Capitolo 20

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Pochi giorni fa, Klaus ha costretto Bonnie a sciogliere l'incantesimo che teneva uniti i Mikaelson, minacciandola di uccidere tutti coloro a cui voleva bene, come ad esempio sua madre o Jeremy.

Una settimana dopo

Alaric sembra scomparso.
Io sono a casa di Klaus. "voglio farti vedere una cosa." mi dice lui.
"cosa?" chiedo. Mi prende per mano e mi accompagna su per le scale. Arriviamo davanti alla seconda porta a destra del lungo corridoio. Apre la porta. Appena vedo ciò che c'è dentro, mi si schiude leggermente la bocca. Le pareti completamente nere sono tapezzate di vari dipinti; ci sono tele ovunque: appese ai muri, per terra, su dei gambaletti, appoggiate alle pareti. Alcune tele sono bianche, altre incomplete, altre ancora sono completate, poi ce n'è qualcuna nuova e qualcun'altra rotta. In fondo alla stanza, a destra, c'è una scrivania e di fianco ad essa c'è una finestra con un davanzale. In poche parole, è tutto magnifico.
Gli lascio la mano e mi addentro maggiormente nella stanza. Lui si siede su uno sgabello davanti ad una tela sopra ad un gambaletto, prede in mano un pennello e prosegue un suo dipinto, il quale raffigura un paesaggio di montagna.
Io vado dietro di lui e gli metto le mani sulle sue spalle, facendogli dei piccoli massaggi su di esse. Percepisco i suoi muscoli rilassarsi. "è bellissimo" dico a tono di voce basso, riferendomi al dipinto. Lui sorride. Prendo poi un altro sgabello e lo metto dietro al suo. Mi siedo e gli abbraccio la vita da dietro, mettendo il mio mento sulla sua spalla.
Dopo poco si gira e preme le sue labbra sulle mie. Salgo a cavalcioni su di lui, senza staccare le nostre labbra per un secondo, a parte per riprendere aria, mentre lui mi mette le mani sulla vita.
Il nostro momento viene interrotto da Elijah che spalanca la porta. Io, rossa in faccia dall'imbarazzo, mi alzo di scatto dalle gambe di Klaus. "oh.. Ehm.. Scusate, io.." dice Elijah a disagio, vedendoci in quella posizione.
"cosa vuoi Elijah?" chiede Klaus irritato.
"volevo chiedere se avevate scoperto qualcosa di Alaric, ma a quanto pare mi sbagliavo. Tolgo il disturbo." si scusa l'Originale elegante. Quest'ultimo esce dalla porta e la chiude. Klaus alza gli occhi al cielo, mentre a me scappa una risatina.

È il giorno dopo. Vado a scuola perché mi ha appena chiamata Caroline e mi ha detto che vuole che ci incontriamo.
Entro a scuola. Non si sente volare una mosca. Mi concentro per cercare di percepire un qualunque suono con il mio udito da vampiro, anche per capire dove si trova Caroline.
Ora sento delle voci in lontananza. "Caroline?" la chiamo per sapere se è lei. Seguo il suono delle voci e mi conducono a un'aula. La apro, e quello che mi si presenta davanti è orribile: Alaric in piedi davanti alla scrivania e Caroline ed Elena sedute sui banchi; per giunta, però, Caroline ha un panno di verbena legato sulla bocca e due matite conficcate nelle mani. Capisco che la telefonata di Caroline era una trappola.
Tutti e tre si girano verso di me. "bene, una vampira in più. Perfetto" ghigna Alaric.
"lasciale andare" gli ordino io.
"e sentiamo, chi saresti tu per darmi ordini?"
"una che se vuole ti può fare il culo".
"certo" ride divertito Alaric. "lo sai chi sono io? Il vampiro più potente, anche più degli Originali".
"sì, so benissimo chi sei. Il problema è che tu non sai chi sono io" gli rispondo io.
"e chi saresti?" chiede lui, senza togliersi quel sorrisetto dalla faccia.
A quella domanda, corro verso di lui con la velocità da vampiro. Prima di raggiungerlo, però, Elena si para davanti a me e gli spacca un bicchiere in testa. Io mi fermo di colpo per non andarle addosso e alzo gli occhi al cielo per il suo gesto estremamente inutile. Il bicchiere, infatti, non gli fa nemmeno il solletico. Questo momento non ha fatto altro che distrarmi, quindi, di conseguenza, abbassare la guardia. Alaric, difatti, corre verso di me e mi trafigge lo stomaco con il suo nuovo pugnale di quercia bianca forgiato dalla strega Originale in persona. Io mi accascio a terra dal dolore, e manca poco al perdere completamente i sensi, però decido di resistere e di non lasciarmi andare. Elena e Caroline mi guardano allarmate, mentre Alaric se la ride compiaciuto. Io cerco di togliermi il pugnale ma non riesco a causa del dolore lancinante.
"ce ne metti di tempo a morire, eh?" chiede sarcastico Alaric. A questo punto, si avvicina, si inginocchia vicino a me e mi spinge il pugnale ancora più in profondità, così da poter velocizzare la mia morte. Io trattengo il respiro dal dolore. Alaric mi accarezza la guancia con le dita e dice ridendo "che peccato sprecare una tale bellezza". In quel momento, si sentono dei rumori fuori dalla porta. "vado a controllare chi c'è fuori. Se qualcuno si muove da qui, si può anche considerare morto". Il vampiro esce.
"mi dispiace, Krystal. È tutta colpa mia" mi dice Elena, riferendosi al suo gesto di prima del bicchiere. Se non fosse intervenuta, non sarebbe successo niente e io non sarei in punto di morte. Ovviamente non le rispondo, visto che non riesco, dato il dolore che mi attraversa tutto il corpo. Damon spalanca la porta e porta via Caroline ed Elena, mentre per me si avvicina Klaus. Io sono ancora inginocchiata a terra con le mani sul pugnale, sempre intenta ad estrarlo. "tesoro, non temere, ti aiuto io" mi rassicura lui. Anche lui si inginocchia davanti a me e mette le mani sopra le mie, che si trovano sull'estremità del pugnale. Insieme tiriamo. Il pugnale esce lentamente dal mio stomaco, mentre io urlo dal dolore. Finalmente, il legno è fuori, e io cado tra le braccia di Klaus. Lui afferra il paletto, mi prende in braccio e si alza. La ferita che mi ha procurato il pugnale si cura abbastanza rapidamente, e io scendo dalle sue braccia, visto che ora riesco a camminare.
Arriviamo davanti ad Alaric, e ci sono anche Damon e Stefan, mentre Elena e Caroline se ne stanno in disparte.
"vedo che sei ancora viva. Come è possibile?" mi chiede Alaric. Io alzo le spalle. Velocemente prendo il paletto di quercia bianca che tiene in mano Klaus; a velocità vampiro, corro verso di lui, gli prendo il collo e lo tengo contro il muro. Gli punto poi il paletto al cuore. Stringo sempre di più il collo, fino a che non riesce a respirare, ma noto che anche Elena sta soffocando.
Tutti quanti capiamo allora che Esther aveva bisogno del sangue della doppelgänger per collegare la sua vita a quella di Alaric. In questo modo anche lui avrebbe avuto un modo per morire, visto che chiunque, e dico chiunque, ha un punto debole. Se muore Elena, muore anche lui.
Quindi, lascio andare il suo collo, e a fatica ritorna a respirare. "cosa diavolo sei tu?" mi chiede lui, poi continua "come è possibile che tu sia quasi riuscita ad uccidermi? Io sono più forte di un Originale!"
"io ti avevo avvisato che, se avessi voluto, avrei potuto farti il culo" dico io ghignando. Tutti quanti mi guardano confusi, mentre io lascio l'istituto.

An Original Love | N.M.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora