CAPITOLO 2

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Dopo averla riaccompagnata, tornai a casa ed ero molto contento. Non so spiegare bene il motivo, ma quella conversazione con lei mi aveva fatto molto piacere, poi non potevo negare che fosse davvero una gran bella ragazza. Davanti la porta di casa sua, le chiesi se era possibile rivederla una di quelle sere. Lei si girò, mi sorrise e poi mi disse "ti trovo io". Trovai quella risposta molto intrigante poi però pensai 'e se mi avesse detto così per togliermi di mezzo?' e che magari è rimasta a parlare con me solo per ringraziarmi per averle tenuto il gioco e fatto andar via quell'auto. Infine spazzai via quell'idea e non ci pensai più.

Si erano fatte le otto passate e non avevo per niente voglia di uscire perciò avvisai i miei amici e rimasi a casa tranquillo a leggere un libro. Intanto mio padre era tornato a casa da lavoro e mia madre aveva già preparato la cena. L'odore di pollo e patatine fritte percorreva le scale fino ad arrivare in camera mia. Non potetti resistere quindi scesi le scale alla velocità della luce affamato e mi sedetti a tavola. Vedevo mia sorella emozionata che chattava, probabilmente stava discutendo con le sue amiche su cosa mettere alla festa della scuola. Io risi al solo pensiero.

Mia madre mise i piatti a tavola e cominciammo a mangiare beatamente.

"la vuoi finire con quel telefono!" esclami a Courtney,

"fatti gli affari tuoi!" attaccò lei sbuffando ma mia madre parlò in mia difesa.

"tuo fratello ha ragione, lo userai dopo", a questo punto lei lo posò alzando gli occhi al cielo, e io feci una risatina.

Tutta la cena fu abbastanza tranquilla, a parte mio padre che continuava a chiedermi che cosa volessi fare ora che la scuola era finita. Se volessi andare al college o iniziare a lavorare. Io feci scena muta, non sapevo la risposta, da una parte desideravo andare al college, i miei voti erano buoni e avevo ricevuto anche delle proposte per una borsa di studio ma non volevo andarmene da Winthrop, mi sentivo troppo legato e non avevo nessuna voglia di andarmene da qui per traferirmi in una città dove del mare non troverei neanche un quadro appeso alla parete. Quindi quando mi facevano questa domanda io cercavo sempre di cambiare discorso o non rispondevo proprio. Volevo prendere tempo anche se forse di tempo non me n'era rimasto molto dato che avevo solo un'estate prima che cominciassero le lezioni. Tutto ciò che si limitava a fare mio padre era scuotere la testa.

Mia madre invece, non diceva niente. Preferiva parlarmi in disparte. Infatti dopo, quando mia sorella e mio padre si misero sul divano, io aiutai mia madre con i piatti e cominciammo a discutere su questo argomento. Le dissi i miei motivi.

"da una parte ti capisco, ma tu hai delle incredibili opportunità e saresti proprio uno sciocco se non le prendessi al volo. Qui potrai sempre ritornare un giorno" bisbigliò.

Lei era come me, nata e cresciuta qui, non voleva spostarsi ma i miei nonni l'hanno costretta a proseguire gli studi facendola trasferire. All'inizio era contrariata, ha passato le prime settimane a piangere e a non parlare con loro per molto tempo, poi lì conobbe mio padre e le cose andarono meglio soprattutto quando lui le disse che era d'accordo a trasferirsi qui dopo essersi sistemato con il lavoro.

Mio padre, da piccolo ha sempre girato per le città per via del lavoro dei suoi, quindi non capirebbe il mio senso di attaccamento verso Winthrop nonostante mia madre gliel'abbia provato a spiegare. Ma comunque si sa, se non vivi una cosa in prima persona, non capirai mai cosa si prova. Ed è per questo che quando parlavamo di questo argomento bisbigliavamo e non dicevamo nulla a lui. Ci avrebbe preso sicuramente per degli idioti.

Mi rintanai in camera mia e continuai a leggere fino a che non mi addormentai.

L'indomani feci colazione velocemente e raggiunsi Jude e Thomas che erano in spiaggia già da molto tempo. Andai a piedi, mi piaceva camminare e guardare le persone mattiniere per raggiungere il posto migliore in spiaggia, i bambini che si affrettavano per lanciarsi in acqua. Quando ero io piccolo, entravo e non uscivo fin quando la pelle delle mie dita non si raggrinziva, adoravo stare in acqua a fare lunghe nuotate.

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