Alex riusciva solo a sentire l'acqua nei polmoni mentre veniva sballottato da una parte all'altra; non riusciva a nuotare o a muoversi, sentiva bruciore in tutto il corpo.
L'acqua era scura, non vedeva a un palmo dal naso. Mosse lentamente braccia e gambe, tentando di risalire. Ma dov'era la superficie e dove il fondo? Non lo sapeva.
Andò a sbattere con la schiena contro qualcosa di duro, e il bruciore divenne quello familiare di una ferita appena inferta. Aveva bisogno d'aria, così tentò di evocare un tornado.
Tuttavia non ci riuscì, e gridò per il nervosismo, ricavando solo che mille bollicine risalissero verso i suoi piedi.
Allora si rese conto di una cosa: le bolle sarebbero dovute risalire verso l'alto, quindi verso la sua testa. Capì di avere la superficie dove adesso si trovavano i suoi piedi, così si capovolse e mosse braccia e gambe per tornare a galla.
I polmoni bruciavano come lava liquida quando finalmente ruppe la superficie dell'acqua, prendendo una boccata d'aria dolorosa e dolce allo stesso tempo. Tossì, sputando acqua nera, e nuotò verso la Casa Grande, il cui secondo piano spuntava dal grande lago che era diventato il Campo.
Si aggrappò alle tegole e si tirò su, gli occhi che bruciavano. Diede un'occhiata intorno a sé, vedendo semidei aggrappati ai tetti delle capanne o ai rami più alti degli alberi della foresta. Qualcuno era sdraiato su una specie di porta, probabilmente un pannello di legno sradicato dalla forza dell'acqua.
Alex stava tremando, eppure sentiva un'immensa bruciore al polso. Sollevò la manica della felpa che indossava e vide che sulla sua pelle era disegnata una macchia nera dalla strana forma. Tentò di cancellarla, ma sembrava un tatuaggio.
La osservò meglio: aveva la forma di una stella inscritta in un cerchio, al centro del quale era disegnata una civetta stilizzata. "Alex!". "Percy! Annabeth!".
I due semidei si arrampicarono accanto a lui, Annabeth sembrava sconvolta, i capelli le si appiccicavano sulla faccia, e una ciocca aveva preso uno strano colore rossastro. Quando la ragazza alzò la testa, Alex vide che una profonda cicatrice sanguinante le attraversava la fronte. "Annie... la tua faccia...". "Oh, lo so Alex. Ma tu... la tua schiena...".
Il figlio di Atena si toccò la maglietta, trovandola appiccicosa e strappata su un fianco. Quando ritirò la mano, la vide rossa di sangue.
"Merdaviglioso". "E questa da dove salta fuori?". "Non lo so".
"Alex, anche tu hai questa specie di tatuaggio?" chiese Annabeth mostrando il disegno che aveva sull'avambraccio. "Sì, ma sul polso". "Ragazzi, perché io non ce l'ho?". "Non... non lo so. Forse funziona solo sui figli di Atena?".
"SEMIDEI". Quella voce fece gelare il figlio della dea della saggezza. Non poteva essere. Osservò una figura che lentamente atterrava sul tetto della Casa Grande sbattendo le ali nere come il carbone.
"Questo è solo un avvertimento, ed è l'inizio della vostra disfatta". "Che diavolo è questo coso?" gridò isterico un figlio di Ares appollaiato sul tetto della propria cabina.
"È un pentacolo, un simbolo che crea un profondo collegamento con i vostri genitori divini. Se voi venite feriti, loro vengono feriti. Se uno di voi muore... beh, non possiamo uccidere i vostri genitori, ma di sicuro possiamo fargli avere uno shock semi permanente". Alex non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
Giada non era trasformata, solo le ali appartenevano all'angelo della morte in cui si mutava. I capelli erano ancora rossi, e gli occhi erano sempre i due pozzi di carbone di cui si era innamorato Alex. Ma in quegli occhi non c'era più alcuna scintilla di umanità.
"L'unica vostra possibilità, e l'unica possibilità dei vostri genitori, è che vengano in vostro soccorso".
Giada fece scorrere lo sguardo su tutti i semidei, ma quando i suoi occhi incrociarono quelli di Alex, non poté trattenere un tremito nella voce.
"Il vostro Campo è circondato. Nessuno può uscire, nessuno può entrare. La magia di Melinoe vi isola dal resto del mondo. Se ci proverete, morirete. Fra tre giorni sarete attaccati, e la magia permetterà ai vostri alleati di raggiungervi. Se arriveranno. Se per quel momento gli dèi non saranno scesi in battaglia, allora morirete".
Giada spalancò le ali e alzò le braccia. L'acqua iniziò lentamente a ritirarsi dal Campo, tornando nel mare. Poi la ragazza spiccò il volo e scomparve oltre la collina, sfiorando solo per un attimo l'Athena Parthenos.
"E adesso?". "E adesso abbiamo un grosso problema".
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Figlia di Thanatos
FanfictionGiada vive in un vicolo di Manhattan, dentro una scatola di cartone. Sua madre è morta, suo padre non l'ha mai vista. L'unica cosa familiare a Giada è la morte. Ha solo 15 anni e ha visto più morte di molti uomini adulti. Sarà l'incontro con Nico, u...