti voglio uccidere, Giada. Esattamente come tu non vuoi uccidere me. Quello che ti sta succedendo sta succedendo anche a me". Si tolse la collana con il ciondolo di Mercurio e la mostrò alla ragazza.
"Tu lo sai che è vero. Melinoe ti sta usando, sta facendo leva sulle tue debolezze e le tue paure. Ma non devi permetterle di dominarti". "Melinoe mi ha aperto gli occhi". Con uno sforzo immane Giada richiamò i propri poteri; mosse una mano, e la spada di Alex volò via.
Gli diede un calcio sul ginocchio, poi rotolò via e si rialzò, recuperando la propria arma. Adesso le posizioni erano invertite, ed era Alex a ritrovarsi con la lama a un palmo dalla gola.
"Prima ero debole. Le mie emozioni mi trattenevano, nascondevano il mio vero potenziale. Ora non più". "Le emozioni non ti rendono debole, ti rendono umana!". Giada strinse i denti.
"Io non sono più umana da molto tempo. Forse non lo sono mai stata. La mia anima è nera come un corvo. Porto morte ovunque vado". Una lacrima le rigò la guancia. La mano le tremò. Guardò Alex negli occhi. Quelle emozioni che aveva a lungo tentato di reprimere la travolsero come un fiume in piena.
"Non volevo capitasse a te". Alex osò sperare. Si mise in ginocchio, prendendo la ragazza per un polso. La spada cadde con un tonfo nell'erba del bosco.
"Non so più che devo fare, non so chi sono". "Io sì". Alex la costrinse a guardarlo negli occhi. "Sei una ragazza straordinaria, la più forte che io abbia mai conosciuto". Si avvicinò di più.
Ti tradirà. È nella natura dell'essere umano. Tu puoi essere molto di più. Non sarai mai come loro, ti temeranno sempre per quello che puoi fare.
Giada mise le mani sul petto di Alex. La telecinesi fece il resto, e il ragazzo finì scagliato a dieci metri di distanza, sbattendo la schiena contro un albero. "Giada...". Le lacrime le scorrevano libere sul viso.
"Non posso essere perdonata per ciò che ho fatto. Né voglio esserlo. Non me lo merito". Richiamò la spada e la alzò.
"Mi dispiace". "Ti prego. Tu non sei così". "Non mi conosci". Un tuono squarciò l'aria. Giada guardò il cielo. "Smettila!". "Non sono io". La ragazza spalancò le ali e si alzò in volo.
Il cielo si squarciò, e gli dèi fecero la loro comparsa sul campo.
Giada tornò a terra e impallidì. "Melinoe!".
Hai fallito. Non ti meriti questo potere.
Le girò la testa e cadde in ginocchio. Con le ultime forze richiamò le ali e spiccò il volo, scomparendo oltre la Collina Mezzosangue.
Alex si alzò in piedi e corse a raggiungere gli altri al Bunker Nove. Annabeth lo abbracciò appena lo vide. "Giada?". "È fuggita".
A un tratto tre figure luminose atterrarono in mezzo ai semidei: una donna con lunghi capelli castani che impugnava arco e frecce, un giovane guerriero che impugnava una spada grondante di sangue e una donna in armatura da combattimento che brandiva una lancia.
Ares sorrise, di un ghigno folle e assetato di sangue. "Allora? Che dite, li uccidiamo?". Clarisse, che era arrivata poco prima, rise sguaiatamente.
"Li massacriamo!".
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Figlia di Thanatos
FanfictionGiada vive in un vicolo di Manhattan, dentro una scatola di cartone. Sua madre è morta, suo padre non l'ha mai vista. L'unica cosa familiare a Giada è la morte. Ha solo 15 anni e ha visto più morte di molti uomini adulti. Sarà l'incontro con Nico, u...