P. O. V. Percy
Quelle furono le due ore peggiori della mia vita. Il taxi delle Sorelle Grige si era allargato di due posti, e quelle tre avevano più spazio per litigare, rendendo il viaggio un inferno per noi poveri semidei.
Quasi per tutti. Giada e Nico si stavano divertendo un mondo. Come facessero a ridere con il taxi che sbandava per la strada a 250 km orari, non lo sapevo. Quando arrivammo a Los Angeles, il mio stomaco stava chiedendo pietà.
Le sorelle quasi ci buttarono fuori dal taxi, poi ci fecero pagare tre dracme a testa.
"È un prezzo incredibile, ma solo perché avete i Figli degli Inferi con voi".
Il taxi svanì, e noi ci ritrovammo catapultati in una Los Angeles del tutto trasformata: le anime vagavano per le strade, gli scheletri si gettavano contro i vetri delle macchine, i segugi infernali correvano di qua e di là senza meta... Era veramente l'inferno.
"Dobbiamo aiutare i mortali!" gridò Annabeth per farsi sentire sopra il casino prodotto dalle auto che si scontravano e dai latrati dei segugi infernali.
"No! Non possiamo perdere tempo! Dobbiamo risolvere il problema alla radice!" disse Giada. Io e Annabeth guidammo il gruppo verso l'edificio in cui l'ultima volta era situato l'ingresso degli Inferi, cercando di non farci notare. Incredibilmente, nessuno cercò di ucciderci.
Molto strano. Probabilmente avevamo esaurito la nostra dose annuale di fortuna. L'atrio e i sedili dove di solito stavano accalcate le anime erano vuoti, e l'ascensore che portava agli Inferi aveva le porte divelte dai cardini.
"Percy, Caronte non è qui. La zattera non ci farà attraversare il fiume senza un traghettatore" mi disse Will.
Giada batté le mani e la spada le si materializzò in mano. Si ritrasformò nell'angelo dalle ali nere e disse: "Lo farà per me".
P. O. V. Giada
Spalancai le ali che avevo sulla schiena entrai nell'ascensore. Era tutto buio, ma almeno avevo ancora il terreno sotto i piedi. Il mio guanto emise una lieve luminescenza e vidi che mi ero fermata a pochi centimetri dalla riva di un fiume dalle acque nere.
"Lo Stige" disse Nico, apparso alle mie spalle assieme agli altri compagni. "Come lo attraversiamo?". "Ci penso io".
Tesi la mia spada verso il fiume, e le acque si separarono lentamente, fino a lasciare un corridoio abbastanza largo da far passare due persone alla volta. Andarono per primi Will e Nico, poi Percy e Annabeth, infine io chiusi la fila. L'acqua si richiuse lentamente dietro di me, e quando toccai l'altra sponda, tutto era tornato normale.
Oltre il fiume era silenzio. Nessuna anima ad attendere ai cancelli, nessun fantasma nei Campi delle Pene o nelle Praterie degli Asfodeli.
Proprio come nel mio sogno...
A un tratto si udì un guaito di dolore, e una creatura si avvicinò zoppicando a noi.
"Cerbero!" disse Annabeth avvicinandosi al cane a tre teste. Il mostro aveva la lingua di fuori e numerosi tagli su tutto il corpo.
"Che ti hanno fatto quei maledetti?" ringhiò la figlia di Atena accarezzando il muso del cane. "Annabeth... Dobbiamo andare. Ade, Thanatos e probabilmente anche Persefone sono in pericolo".
Annabeth strinse i denti quando mi sentì dire questo, eppure si alzò e, stretta forte l'elsa della sua spada d'osso, annuì.
Dopo un po' iniziammo a incontrare le prime anime. Erano tutte dirette verso i cancelli dell'Erebo, e non ci prestarono la minima attenzione. Accelerammo il passo, ma a un tratto due spettri dorati ci si pararono di fronte.
"Eidolon!" disse Percy. Io mi bloccai. Erano loro.
Flashback
"G-Giada... Scappa". Gli occhi di sua madre, sempre vispi, erano accecati dal dolore, e lentamente si colorarono d'oro puro. Due spettri erano entrati nel suo corpo. Intanto Giada stava guardando Melinoe che metteva a soqquadro la sua casa e appiccava il fuoco. A un tratto il demone si scagliò su di lei con gli artigli sguainati, ma prima che potesse toccarla, un corpo si frappose fra lei e la piccola. "MAMMA!!". Kara aveva ricevuto il colpo al posto di sua figlia. La donna si accasciò al suolo, mentre le ombre dorate uscivano dal suo corpo.
Fine flashback
"La pagherete... Molto cara!". Erano gli stessi spettri di quella notte. Gli stessi! "Ragazzi, voi andate. Io vi raggiungerò dopo essermi liberata di questi due". "Giada!" disse Nico. "Permetti a uno di noi di aiutarti! Possiamo...". "No! Con loro ho un conto aperto. Andate, ho detto!". I miei amici andarono via, e io mi ritrovai da sola contro i due spettri.
Strinsi la mia spada e gridai, poi la battaglia iniziò.
Angolo me:
Vero che mi amate? Lo so che è così. 213 views? E che cavolo voi volete la mia morte adesso! Comunque, grazie per tutto il supporto, ragazzi! Vi voglio bene!! Piccoli semidei, per festeggiare, propongo un "OBBLIGO O VERITÀ". Se volete consigliarmi qualcosa nei commenti, io scriverò!! Al prossimo capitolo!
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Figlia di Thanatos
FanfictionGiada vive in un vicolo di Manhattan, dentro una scatola di cartone. Sua madre è morta, suo padre non l'ha mai vista. L'unica cosa familiare a Giada è la morte. Ha solo 15 anni e ha visto più morte di molti uomini adulti. Sarà l'incontro con Nico, u...