Ieri ci ho provato e non ci sono riuscita ma oggi voglio parlarvi ancora di mia madre. Io non la capisco. Non capisco come ragioni. Ho sempre accettato il modo di pensare di chiunque ma con lei è diverso, non c'è una singola cosa che lei faccia che abbia senso per me. Vi faccio un esempio.
Ieri sono arrivati i nuovi body che dovrò mettere oggi in gara e ci siamo fatte delle foto, soltanto che in alcune io non c'ero perché non ero ancora arrivata. Oggi mi ha chiesto di farle vedere le foto e io come premessa ho detto "non so se in quelle che hanno mandato io ci sono però intanto ci guardiamo" e lei era già girata non si sa per quale motivo da questa affermazione. Allora inizio a scorrere le foto e intanto mi fermo su quelle in cui io non ci sono giusto per farle vedere il body. Ovviamente l'allenatrice che avvea fatto le foto non ne aveva fatta una ma tipo 4/ 5 identiche allora ho iniziato a scorrere più velocemente tanto non c'era niente di nuovo da vedere. Poi a un certo punto c'erano quelle di schiena e sapete, quando si scorrono velocemente le foto capita di scorrere troppo e poi tornare indietro, e infatti io sono andata avanti di una foto di troppo. Questione di microsecondi giuro. Ma lei si deve mettere ad urlare "vai più piano! Almeno fammi vedere il dietro!" al che io ho deciso di sorvolare dato che nel frattempo ero già tornata indietro (come ho già detto è tutta questione di attimi) e l'ho lasciata guardare. Per inciso io non c'ero neanche in quella di foto. Ho aspettato che finisse di analizzare ogni singolo pixel della foto e poi sono andata avanti scoprendo che ce n'era solo un'altra di foto, identica a quella precedente. Allora faccio per chiudere il telefono e, ancora questione di secondi, lei ricomincia ad urlare "dai! Fammi vedere!" o cose così. Al che io le dico "mamma, sono finite."
"e quindi tu non sei in nessuna di queste!?!"
"te l'avevo detto, dato che le hanno fatte fue allenatrici diverse magari quelle in cui sono io non le hanno mandate"
"MAMMA MIA COME SEI GRETA!"Ah quindi è colpa mia se non hanno mandato le foto. Ed è colpa mia e di quelle maledettissime foto se non farò neanche questa gara con un po' di tranquillità ma solo con il terrore di dover uscire da quel palazzetto e vedere lei, pronta a criticarmi per ogni passo che ho fatto, anche se non ne sa niente. È colpa mia se l'allenatrice non ha mandato quelle fottutissime foto e quindi ora ne devo pagare le conseguenze. Litigheremo farò una gara da schifo, litigheremo ancora, magari a mia madre verrà qualche geniale idea per vendicarsi di quello che ho fatto (che sarebbe che non sono in quelle foto), continuerà a sbattere le porte tutto il giorno, mi guarderà male e mi dirà che non sto facendo niente. Ormai è routine. Ci si abitua a tutto. Ignoererò le mie amiche, tratterò male mio padre, tutto per colpa di quelle foto. Perché ho fatto un movimento troppo veloce con un dito avrò un'altra giornata di merda. Non è assurdo?
Anche ieri è stato così. Mi ha chiesto come mi sono organizzata con i compiti e allora ho aperto il registro e ho visto che avevo scienze e epica esattamente come qualche ora prima quando ci avevo guardato. Non avevano aggiunto niente. Allora gliel'ho detto e le ho chiesto se domani (cioè oggi) sarei riuscita a fare qualcosa. Lei mi ha detto di no, mio padre mi ha detto "forse qualcosina la mattina".
Così ho pensato come organizzarmi e ho semplicemente detto "ok va bene". E, lo so che sarò ripetitiva ma di nuovo, questione di un attimo e lei dice "Quindi magari fai qualcosa anche oggi!!" e io tipo: - _ -
Se non oggi quando di preciso? Cioè, se domani forse ho un'ora la mattina e poi lunedì ho anche una verifica, quando pensi che io debba fare i compiti se non oggi? Bho. A questa affermazione io, leggermente (si fa per dire) basita, le dico "Eh certo, sennò quando?". Ecco come condannarsi a morte da soli. La frase che ha detto dopo è una delle più dolorose che abbia mai detto, non so per quale motivo, forse perché si vedeva che ci credeva veramente, ogni singola cellula, ma cosa dico, ogni atomo del suo corpo era d'accordo. "Ah no perché non fai mai niente". L'ha detta con calma, come se fosse una frase di passaggio, una frase poco importante, ma per me non lo è stato. Sono tre settimane che ho gare tutte le domeniche e sabato faccio allenamento fino alle 17, che significa arrivare a casa alle 18 e poi studiare, cenare e andare a letto, svegliarsi il giorno dopo , finire di studiare per un'ora, pranzare alle 10, salire in macchina, fare una o due ore di viaggio, fare una gara, finire verso le 17/18 senza aver toccato cibo, risalire in macchina, poi altre due ore di viaggio con lei che mi fa sentire ancora peggio di quanto già non stia io, arrivare a casa, cenare (spesso quello che non hanno mangiato loro) poi farsi la doccia, con lei che mi dice di muovermi, che sono lenta, perché lei vuole andare a letto ma non lo fa finché io non sono pronta, poi finalmente andare a letto e stare ancora sveglia, di nascosto, perché tre quarti delle volte non riesco a finire di fare i compiti e quindi le dico che ho finito e poi studio di notte, perché se scopre che non ho finito non mi fa fare la gara e inizia di nuovo a urlare, e io non voglio che urli perché quando urla stiamo male entrambe e non voglio che lei stia male. E poi svegliarsi alle 6.30, se non prima perché non riesco a dormire, e andare a scuola, prime due ore di matematica, magari mi interroga e l'unica cosa che riesco a pensare è "lasciatemi stare, vi prego lasciatemi piangere almeno 10 minuti, lasciatemi essere me stessa, lasciatemi scrivere, essere ciò che voglio, lasciatemi sognare quel podio almeno un secondo in più, anche se so che resterà per sempre un sogno. Smettetela di farmi stare così, vi prego, le mie amiche non meritano di vedermi così e preoccuparsi inutilmente. Lasciatemi cantare, lasciatemi esprimere, perché io in un mondo che mi deve soffocare così non ci voglio stare. Non voglio vivere così. Non voglio che gli altri mi vedano così, perché io non sono così. Io sono felice, io canto, mi piace la mia voce, scrivo e mi piacciono i racconti che scrivo, li leggo alle mie amiche e non mi importa se li trovano noiosi, perché a me piacciono, io suono, magari non sono brava, ma ci provo. Io disegno, si, faccio schifo, ma mi piace. Non ci capisco niente di proporzioni e allora i miei disegni saranno assurdi e avranno tutti teste enormi e braccia minuscole, ma mi piacciono mentre li faccio. LASCIATEMI ESSERE CHI CAZZO VOGLIO"Non riesco a pensare altro. Mi stanno soffocando e io non voglio opporre resistenza, tanto loro sono più forti di me e allora preferisco lasciarmi andare, lasciarmi morire, diventare uno zombie, che si alternerà tra scuola e sport, senza interessarsi più di niente. Forse così sembrerò veramente felice, non lo sarò, ma almeno lo sembrerò per loro, per quelle persone che ci credono veramente in me. Quelle che ci tengono, quelle che vorrebbero semplicemente vedermi spensierata, interessata ai ragazzi solo perché non ho nient'altro di cui preoccuparmi. Anche io vorrei vedermi così, spensierata, senza ansia, senza pianti, senza odio verso me stessa, semplicemente felice, ma non posso esserlo. Non sarei più io. Non voglio sorridere se questo significa perdere ciò che sono. Se potessi esprimermi per ciò che sono allora ok, vorrei sorridere, ma questo non è possibile, perché la società non ci accetta, non accetta nessuno, che è assurdo, ma è così.
Sentirsi dire che non faccio mai niente mi ha distrutta, solo ripensarci mi fa venire da piangere, ma almeno mi ha permesso finalmente di scrivere di nuovo. Ora mia madre, dopo che le ho chiesto dov'è uno di quei cosi che si scaldano perché mi fa male la schiena e lei non mi ha risposto è venuta a dirmi "Ma quindi non te lo sei rimesso!" (parlando sempre di quell'affare che non so come chiamare). Io le ho detto di no perché non mi aveva risposto e lei ha detto che non mi aveva sentito, ovviamente urlando. Non le credo. L'ho chiesto almeno 3 volte. Ma non mi importa perché non mi risponde. In realtà non mi importa neanche se ora, che sa che lo voglio, non si sforza neanche di metterlo nel microonde per un motivo e poi chiamarmi. Ok no, in realtà mi importa, e mi fa anche male sapere che se non le chiedo tutto esplicitamente non farà mai qualcosa per niente, ma preferisco fingere di essere indifferente, piuttosto che piangere di nuovo.
Mi fa malissimo la schiena, ho paura di non riuscire a fare la gara, però non voglio andare in cucina e doverla vedere. Lo so, è assurdo, ma meno la vedo meglio sto. Ora ho mezz'ora per studiare 50 pagine di scienze e poi dire che ho fatto tutto, anche epica, quando in realtà, come al solito, studierò stanotte, quindi almeno questa mezz'ora vorrei usarla. Buona giornata.