ventitré♡

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«Sono 23 pesos, grazie e buona permanenza nella bella Argentina!» esclamò il taxista, mentre Raissa con un sorriso sul volto, consegnò il conto di questo breve viaggio in taxi, per poi scendere dal mezzo, ritrovandosi davanti alla villetta della sua meta.
Si trovavo in Argentina, esattamente a Laguna Larga, davanti alla villetta di proprietà di Alicia Dybala, la mamma di Paulo. Dopo sia il discorso di Gabriele, che quello di Roberta, durante il ritorno in skateboard per ritornare a casa, si era ritrovata a pensare a tutto e a niente. A come farsi perdonare, a come raccontare tutta la verità senza tralasciare nessun minimo dettaglio, a come far capire che Paulo per lei è davvero importante. Stava guardando il suo film preferito, quando vide la foto che Paulo aveva appena pubblicato. Lui con sua mamma e il suo cagnolino, e lì, l'idea malsana di partire, prendere per la prima volta un'aereo e affrontare un interminabile viaggio di sedici ore solo per riavere Paulo nella sua vita. Insomma Raissa aveva capito essere più che innamorata e che ormai per lui avrebbe fatto questo ed altro. Senza esitare, afferrò il cellulare, e dopo tre interminabili settimane e mezzo di silenzio assoluto, schiacciò quella dannata cornetta verde su quel contatto che il più delle volte l'aveva vista piangere. Più del dovuto.

Un squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Quattro squilli.

«Pronto!» esclamò Paulo con un sguardo stranito da quella telefonata così inaspettata, mentre la voce dell'attaccante fece nascere un sorriso sul volto di Raissa, che purtroppo le mancava da un po', mentre una lacrima solitaria scivolò libera sul volto. Si gli era mancato!

«Hey, Pau!» avrebbe tanto voluto rispondere con tono pacato e sicuro di quel che stava per fare e per dire, ma quel singhiozzo, spezzò tutto il suo buon principio, lasciando spazio a fiumi di lacrime e una tristezza consapevole della stronzata fatta

«Niñita, tutto bene?... Mi Stai facendo preoccupare, ti prego rispondimi!»

«P-Pau io sono stata una s-stupida... I-io ho bisogno di p-parlarti. Faccia a faccia!» non era proprio così che aveva preparato questo discorso nelle sua testa, ma ovviamente il suo cervello era andato in tilt completo, facendola parlare nel modo più vero possibile: con il cuore.

«Niñita, sono in Argentina. Ritorno tra tre giorni. Però se hai bisogno di parlare possiamo farlo in videochiamata non sar...» cercò di trovare le parole giuste, anche se un sorriso aveva prese posto sul suo volto, per quella rivelazione.

«Sono davanti a casa tua!» esclamò interompendolo, e sedendosi sopra il trolley fucsia evidenziatore, sentendo le gambe molle, ma non togliendo lo sguardo dal portoncino d'ingresso di quella meravigliosa villetta argentina

«Niñita, te l'ho appena detto sono in Argentina. A Lagun...» esclamò ancora, mentre in mezzo a tutte quelle lacrime, sul volto di Raissa nacque un sorriso. Di certo Paulo non si aspettava che per casa sua, Raissa, intendesse proprio il paesino argentino dov'era cresciuto.

«Pau, sono a Laguna Larga. Davanti all'ingresso della villetta di tua mamma con un evidente valigia fluo!» esclamò interompendolo per la seconda volta, com'era solito fare, sperando vivamente che Paulo fosse lì dentro, pronto ad aprirle ed ad ascoltarla. Dall'altro capo non sentii più nulla se non la chiamata che veniva chiusa e dentro di sé la paura che Paulo non la volesse più vedere si concretizzò. Dentro in casa, invece, Paulo si gettò di lancio sulla finestra sperando che tutto questo non fosse uno stupido scherzo. Ma non lo era, perché Raissa era davvero là, seduta su quel trolley così evidente. La vide riposizionare il cellulare dentro la tasca dei suoi jeans, rimettere in spalla lo zaino che aveva fatto da bagaglio a mano e risollevare il manico del trolley, senza mai staccare gli occhi da quel portoncino, non accorgendosi che dalle vetrate imparte Paulo con un sorriso da ebete stava continuando a fissarla, ancora incredulo. Raissa, dopo l'ennesimo minuto trascorso, nella sua testa constato che ci stesse mettendo troppo, e che quindi era un chiaro ed evidente segno che lui «Di me non ne vuole più sapere nulla!» Abbassò lo sguardo, amareggiata e delusa per averci messo troppo tempo a capire, consapevole almeno di averci provato fino in fondo. Quando Paulo capí che la ragazza si stava per allontanare con uno scatto arrivò al citofono, premendo senza estrazione il pulsante per aprire il cancelletto. Il classico suono arrivò dritto, dritto alle sue orecchie, e con molto timore sollevò lo sguardo, ancora appannato da tutte le lacrime che non avevano smesso di scendere, quando da quel portoncino che aveva tanto fissato notò la figura del calciatore, con solo indosso un pantaloncini della divisa bianconera. Un sorriso nacque su entrambi i volti, e con molto timore, Raissa trascinò la valigia appresso, varcando la soglia e chiudendosi il cancelletto alle spalle con tutte le stronzate fatte in queste settimane.
Si guardarono per diversi secondi. Gli occhi di Raissa su quelli suoi. Gli occhi di Paulo su quelli di lei. Sembrava un po' una di quelle classiche scene nei film d'amore, dove lei capisce di aver fatto una stronzata e prima di gettarsi tra le braccia di lui, dopo averlo inseguito per mari e monti, ci sono quei minuti dove si guardano più innamorati che mai. Più felici che mai e con la voglia di abbracciarsi e ricominciare, senza commette più stupidi errori.
Raissa di qualche passo, si avvicinò verso Paulo, mentre lui fece lo stesso verso di lei, ma ormai stanca della lontananza, la ragazza lasciò la valigia e lo zaino in mezzo al vialetto, per poi iniziare a correre verso Paulo, che prontamente la prese in braccio facendole avvitare le gambe intorno al suo bacino. Raissa nascose la testa nell'incavo del suo collo, beandosi del suo profumo e delle carezze che le stava regalando. Paulo, invece non smetteva di sorridere e pensare tra sé e sé che la sua Raissa fosse finalmente, di nuovo, tra le sue braccia, e che ora non l'avrebbe più lasciata andare via. Raissa non osò alzare la testa, nemmeno quando sentii dei rumori provenienti dalla casa. L'imbarazzo avrebbe sempre fatto parte di lei.

Il Destino Ha La Sua Puntualità [] Paulo Dybala [] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora