Capitolo 20

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SEI MESI PRIMA

POV MEW
Mi ha lasciato scrivendo un fottuto bigliettino, ancora non ci posso credere. Mi spiace di essermela presa con Mild ieri mattina, credevo che vivendo insieme a lui sapesse qualcosa e invece ho ricevuto una porta sbattuta in faccia.
Sto provando a chiamarlo ma scatta sempre la cazzo di segreteria telefonica, lo sto intasando di messaggi sia scritti che vocali alla segreteria ma nulla.
Ma cosa ho fatto di così sbagliato da spingerlo a lasciarmi?
Fino a l'altro ieri eravamo così felici mentre facevamo l'amore nel mio letto poi improvvisamente il mio mondo viene completamente scombussolato: l'arresto di papà, il ricordo di mio zio, la rottura con Gulf.
Deve esserci qualcosa che ha spinto la mia piccola matricola ad andare via, perché lui mi ama! I suoi occhi, quando mi ha detto che mi amava erano puri, veri, sinceri.

Sono passati giorni ormai e di lui nessuna traccia, continua ad avere il telefono spento: sono andato anche nel suo piccolo appartamento che condivide con Mild ma nulla. Volevo andare anche a casa della mamma e della nonna ma appena l'ho roferito a Mild, quest'ultimo mi ha subito fermato, continuando a ribadire che quando Gulf sta nervoso vuole restare da solo e che si farà vivo lui.

Sono passati 15 giorni ed io mi convinco sempre di più che lui ormai non tornerà più e nonostante tutto continuo la mia carriera universitaria: il tirocinio procede bene, mancano gli ultimi giorni e poi consegno tutto il materiale per la tesi.
"benissimo Suppasit, un elaborato perfetto! Il tirocinio è andato non bene ma benissimo, i responsabili ti hanno tenuto d'occhio e penso che molto presto avrai una buona possibilità all'estero ragazzo mio. Ora vai e riposa, ci vediamo tra una settimana alla proclamazione" mi dice il processore mentre ci troviamo nel suo studio. Finalmente è tutto finito avrei tanto voluto festeggiare insieme a lui questo mio traguardo: per sentirlo "vicino" a me mi dirigo nel posto dove il tutto è iniziato...la biblioteca. Appena mi trovo davanti al bancone vuoto subito mi salta in mente la prima figura di merda che ho fatto con lui, scambiandolo per un altro ragazzo e come un ebete le mie labbra si incurvano in un sorriso.
Non me la sento di tornare nel mio appartamento, tutto lì dentro mi ricorda Gulf sopratutto il letto, che è stato testimone della nostra prima volta insieme, dove in quel momento contavamo solo noi due.
Appena tornato nella casa di mamma e papà mi sono subito chiuso in camera, non voglio interagire con nessuno: provo a richiamarlo ma nulla, e così in preda alla collera e al nervoso gli scrivo "se questa è la tua scelta va bene ma per me sei morto. Buona vita" per poi scagliare il telefono lontano da me.

È il giorno della laurea, è il mio giorno ma nulla di quello che mi accade intorno mi interessa: ormai è passato un mese ed io mi sento stanco, perso, vuoto. Intorno a me vedo gente che si congratula, fa festa ma io voglio solo tornare nella mia stanza e stare da solo. Dal momento esatto che ho mandato il messaggio a Gulf non l'ho più contattato, ma da quel momento ogni sera mi addormento piangendo, perché posso avergli mandato quel rude messaggio ma mi manca da morire, mi manca baciarlo, accarezzarlo, tenerlo tra le mie braccia, osservarlo mentre dorme...mi manca punto e basta! Ed io non riesco a capacitarmi del perché della sua scelta.
"mamma, papà possiamo andare via? Mi sento poco bene e stanco, vorrei tornare nel mio appartamento" dico ai miei genitori dopo aver salutato Mild e Boat "tesoro sicuro di tornare nel tuo appartamento? Se vuoi puoi stare ancora a casa nostra" rispondono "tranquilli, prima o poi dovrò affrontare i miei incubi" dico ed è la verità...
L'ascensore mi richiama all'attenzione dicendomi di essere arrivato al piano del mio appartamento e noto subito un particolare fuori la porta: un girasole con il bigliettino...è lui, che nonostante tutto è stato insieme a me.

È passata una settimana dalla mia laurea e come mi aveva già anticipato il professore una multicompagnia estera mi ha telefonato: mi hanno offerto un posto di lavoro lontano da Bangkok...in America, di preciso New York.
Ed io sono combattuto nell'andare o rifiutare, mi hanno dato una settimana di tempo per decidere.
Cosa dovrei fare?

Gli opposti si attraggono Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora