Scontro

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"Sparpagliatevi!" gridò Annabeth un istante prima che i mostri si gettassero sui semidei.

Giada rimase immobile, la spada abbassata e gli occhi sbarrati. "Mamma...". La donna indossò un elmo e si lanciò all'attacco, ignorandola completamente.

Una dracena le corse incontro, e se non fosse stato per qualcuno che la gettò a terra appena in tempo probabilmente sarebbe morta. "Giada! Riprenditi!". La ragazza si ritrovò davanti Alex. "Mia madre...". "È uno spettro Giada, lo sai! Lei è morta, non puoi farci nulla!".

La ragazza scosse la testa rialzandosi in piedi: aveva uno sguardo folle. "Non è uno spettro". Alex trafisse uno scheletro che stava per prenderlo alle spalle. "Che vuol dire?". "Non è uno spettro! È lei, ma è...".

Non fece in tempo a finire la frase perché dovette tagliare a metà una dracena, poi rotolò via e quando si rialzò era schiena contro schiena con Alex.

Iniziarono a menare fendenti e affondi, e Giada si guardò intorno: l'Olimpo sembrava in pessime condizioni, e non era dovuto al loro scontro. In lontananza si levavano pennacchi di fumo nero e qua e là erano visibili focolai di fuoco greco.

Fece fuori uno spettro con un fendente laterale mentre Alex teneva impegnato un segugio infernale. Rotolò via per evitare uno scheletro, e quando si rialzò era di nuovo schiena contro schiena con Alex.

"Devo raggiungere mia madre". "Non puoi farci niente, Giada!". "Alex, ti prego!". Il ragazzo grugnì, facendo a fette una dracena. "Samson!". Un ragazzo biondo con un arco in mano si avvicinò, scivolando sotto le gambe di uno scheletro e rialzandosi subito dopo.

"Sono un po' impegnato, quindi se stai per accettare quell'uscita a quattro con Jason e Piper...". "Frena l'entusiasmo, dongiovanni! Primo, sono etero. Secondo, ho bisogno che tu ti apposti da qualche parte e copra Giada dall'alto!". "Se lo faccio esci con me?". "SE SOPRAVVIVIAMO GIURO CHE TI TROVO UN RAGAZZO HAWAIANO". "Volo!".

Giada si lasciò andare a una risata disperata. "Ragazzo hawaiano?". "Lascia perdere, sono due mesi che ci prova con me". "Mi sembra il tuo tipo". "Sta zitta e muoviti, ti copriamo noi".

La ragazza si fece largo fra i mostri e gli spettri, menando fendenti e tenendo lo sguardo fisso su sua madre. "Mamma!". La donna non si voltò neanche e con un fendente mandò al tappeto un semidio che Giada riconosceva come figlio di Atena.

"MAMMA PORCA DI QUELLA MISERIA!". La donna finalmente la notò, ma solo per scagliarlesi contro con la propria lancia. Giada schivò il primo colpo.

"Svegliati, mamma! Questa non sei tu!". Hai ragione, semidea. Giada spalancò gli occhi.

"Ancora voi! Maledetti!". La risata degli eidola le risuonò ancora in testa. Povera bambina. Sei ancora più sola, non è vero?

"Lasciate stare mia madre!". Melinoe voleva farti un regalo, e quale regalo migliore di una riunione di famiglia? "Vi ho detto di lasciarla andare!".

La donna scosse la testa, e per un attimo i suoi occhi, attraverso le fessure dell'elmo, tornarono azzurri. "Giada...". "Mamma! Resisti, okay? Ti aiuterò, promesso!".

Come diavolo li caccio questi cosi??

In quel momento sua madre lasciò partire un colpo a sorpresa; l'armatura lo deviò, ma non le impedì di perdere il fiato. Parò il colpo successivo con l'elsa della spada e ruotò il polso tentando di farle saltar via la lancia di mano, ma sua madre si liberò senza fatica e la sgambettò con l'asta. Giada rotolò via a fatica, l'addome le pulsava di dolore.

Si rialzò in tempo per bloccare un altro attacco, e una serie di affondi in rapida sequenza; cercò di forzare la guardia della donna imponendo il proprio ritmo, ma non ci fu nulla da fare.

Lo sai cosa devi fare.

"Papà! Aiutami!". Non posso. Io sono la morte, non posso intervenire. Ma sai che cosa fare, non hai altra scelta.

Giada aveva le lacrime agli occhi mentre si difendeva dagli attacchi serrati di sua madre. "Deve esserci un'altra strada!". "Giada, attenta!". Qualcuno la spinse di lato, e con un orribile rumore di carne lacerata la ragazza si ritrovò con il corpo esanime di Samson addosso, l'addome squarciato da un colpo di lancia.

No...

Quanta morte stavano causando le sue indecisioni? Quante persone stavano soffrendo per i suoi sbagli? Giada si alzò in piedi, mettendosi in posizione di attacco di fronte a sua madre.

"Mi dispiace. Ti voglio bene". Attaccò con tutta la forza che aveva: sua madre era brava, ma in un corpo a corpo la lunghezza della lancia la intralciava non poco, e dopo pochi colpi Giada si ritrovò in vantaggio.

Sgambettò sua madre e le puntò la spada al petto. Gli occhi della donna tornarono azzurri, e Giada distolse lo sguardo, alzando la lama.

"Giada... ti voglio bene". "Lo so. Anche io". Poi abbassò l'arma.

Cadde in ginocchio con le mani sul volto e si lasciò andare a un pianto disperato. All'improvviso i rumori della battaglia cessarono, e in un'esplosione di piume nere Thanatos apparve sul campo di battaglia.

Si inginocchiò accanto a quella che era stata la sua amante e le chiuse gli occhi con due dita, mentre gli eidola si contorcevano nell'aria di fronte a lui. "Voi morirete".

Gli spettri gridarono e lentamente si dissolsero in cenere. Poi il dio sollevò la donna fra le braccia e rivolse uno sguardo triste a sua figlia.

"Mi dispiace tesoro. Ma devi andare avanti da sola, io non posso fare più di così". Poi scomparve, portandosi dietro buona parte dei fantasmi.

Giada si asciugò le lacrime, voltandosi verso la sede del Consiglio degli Dei, dove ancora infuriava la battaglia.

"Aggiusterò le cose, lo giuro sullo Stige".

Figlia di ThanatosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora