Dolore

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P. O. V. Giada

Faceva male? Forse. Se quello era morire, non era così terribile. Caddi in ginocchio, mentre la spada di Melinoe usciva dal mio stomaco, tingendosi di nero.

Ora aveva il potere. L'arma della profezia. Misi una mano sulla ferita, cercando di arginare la perdita di sangue.

Rifletti, Giada. Sai già di poter controllare l'acqua. E il sangue è formato per la maggior parte da acqua... Quindi...

Il sangue si fermò, comandato dalla mia volontà. Nel frattempo, intorno a me si era scatenato il caos. E non ricordavo nemmeno come fosse successo.

C'erano anime bianche con lunghe spade in mano che combattevano al nostro fianco. Anime di persone che non avevo mai visto.

Mi girò la testa e caddi su un fianco. Una mano delicata mi si posò sulla spalla, e una perla mi finì nel palmo. "Persefone, cosa...". "Ne ho altre. Le ninfe di fiume me le hanno date".

Ma non volevo usarla. Mi alzai e strappai un lembo della mia maglietta per fasciarmi il taglio sulla pancia. Ordinai mentalmente al sangue di non uscire dalla ferita, poi richiamai la spada e tornai a combattere.

P. O. V. Annabeth

Erano qui.

I nostri vecchi compagni, le anime dei Campi Elisi. Erano con noi.

Silena e Beckendorf combattevano insieme al fianco di Will, scacciando un'orda di zombie.

Zoe Nightshade combatteva insieme a Percy contro dei segugi infernali.

E Luke era accanto a me. Stavamo lottando insieme, come ai vecchi tempi. "Mi sei mancato, eroe". "Anche tu, Annie" mi rispose lui.

I combattimenti andavano avanti ferocemente, senza tregua. Il mio sguardo vagava dai nemici che avevo davanti a quelli che i miei compagni stavano affrontando.

Fu a causa del caos che nessuno vide Melinoe avvicinarsi di soppiatto ad Ade e colpirlo.

Il mondo intero tremò. Fu proprio come una vera scossa, tremenda, ma anche infinitamente breve. Nico urlò, e poco dopo Giada fece lo stesso quando vide Melinoe avventarsi su suo padre, Thanatos.

Il dio schivò l'affondo, ma la lama gli creò un taglio su una gamba. E il sangue... Santo Efesto...

Il sangue era rosso. Era sangue mortale. Non icore. Non icore.

Giada si scagliò contro lo spettro, ma quello la spinse indietro senza fatica.

"Questa è stata una piccola lezione. La prossima volta non sarò così buona!".

E scomparve insieme a tutto il suo esercito, lasciandoci con due dei feriti da salvare.

"Semidei, prendete queste" ci disse Persefone consegnandoci delle perle. Erano quelle che avevamo usato nella nostra prima avventura negli Inferi. Ci avrebbero portato al mare.

"Padre, padre! Rispondi, ti prego!". Le grida di Nico ci attirarono tutti attorno al dio degli Inferi. La larga ferita sul suo petto stillava sangue rosso, che non accennava a fermarsi.

"Portiamoli... Portiamoli al Campo" sussurrò Giada, mentre si teneva una mano sullo stomaco.

Persefone  distribuì a tutti le perle. Potevamo solo sperare di arrivare il più vicino possibile al Campo Mezzosangue. "Luke...". "Vai, Annie"."Vorrei tanto restare con te...". "Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere" concluse lui.

P. O. V. Percy

Spaventammo un bel po' di semidei quando spuntammo fuori dal lago delle canoe. Tre dei, di cui due feriti, e noi semidei. Subito furono chiamati tutti i figli di Apollo con un minimo di abilità curative che portarono via Ade e Thanatos.

Un ragazzo mai visto prese in braccio Giada e la trasportò in infermeria. Io e gli altri, che non necessitavamo di cure immediate o particolarmente complesse, fummo aiutati dai satiri.

Nico non voleva farsi aiutare, voleva andare da suo padre. "Lasciatemi, idioti! Devo andare da lui! Devo...".

A un certo punto si immobilizzò, proprio come un'altra ragazza dai lunghi riccioli che era appena entrata nella stanza.

"Nico! Hazel! Che avete?" chiese Annabeth scansando i figli di Apollo che le stavano medicando un taglio sul braccio.

La figlia di Plutone cadde in ginocchio e iniziò a piangere, coprendosi le orecchie con le mani.

"È MORTO! È MORTO!".

Trattenemmo tutti il fiato. Proprio in quel momento Austin e Kyla, figli di Apollo, uscirono dalla stanza dove erano stati portati Ade, Thanatos e Giada e scosse la testa.

"Ade non c'è più".

P. O. V. Giada

Dolore. Era la mia unica consapevolezza. Provavo dolore. La mia pancia era in fiamme, e il mio corpo non ne voleva saperne di rispondere ai miei comandi.

NO, corpo dei miei stivali. Tu adesso fai quello che ti dico.

Spalancai gli occhi e mi tirai su a fatica. Avevo una benda sull'addome e qualche cerotto su più o meno tutta la pelle visibile.

"Buongiorno" disse una voce cupa. "E tu chi sei?". "Mi chiamo Alex". "Sei un figlio di Apollo?". "No". "Allora posso chiederti come mai sei qui?". "No". "Dimmi di chi sei figlio, allora". "No". "No è l'unica parola che conosci?". "No".

Che idiota... Un idiota incredibilmente irritante.

"Puoi... Puoi lasciarmi un po' da sola?". Esitò un secondo, poi annuì. Mentre chiudeva la porta sussurrò: "Sono un figlio di Atena".

Chiusi gli occhi, mi lasciai ricadere sul cuscino e una lacrima mi imperlò le ciglia. Era colpa mia. Avrei dovuto rivelare agli altri le mie supposizioni sulla profezia. Loro non conoscevano i miei poteri. Erano quelli l'arma letale.

E io l'avevo portata ai demoni. Solo io potevo maneggiare quel potere. Ma adesso... Adesso Melinoe poteva uccidere gli dei.

Dovevo vedere mio padre. A fatica, mi tirai su. Il dolore mi esplose in tutto il corpo, ma resistetti e poggiai i piedi sul pavimento. Mio padre era due letti oltre il mio. Lo raggiunsi con passo tentennante.

"Padre...". Le sue grandi ali erano ripiegate dietro la sua schiena, e la gamba ferita era fasciata. I suoi capelli neri erano lisci come i miei. Mi sedetti accanto a lui.

"Giada. Ti avevo detto di non venire". "Era una profezia. Non si può sfuggire al destino. Sarebbe comunque accaduto. In un altro modo, ma sarebbe accaduto".

Spostai lo sguardo da Thanatos ad Ade, il quale era ancora privo di conoscenza, e a Persefone che era in piedi al suo fianco. "Morirà, vero?". "Sì, figlia mia".

Proprio in quel momento si udì un lungo BIIIIIIP provenire dalla macchina collegata al dio degli Inferi.

I figli di Apollo si affaccendarono attorno a lui, gridando e armeggiando con vari oggetti a me sconosciuti, ma fu tutto inutile. La dea della primavera soffocò un singhiozzo, mentre dall'altra stanza udii un grido femminile.

Ade, dio degli Inferi, Cronide, Pezzo Grosso, padre di Nico e Hazel, era morto.

Ed era stata solo colpa mia.

Figlia di ThanatosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora