CAPITOLO 3

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Il mattino seguente aspettavo Thomas che passasse a prendermi con il pickup per andare in spiaggia. Volevo raccontargli di ieri sera. Di solito parlavamo sempre delle persone con cui uscivamo, dicevamo cosa ne pensavamo però non ci è mai passato di mente di farla conoscere agli altri due del gruppo finché non capivamo che era una cosa seria.

Saltai su e notai l'assenza di Jude.

"non è venuta?" chiesi,

"ci raggiunge dopo, non era ancora pronta." annuii e ci avviammo.

Quel giorno non c'era molta gente in spiaggia e io feci un respiro di sollievo. Mi piacevano la gente e la confusione per le strade ma in spiaggia non c'era cosa migliore di avere tanto spazio per te.

Entrammo in acqua e iniziammo a discutere del più e del meno nel frattempo che arrivasse Jude.

"beh hai pensato a che fare? Siamo agli sgoccioli" mi chiese sapendo dei miei enormi drammi. Scossi la testa.

"tu invece?"

"ho avuto una borsa di studio", alla sua risposta spalancai gli occhi.

"ma è grandioso" mi lanciai per abbracciarlo.

"sono troppo felice, non puoi capire", infatti si vedeva, aveva un sorriso a 32 denti. Thomas è un genio in matematica, in realtà è un genio in generale. Da quando era piccolo ha sempre avuto un buon rapporto con la scuola e con lo studio. Andava bene in tutte le materia, anche quelle che non gli piacevano ma in matematica eccelleva. Ogni volta che mi rispiegava qualcosa che non avevo capito, lo faceva con talmente tanta nonchalance e semplicità, gli veniva naturale spiegare qualcosa con concetti basici e semplici e per me questo è un dono. Non per niente lui ha sempre desiderato di diventare un insegnante. Ci sperava tantissimo in questa borsa di studio, per la sua famiglia il college sarebbe stata una spesa troppo grande e l'unico modo era questo, difatti quest'anno si è impegnato tantissimo. Per lui la matematica era una grande passione, l'ha sempre definita come un gioco e io mi chiedevo sempre come potesse piacergli così tanto. Non potevo essere più felice per lui.

Uscimmo dall'acqua e mi arrotolai l'asciugamano intorno alla vita. Mi misi con le mani sui fianchi di fronte il sole godendomi il calore sulla pelle. Quando riaprii gli occhi, pensavo di aver avuto una visione. Joanna stava camminando sulla riva con Taylor, indossava degli shorts e la parte superiore del bikini, lo stesso la sua amica. Inoltre aveva su una spalla una borsa di paglia, quelle che si usano di solito quando si va in spiaggia.

Quando i nostri sguardi si incrociarono, sorridemmo entrambi, lei alzò una mano per sventolarla.

"Adam, ciao" e fece una piccola corsetta per venirmi incontro.

"avevi ragione, non ci voleva troppo a piedi per arrivare qui"

"decisamente meglio della spiaggetta vicino al porto" proseguì Taylor.

"possiamo unirci a voi?" domandò Joanna,

"certamente!" urlò Thomas con un sorriso da ebete, innescando una risata in tutti e tre.

Joanna propose di giocare a pallavolo e noi tutti accettammo. Ci predisponemmo in cerchio e Thomas colpì per primo. L'aria era molto tranquilla e ci stavamo divertendo molto, le ragazze erano a loro agio e a me non poteva fare altro che un immenso piacere. Non riuscivo a togliere gli occhi di dosso a Joanna, era immensamente bella.

Loro si sfilarono i pantaloncini, prendemmo la rincorsa e in un batter d'occhio ci ritrovammo tutti in acqua. Era incredibile il feeling che c'era, Thomas e Taylor parlavano come se si conoscessero da tanto mentre io e Joanna scherzavamo, ad un certo punto la presi da dietro e le feci lievemente il solletico.

"Adam ti prego smettila" diceva a fatica tra una risata e l'altra mentre si dimenava.

"ho trovato un tuo punto debole eh" scherzai,

"non ci provare nemmeno" mi puntò un dito ridendo.

Diedi un'occhiata alle nostre cose e scorsi in lontananza Jude con un viso sconvolto, che scosse la testa e se ne andò. Io e Thomas ci scambiammo un'occhiata ignoranti di quello che era appena successo. Non stavamo facendo nulla di male, o meglio dire nulla che a lei avesse potuto o dovuto farla innervosire.

"ci parleremo dopo" pronunciò Tom. Anche le ragazze avevano uno sguardo interrogativo.

Verso mezzogiorno, tornammo a casa. Avevamo riaccompagnato le ragazze a casa con il pickup, avrei voluto chiederle di uscire, un vero appuntamento e non più un incontro casuale. E infine lo feci. Accettò e ci demmo appuntamento per le 7:30 sotto casa sua.

Quando rimanemmo soli io e Thomas parlammo finalmente di quello che era successo.

"secondo te perché ha fatto così?" chiesi,

"non lo so amico, sembrava più che dispiaciuta, delusa, boh" rispose,

"sì ma di cosa? Non ce n'è motivo"

"mmh credo che le dia fastidio Joanna"

"Joanna?" dissi perplesso confuso "perché mai?"

"ti ricordi quando ci hai raccontato la prima volta di lei? Non so se tu l'hai notato, ma lei non ha proferito parola, cosa molto strana dato che lei dice sempre la sua sulle ragazze con cui usciamo"

"sì ma continuo a non capire"

"lei oggi guardava voi. Adam sveglia, credo che le piaci!"

"a Jude? Ma cosa diavolo stai dicendo. Siamo amici da troppo tempo"

"non ne sono sicuro eh. Però molte cose mi fanno capire questo. Ha sempre avuto un modo diverso di guardarti"

"ah non lo so, non ho mai notato niente. Ma comunque, l'ho sempre vista solo come un'amica, una sorella. Siamo cresciuti insieme. Spero tu ti stia sbagliando" mi passai le mani tra i capelli.

"lo spero anche io Adam".

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