«Dopietta di Paulo...»
«DYBALA!»
«Paulo...»
«DYBALA!»
In un solo secondo, l'intero stadio, o per lo più, tutta, la curva bianconera, esplose in un boato, acclamando il numero dieci che in meno di mezz'ora era riuscito a realizzare i due gol che stavano portando la Vecchia Signora, a vittoria certa. Era la prima partita, dopo il periodo nero, com'era stato chiamato da giornalisti, che Paulo partiva dal primo minuto, e Raissa che si trovava nelle tribune affiancata da Lara e Roberta, come se fosse una di quei tanti bimbi presenti allo stadio ed innamorati di quel numero dieci, stava rispondendo allo speaker infischiandosene degli occhi e dei commenti da vipera di Michela.
«Paulo oggi, ha deciso di far perdere la voce a tutti!» esclamò Roberta, con un sorriso stampato in volto, dopo la terza rete della serata del numero dieci, mentre Raissa annuì, non staccando, però, nemmeno per mezzo secondo i suoi occhi dal campo. Dalla figura imperlata di sudore, ma sorridente, del numero dieci, che nonostante non potesse vedere la ragazza, se l'era immaginata proprio come il bimbo che in quel momento occupava il suo campo visivo. La sua maglia indosso, gli occhi lucidi, un sorriso da orecchio a orecchio non riuscendo a stare fermo nemmeno un attimo, sotto i rimproveri divertiti del padre, consapevole anche lui che più di tanto non poteva sgridarlo visto che anche lui si trovava nelle stesse condizioni del figlio.
Il triplice fischio portò una festa ulteriore sia in campo che in curva. Una festa, dove l'unico soggetto che Raissa stava continunado a fissare, era il numero dieci che si era seduto a terra, con il pallone che avrebbe riportato a casa, continunado a fissare il cielo, che per colpa delle luci artificiali dello stadio, era semplicemente nero. Aveva dedicato, come sempre, quei tre Goal, a suo padre, che ovunque fosse, sapeva che sarebbe sempre stato il suo tifoso numero uno, insieme a sua mamma, e che non avrebbe mai mancato una partita. Ma quella sera, Paulo, aveva deciso di condividere quei tre goal. Di non dedicarli solo al padre, ma anche alla ragazza che era entrata nel suo cuore. Una dedica silenziosa fatta con il cuore. Con gli occhi. Una dedica che solo Paulo sapeva di aver fatto.
«Raissa, noi andiamo giù, verso gli spogliatoi. Vieni?» le chiese Roberta, pronta a raggiungere lo spogliatoio per complimentarsi con il marito, mentre Raissa annuì, aggiungendo un flebile “Andate pure. Vi raggiungo subito!” non staccando gli occhi dalla figura del calciatore, che venne sommerso dalle braccia di Gonzalo. L'ennesimo sorriso nacque sul volto della ragazza, che stava riprendendo quella dolce scena con il cellulare. Avrebbe voluto fermare il tempo, e godersi quel momento per sempre. Avrebbe voluto fermare il tempo, perché per la prima volta si sentiva bene e felice, solo la mano di Veronica, però, la riporto con la testa sulle spalle.
«Ciao Raissa, scusa il disturbo... Possiamo parlare, cinque minuti?» le chiese con un lieve sorriso in volto, consapevole di dover dare della scusa alla giovane ragazza, che con sguardo curioso annuì, portando una ciocca dietro l'orecchio e il telefono dentro la borsetta. Veronica, lasciò un piccolo respiro libero prima di fare quello che le avrebbe ripulito la coscienza. «Volevo chiederti scusa, per quello che ho fatto durante il derby. Non è da me, e solo che io e Fede siamo ritornati assieme da poco, e Michela è stata l'unica ad aprirmi le braccia tra tutte le ragazze... Forse non volevo perdere l'unica amica che ho ritrovato, e mi sono lasciata trascinare in un comportamento che non amo e che ha fatto soffrire non solo te, ma anche Paulo. Quindi davvero scusa, spero potrai perdonarmi... Vorrei davvero tanto, ricominciare da capo e perché no, provare ad essere amiche!» ammise, cercando di essere il più vera possibile mentre Raissa ascoltò attentamente ragionando su ogni parola, lasciandola finire di parlare. Odiava interrompere i discorsi della gente, ed aveva imparato ad usare le parole adatte per non spezzare i vari cuori. Aveva imparato sulla sua pelle, che le parole facevano molto più male di qualsiasi altra cosa
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Il Destino Ha La Sua Puntualità [] Paulo Dybala []
Fiksi PenggemarRaissa si è sempre sentita etichettata come una figlia di serie C. Nulla a vedere con la serie A, dove invece era stato piazzato suo fratello gemello. Raissa si è sempre sentita etichettata come quella figlia che qulasiasi cosa fa, non è mai quella...