«Ciao bellissima, come stai?? Ti porto il solito??» le chiese Rosalinda, l'anziana signora proprietaria del bar pasticceria preferito in assoluto, di Raissa, "La casa della nonna". Non era un locale super conosciuto nella città piemontese. Anzi, di bar pasticcerie come queste, per Raissa c'è n'erano anche fin troppe in città. Tutte con gli stessi colori, ricami, foto, quadri, fiori, dolci. L'unica cosa che questo locale aveva di diverso dagli altri, era proprio la vivacità con la quale la signora Rosalinda, Rosa per gli amici, accoglieva i suoi clienti. Che fossero clienti abituali come Raissa, o che fossero turisti di passaggio, che non avrebbe mai più rivisto.
La ragazza dopo aver annuito all'ultima domanda, aggiungendo un impercettibile 'bene' in risposta alla prima, prese posto in quello che ormai era diventato il suo tavolino personale, e che Rosalinda, ogni settimana si preoccupava di lasciar libero con un piccolo cartoncino con su scritto «Riservato». Si trattava del tavolino più isolato da tutti, proprio in fondo al locale, ma che dava la perfetta visuale di tutti gli altri e della porta d'ingresso. Ogni volta che prendeva posto si sentiva una di quelle spie appartenenti al film di James Bond. Invisibile agli occhi degli altri, ma gli altri visibili ai suoi, di occhi. Amava osservare ogni piccolo dettaglio di ogni singolo cliente. Come ad esempio il bambino che aveva scoperto chiamarsi Luca, e che come lei, ogni sabato in compagnia della madre veniva a fare colazione ordinando una squisita pastina alla Nutella, finendo per impiastriciarsi tutto, sotto lo sguardo vigile ma divertito della madre, che ormai da sette mesi a questa parte portava ingrembo una nuova creatura. O come il signor Anselmo, un anzianotto che già alle nove del mattino richiedeva un caffè corretto cercando di strappare un appuntamento a Rosalinda, fallendo miseramente ogni volta. O ancora come, quel gruppo di tre ragazze, che pur di mangiare con gli occhi il nuovo cameriere del locale, ordinavano della semplicissima acqua rigorosamente fredda. Raissa, amava perdersi nei piccoli dettagli, sosteneva che erano proprio le piccole cose a rendere bella ed interessante una persona.
«Ecco qua, per la mia cliente preferita la sua colazione preferita! Una fetta di torta al miele e noci e un cappuccino caldo, caldo!!» esclamò, lasciando sul tavolino la colazione della ragazza, mentre quest'ultima con un sorriso molto contagioso stampato sul volto, iniziò a negare con la testa. E come da copione settimanale, rispose a quella assurda affermazione con un semplice «Grazie proprietaria preferita, del mio locale preferito!».
Dopo che i genitori di Raissa ebbero la brillante idea di non farsi più vivi, Raissa oltre a perdere una madre, un padre e un fratello perse anche quello che le girava intorno. I suoi zii, i suoi cugini, i suoi amici e i suoi amati nonni. Rosalinda, in quanto tale, le ricordava molto sua nonna Camilla, sia per carattere sia per fisicità, e non c'era voluto molto, che le due legassero. Rosalinda inoltre, avendo perso il marito, qualche anno dopo il loro matrimonio, non era riuscita a realizzare il suo sogno più grande: creare una famiglia, e poi in seguito diventare nonna. Nonostante Raissa non facesse, però, parte della sua famiglia, aveva fatto in modo che questo sogno diventasse realtà... Anche se purtroppo non erano state firmate nessun carte, e per lo stato le due continuavano ad essere semplicemente due conoscenti.
Venti minuti più tardi, l'ultimo goccio di caffè, si ritrovò a disperdersi nel corpo della giovane ragazza, pronta ad affrontare l'ultima giornata di lavoro della settimana, prima della suo domenica di riposo. Con fare meccanico, infilò gli occhiali da sole per nascondere le sue iridi, infilò le maniche del suo pesante giubbotto in jeans e con la borsa in spalla ed il suo fidatissimo mezzo di trasporto, uno skateboard fucsia fluo, in mano, si avvicinò alla casa, allungando verso Ginevra, l'altra dipendente del locale, i soldi necessari per pagare la sua colazione.
«Giusti come sempre. Ci vediamo la prossima settimana. Buona gior...» Raissa, però, non riuscì a concludere la sua frase, che proprio la finta bionda, bloccò ogni suo movimento stringendo la sua mano destra intorno al suo polso, riportandola con lo sguardo verso di lei e le spalle verso i clienti. Con un sorrisetto furbo in volto, le riconsegno la banconota da cinque euro, indicandogli con un cenno del capo qualcosa dietro di lei. Raissa, che non era mai stata una cima nel raccogliere i segnali, si voltò quel poco per riuscire a scorgere dietro di lei la figura di un ragazzo, che molto probabilmente avrebbe avuto solo pochi anni in più di lei, seduto, che continuava a fissarla.
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Il Destino Ha La Sua Puntualità [] Paulo Dybala []
FanfictionRaissa si è sempre sentita etichettata come una figlia di serie C. Nulla a vedere con la serie A, dove invece era stato piazzato suo fratello gemello. Raissa si è sempre sentita etichettata come quella figlia che qulasiasi cosa fa, non è mai quella...