E così ha inizio

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"L'unica nostra possibilità, se gli dèi sceglieranno di non intervenire, è sfruttare il territorio: loro non lo conoscono come noi". "E Giada?" chiese Clarisse. Annabeth rispose prima di Chirone. "È stata qui per poco, molto poco. Non conosce quasi nulla".

Il centauro annuì e dispiegò una grande mappa del Campo. "La foresta sarà l'ultima risorsa: lì attenderanno Leo e i figli di Efesto, pronti a far scattare le trappole e tutti i marchingegni del Bunker Nove". Leo annuì, per una volta serio.

"Alle driadi non piacerà avere un drago in casa, ma ho raccomandato a Festus di non sputare fuoco se non quando si trova lontano dagli alberi". Prima di arrivare alla foresta, la nostra linea di difesa seguirà l'orientamento delle capanne. Abbiamo avuto poco tempo, ma le case di Ares, Ermes e Atena hanno fatto il possibile per munirle di trappole mortali". "E i figli di Ecate sono pronti con la Foschia e le magie".

I semidei riuniti attorno al tavolo da ping pong annuirono. Chirone li guardò uno per uno. "Cercate di non farvi colpire, non ingaggiate scontri finché potete, finché non arriveranno gli dèi. Usate le trappole, gli archi, le lance, tenetevi lontani dai mostri. E che gli dèi ci aiutino". "In tutti i sensi" mormorò Leo avviandosi verso la sua posizione.

Alex, armatura di bronzo addosso e spada alla mano, seguì sua sorella nella loro capanna. "Sei sicuro di potercela fare?". "Devo". "Non mi hai risposto". Alex guardò Annabeth e sospirò.

"No, non ne sono affatto sicuro. Ma non ho scelta". "Come tutti. Forza, andiamo a sistemarci sulla torretta, se Leo ha messo un'altra volta il telecomando della Wii come comando, giuro che lo impicco".

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Inspira. Espira.

L'acqua si sollevò fra le sue mani.

Inspira. Espira.

Mosse le dita e quella assunse una forma sferica.

Inspira. Espira.

Con qualche altro movimento eliminò tutte le imperfezioni sulla superficie e poté specchiarsi nella perfetta sfera che aveva creato. "Mostrami Alex".

La superficie dell'acqua si increspò, dandole la visuale del ragazzo con gli occhi grigi. Mantenne la concentrazione. "Ora mostrami il Campo". La visuale si allargò, e Giada vide un viavai costante di ragazzi in armatura dotati di lance, archi o armi da lancio, le spade alla cintura.

Non sono stupidi, sanno che non possono essere feriti.

"Mostrami mio padre, Thanatos". Lo scenario cambiò, e Giada tirò un sospiro di sollievo: la Morte era tornata negli Inferi. Il Mietitore di Anime non poteva schierarsi in un conflitto, doveva assolvere il suo compito, senza favoritismi.

L'immagine cambiò di nuovo, tornando su Alex.

Non voglio vedere questo.

Il ragazzo stava stringendo qualcosa fra le dita, una collana. Giada intravide il simbolo di Mercurio, e accanto... una sorta di cerchio di rami intrecciati. Un anello.

La sua concentrazione svanì del tutto e la sfera esplose in mille rivoli d'acqua. Giada ringhiò di frustrazione.

"Noi siamo pronti, Melinoe".

Ottimo. È quasi il momento.

"Sarò in testa all'esercito".

Non voglio superstiti.

"Se gli dei arrivassero?".

Fate in modo di uccidere i semidei, il pentacolo durerà per altre sei ore.

"Ricordati della promessa che mi hai fatto".

Il semidio sopravviverà per assistere al nostro trionfo, come promesso.

Giada interruppe il contatto, indossò il proprio guanto ed evocò la spada. Vi si specchiò e si trasfigurò nell'angelo nero, poi uscì dalla propria tenda e si alzò in volo sull'esercito di fantasmi e mostri.

"Il momento è giunto! All'attacco!".

E così ha inizio.

Figlia di ThanatosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora