capitolo 19

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Sakurako sfrecciò lungo i boschi e le montagne senza riflettere sulla destinazione, ancora in lacrime. Le parole di Akaza continuavano a risuonare nella sua testa.
"Se non stai più bene con me, puoi anche andartene, non ti obbligo a restare. E poi io sono questo, che tu lo voglia o no. Anzi, se la tua vita da demone ti fa così schifo, vattene dagli amazzademoni. Saranno felici di liberarti da questo fardello ".
Perché doveva sempre essere così duro con lei? Era come se non la vedesse più come una compagna ma come un semplice demone da addestrare. Che fine aveva fatto il ragazzo gentile e premuroso che aveva conosciuto?
"Ho fatto tutto questo per lui, alla fine a cosa è servito?" pensò scoraggiata lei, iniziando a rallentare la corsa fino a fermarsi "mi sono nutrita fino a star male solo per aumentare la mia forza e sopportato tutti quei allenamenti per dimostrargli che ero degna di stare al suo fianco. Ho perso la mia vita umana perché mi sono legata a lui, possibile che non gli importi? Gli piacevo solo quando ero umana?"
La ragazza alzò lo sguardo al cielo, notando che da lì a breve sarebbe giunta l'alba.
Si guardò intorno, dov'era finita? Si era allontanata parecchio dalla città dei cacciatori. Aveva corso tutti quei chilometri senza nemmeno rendersene conto.
Sakurako guardò di nuovo il cielo, doveva cercare un riparo prima del sorgere del sole. Eppure, seppur in piccola parte, era tentata di non scappare e restare sotto la luce del sole. Almeno avrebbe smesso di soffrire.
Qualcosa riportò Sakurako alla realtà. C'era qualcosa di estremamente potente in quel bosco.
Si guardò intorno, tesa, cercando di capire da dove veniva quel senso di pericolo. Solo una luna crescente possedeva un'aura del genere.
Il suo primo pensiero andò ad Akaza. Possibile che l'avesse seguita?
"No, non è lui..." pensò amareggiata Sakurako "per quanto sia forte, non emana un'aura del genere. Deve essere sicuramente la prima luna crescente o la seconda"
Pensò alle due lune crescenti, Kokushibo, prima luna crescente, e Douma, seconda luna crescente. Aveva conosciuto Douma da umana, salvandole la vita quando era umana, e l'aveva rivisto una volta sola durante la sua vita da demone. Kokushibo, invece, ne aveva solo sentito parlare. A differenza degli altri demoni, loro uccidevano i propri simili solo in caso di punizione.
Sakurako cercò di allontanarsi, sperando che la luna crescente non si fosse accorta di lei. Sapeva che non era in pericolo di vita ma non voleva rischiare. Con loro non si poteva mai sapere.
La giovane non riuscì a fare nemmeno un metro che se lo ritrovò davanti.
- Guarda chi si vede - disse lui entusiasta - la piccola Sakurako! O dovrei chiamarti Hime? Anzi, sai cosa ti dico? - aggiunse senza dar tempo alla ragazza di rispondere - ti chiamerò Sakurakohime! È più bello! -
Sakurako si rilassò - Buonasera, nobile Douma. Per un attimo temevo che si trattasse di un altro demone... -
- Via, cosa sono queste formalità? - rise Douma scuotendo la mano - chiamami semplicemente Douma! A proposito, che ci fai qui? Non dovresti essere con Akaza? -
Sakurako abbassò lo sguardo, senza proferire parola.
- Capisco - mormorò Douma - avete litigato, vero? -
La giovane annuì, cercando di trattenere le lacrime.
- Vedrai che si risolverà - disse lui accarezzandole la testa - nel frattempo, se non hai un posto dove stare puoi venire da me. Almeno sarai protetta dal sole e avrai cibo in abbondanza senza tanto sforzo -
Sakurako alzò lo sguardo sul demone - dici sul serio? -
- Ma certo! - annuì Douma sorridendo - sei la ragazza del mio migliore amico nonché una mia creatura poiché ti ho trasformato io stesso. Mi sembra il minimo! -
- Ti ringrazio, nobile Douma - esclamò Sakurako inchinandosi più volte - spero che non ti sia di disturbo -
- continua a chiamarmi "Nobile Douma" e giuro che ti lego sul tetto sotto la luce del sole - la minacciò lui, facendo rabbrividire Sakurako.
- O... ok, Douma - disse Sakurako affiancandosi a lui con un leggero tremito.

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