capitolo 12

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Misako osservò preoccupata la sorella. Ormai erano un paio di giorni che Sakurako osservava il vuoto e sospirava in preda a chissà quali pensieri.
Non riusciva a spiegarsi i suoi cambiamenti d'umore: all'improvviso era la gioia in persona, sempre sorridente e pronta ad aiutare in casa come se non fosse malata (nonostante la sua malattia le ponessero dei grossi limiti) e ora, di punto in bianco, eccola taciturna e pensierosa.
" Che sta succedendo? " pensò Misako.
Il suo primo pensiero fu quello che avesse conosciuto un ragazzo ma l'accontono' subito: non passava mai nessuno da quelle parti e Sakurako non usciva di casa da anni per via delle sue condizioni.
Magari lo stato d'animo di questi due giorni era dovuto all'anniversario della morte di sua madre... ogni anno, a quella ricorrenza, Sakurako si chiudeva in sé stessa.
"Ma questo non spiega i suoi strani atteggiamenti..."
Misako si fece coraggio e si avvicinò alla sorella.
- Sakurako, posso parlarti un attimo? -
- Mhhh? Ok... - rispose lei sempre con lo sguardo perso nel vuoto.
Misako si sedette vicino a lei - ascolta Sakurako, che sta succedendo? -
Sakurako si voltò verso di lei - in che senso? -
- Avanti, non fare la finta tonta - esclamò Misako facendosi coraggio - sai benissimo di cosa sto parlando -
L'espressione di Sakurako si fece tesa, mentre lei sbiancò di colpo, dando conferma alla sorella che stesse nascondendo qualcosa.
- N... non so di cosa stai parlando... -
- Dai, sorellona! Pensi davvero che non me ne sia accorta? - sbottò Misako - è da tempo che sei cambiata! Stai affrontando la tua malattia con più vigore rispetto a prima, sei molto più sorridente e ti alterni a periodi di silenzio e isolamento! E poi ultimamente dormi di più al mattino e aspetti sempre con ansia il buio! Per non parlare di quella strana inquietudine che avverto di notte - aggiunse con un tremito - quella sensazione di pericolo che avverto sempre dalla tua camera -
Sakurako non rispose, si limitò a distogliere lo sguardo da Misako e osservare il cielo macchiato dal tramonto.
- Sakurako, ti prego. Dimmi che sta succedendo - la implorò sua sorella - resterà fra noi due! Sai che puoi fidarti di me! -
- Non capiresti, Misa... - rispose Sakurako senza nemmeno guardarla -ti prego, fai finta che non stia succedendo nulla -
Misako si alzò e si allontanò da sua sorella. C'era qualcosa di strano e voleva scoprirlo ad ogni costo.

Sakurako vide la sorella andarsene via stizzita. Le era dispiaciuto non poterle dire niente, di solito si erano sempre confidate tutto ma quello non era proprio il caso.
" Sai, sorellina, ogni notte mi viene a trovare un demone e non uno qualunque, uno di quelli più pericolosi, e mi sono innamorata di lui ma tranquilla, siamo solo amici. Ti va di conoscerlo? "
Solo a pensare ad una cosa del genere la demoralizzò. Sia Misako che la sua famiglia non avrebbero mai accettato una cosa del genere. A suo padre sarebbe venuto un colpo!
Come se non bastasse, in quei due giorni era giù sia per l'anniversario di sua madre che per lo strano comportamento di Akaza durante i fuochi.
La giovane ripensò a sua madre; nonostante l'avesse persa che era molto piccola, ne sentiva parecchio la mancanza e desiderava ardentemente poterla andare a trovare al cimitero ma suo padre non se la sentiva di portarcela. Temeva per la sua salute e non voleva rischiare di affaticcarla troppo.
- Mamma mia, che faccia! - esclamò Akaza apparendo vicino a lei - che succede? -
- Ciao anche a te - sorrise appena Sakurako - comunque non è niente, stavo pensando a mia madre -
- Ti rende la vita difficile? - scherzò Akaza - se vuoi me ne occupo io -
- Grazie per l'offerta - rispose lei - ma quella non è mia madre. È solo la seconda moglie di mio padre. Mia madre è morta tanti anni fa per una malattia -
Akaza abbassò lo sguardo - perdonami, non lo sapevo. Sono stato indelicato -
Sakurako posò una mano sul braccio del demone - Tranquillo, è tutto ok. E poi sei sempre indelicato - aggiunse cercando di sdrammatizzare la situazione.
Akaza la guardò male.
- Il fatto - continuò Sakurako - è che oggi è l'anniversario della sua morte e ogni anno devo starmene qui mentre mio padre va da solo al cimitero per salutarla -
- Da quanto tempo non vai da lei?  -
- Da troppo tempo, ero ancora una bambina l'ultima volta che ci sono stata -
Akaza si sedette vicino a lei e le accarezzò i capelli in silenzio. Poi le venne un'idea.
Si voltò verso il demone - Akaza, tu mi vuoi bene, vero? - gli domandò sfoderando due begli occhioni dolci.
Akaza era quasi spaventato - perché mi guardi in quel modo? -
- Mi accompagneresti da mia madre? - gli chiese Sakurako con una vocina da bambina - ti preeeeeeeeegoooooo... -
Akaza la guardò male - per caso mi hai preso per un cavallo? -
Sakurako continuò a fargli gli occhioni dolci e alla fine lui sospirò.
- E va bene... - sbuffò lui - ti accompagno -
- Grazie, Akaza - esclamò felice Sakurako abbracciandolo - sei il migliore! -
- Sei una ruffiana - sbuffò Akaza senza riuscire a trattenere un sorriso - dai, salta su e non provare a dire quella cosa - aggiunse minaccioso mentre Sakurako stava per aprire bocca.
La ragazza ridacchiò - ok, capo -
Akaza sospirò di nuovo - cosa ho fatto di male quel giorno... - e sfrecciò via nella foresta, inconsapevole insieme a Sakurako che qualcuno aveva visto tutto.

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