"Alex! Ti giuro che se non posi quella maledetta spada ti pianto la lancia elettrica di Clarisse dove non batte il sole!" gridò Annabeth al fratello.
Quello si piegò, le mani sulle ginocchia e il fiato mozzo, lasciando cadere l'arma a terra, nella polvere dell'Arena.
"Annabeth, lasciami in pace". "Non la salverai se ti ammazzi di allenamenti" mormorò la ragazza dagli occhi grigi posandogli una mano sulla spalla. Lui annuì e la seguì nella Cabina di Atena.
Alex andò in bagno a cambiarsi, e Annabeth aspettò appoggiata alla porta. "Sbrigati, tra poco suonerà la conchiglia per la cena". "Arrivo".
Il ragazzo uscì dal bagno pochi attimi dopo, e insieme si diressero verso il padiglione. Non erano i primi: Clarisse stava discutendo al tavolo di Ares con Frank, entrambi in armatura da guerra. Nel frattempo un paio di ragazzini di sette anni figli di Apollo si stavano divertendo a lanciare molliche di pane verso i figli di Afrodite, centrando il bersaglio ogni volta.
Annabeth mollò Alex al tavolo di Atena quando vide Percy accanto a Tyson. Abbracciò entrambi, e il ciclope quasi la stritolò. "Tyson... Mi dispiace così tanto". "Annabeth è gentile... Anche a Tyson dispiace".
La ragazza bionda prese per mano Percy e disse: "Manca poco, vedrai. Siamo quasi pronti. Domani a quest'ora saremo sull'Olimpo tutti insieme".
"Semidei!". La voce di Chirone risuonò chiara in mezzo alla mensa. "Domani mattina all'alba inizieranno i viaggi per andare sull'Olimpo: metà del Campo salirà in cima all'Empire State Building, l'altra metà rimarrà qui fino al giorno dell'attacco per allenare i più giovani. Il Campo Giove disperderà tre Coorti in tutta New York, per tenere d'occhio la zona quando Melinoe attaccherà".
"Le Cacciatrici? Ci aiuteranno?". "Mia sorella ha detto che entro due giorni saranno qui" intervenne Jason. Chirone annuì. "Chirone, come farà l'esercito di Melinoe a salire sull'Olimpo?" chiese Annabeth.
"Annabeth, io lo so, ma non ti piacerà" disse Piper alzandosi dal tavolo di Afrodite. "Hai visto qualcosa nel tuo pugnale?". "Più di qualcosa".
La ragazza sguainò Katoptris è osservò la lama. La superficie si increspò come acqua, mostrandole l'immagine di una galleria di pietra, poi una di mattoni e una di metallo, e una porta aperta su un oceano di luce.
Un gruppo di fantasmi preceduti da un'empusa si affacciarono sull'uscita. Poi l'immagine fu sostituita da due asce incrociate e dalle corna di un toro.
"Scusa, cosa c'entrano le asce?" chiese Leo dal tavolo di Efesto. "In greco c'era una parola che simboleggiava un'ascia bipenne. Non ne sono sicura, ma dovrebbe essere... Λαβύρινθος".
"Labirinto..." mormorò Alex. "Stai dicendo che il Labirinto di Dedalo può farci arrivare sull'Olimpo?". "È la spiegazione più semplice alle immagini di Katoptris".
"Rifletteremo su questo più tardi, adesso è il momento della cena e del riposo. Domani all'alba inizierà il conto alla rovescia per la battaglia. State attenti, semidei".
Detto questo lasciò che tutti mangiassero, ma la tensione era alle stelle e nessuno osò scherzare o alleggerire l'atmosfera. Persino i figli di Ermes se ne stavano in silenzio, cosa non da loro.
Alla fine della cena non ci fu nemmeno il coro, e nessuno dei figli di Apollo si azzardò a chiedere di cantare. Le fiamme variavano dal nero pece al viola scuro.
Alex prese di nascosto una spada e si diresse verso il bosco. Voleva scaricarsi su qualche mostro, ma non ne trovò. "Avanti!" gridò arrabbiandosi. "Venite fuori, non ho paura!". "Non gridare così, figlio di Atena".
Una driade spuntò da un albero vicino al ruscello e gli si avvicinò. Il ragazzo cadde in ginocchio, mollando la spada. "Mi dispiace...". "Sei così disperato... Così triste e solo". "Hai ragione... La ragazza che amo se ne è andata e io... Io ho paura di non essere abbastanza per farla tornare".
La driade inclinò la testa, sorridendo lievemente, poi mise qualcosa in mano ad Alex e tornò nel suo tronco.
"Se lei ti ama anche solo la metà di quanto tu ami lei, vedrai che tornerà".
Alex si asciugò una lacrima solitaria, osservando l'anello di rametti intrecciati che la driade gli aveva donato. Lo strinse piano, come se si fosse potuto rompere da un secondo all'altro.
"Sto arrivando, amore mio. Non mi arrenderò finché non ti avrò riportato da me, lo giuro sullo Stige".
How to rovinare un momento brutto, tutorial by me.
Ciao. Lo so, sono eoni che non aggiorno ma ehi! Il classico uccide. C'ho pure ficcato una parola in greco, in questo capitolo. Comunque, ho tipo visto la foto del buco nero e WAAAAAA aiuto crepo. Scherzi a parte, come state?
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Figlia di Thanatos
FanfictionGiada vive in un vicolo di Manhattan, dentro una scatola di cartone. Sua madre è morta, suo padre non l'ha mai vista. L'unica cosa familiare a Giada è la morte. Ha solo 15 anni e ha visto più morte di molti uomini adulti. Sarà l'incontro con Nico, u...