CAPITOLO XIII

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Incontrare il tuo Dio

Aveva iniziato a nevicare. Fantastico.

Alcuni abitanti, quelli che potevano, erano già partiti, mentre gli altri si stavano ancora preparando per venire con noi e la famiglia di Marius Honorius. Fosse stato per me l'avrei lasciato lì, quel Honorius.

Mentre io stavo parlando con Artù, arrivò Gatto, seguito da Rowan. Artù l'aveva mandato in perlustrazione per trovare un passaggio sicuro giacché ormai i Sassoni erano sempre più vicini.

-Artù- lo chiamò, avvicinandosi a noi –ci hanno aggirati ad est, e arrivano da sud per tagliarci la strada. Saranno qui prima di notte-.

-Quanti sono?- domandai.

-Un intero esercito-. Va bene, diciamo che me la sono gufata.

-E l'unica via di fuga è a sud?- domandò Artù.

Tristano scosse la testa. –Est. C'è un passaggio ad est, attraverso le montagne. Dovremo passare dietro le linee dei Sassoni, ma è l'unica strada percorribile-.

Poi guardò alle spalle di Artù, notando la lunga carovana che si stava formando. –Chi è questa gente?-.

-Vengono con noi- ribatté il Comandante.

Gatto sospirò leggermente. –Allora non ce la faremo-. 

Ad un tratto sentimmo il suono dei tamburi sassoni rimbombare per le montagne, dimostrando quanto fossero vicini. Era un suono soffocante, che non ti permetteva di respirare, e che ti riempiva le orecchie.

Tutti si fermarono, pietrificati da quel suono.

Poi quel silenzio venne interrotto da una guardia romana che urlò –tornate al lavoro!-.

Mi voltai in direzione della voce, e notai due guardie e due uomini, uno dei quali era vestito da prete. Stavano costruendo un muro, probabilmente per bloccare un ingresso.

Incuriosita, mi avvicinai. Stranamente, invece di Artù, che era sempre la personificazione della curiosità, mi trovai seguita da Lancillotto. Gli scoccai un'occhiata interrogativa, del tipo "pensavo avessi fretta".

Lui rimase impassibile. Scese da cavallo e prese una delle sue due spade, avvicinandosi alle guardie che cercavano di bloccarlo.

-Spostatevi- affermò, puntandoli con la spada. Le guardie, minacciate, si misero di lato. Cuori di leone.

-Cos'è?- domandò al prete, indicando con il capo il piccolo edificio del quale stavano bloccando l'ingresso.

-Non potete entrare lì- rispose quello –è un luogo proibito-.

Lancillotto, che non era facile da far desistere, spostò delicatamente il prete con la spada, per poi avvicinarsi ed esaminando il muro appena finito.

-Cosa fate? Smettetela!- ci ordinò Marius, correndo verso di noi, ma fortunatamente Bors riuscì a bloccarlo. Marius, trovatosi alle strette, si rivolse ad Artù –ordinate al vostro cavaliere di lasciar perdere, questi non sono affari vostri!-.

Artù puntò i suoi occhi su Marius, praticamente facendogli una linguaccia con lo sguardo. Peccato che non la possa fare per davvero, pagherei per vederlo.

Scossi la testa, con un sorriso trattenuto sulle labbra.

Intanto Lancillotto si voltò verso Dagonet e questi, senza dire niente, scese da cavallo, prendendo in mano la sua scure.

-Lancillotto, non abbiamo tempo per questo- affermò Galahad –non senti i tamburi? Dobbiamo andarcene subito!-.

Ma Lancillotto non ascoltava, come al solito. Sembrava provare una profonda curiosità per cosa ci fosse dietro a quel muro, come se qualcosa lo stesse chiamando.

Reges et equites: Kings and KnightsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora