capitolo 17

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Akaza sfrecciò velocissimo, lieto che quella settimana fosse finita. Non vedeva l'ora di rivedere la sua Sakurako. È stato in apprensione per tutto il tempo e non si sarebbe tranquillizzato fino a quando non l'avrebbe rivista.
Era incredibile di come si fosse subito legato a quell'umana, lui stesso ne era stupito. Era nato tutto dal suo girovagare nel bosco, aveva sentito una bellissima voce cantare una sorta di ninna nanna e si era avvicinato per ascoltarla. Non sapeva cosa l'aveva colpito di più, se la bellezza di quella voce o della ragazza.
Morale della favola: tutte le sere andava ad ascoltarla e alla fine si era mostrato a lei, diventando prima un amico e poi qualcosa di più.
Tra l'altro il suo rapporto con Sakurako gli dava un senso di nostalgia, come se in passato avesse vissuto qualcosa del genere... forse era un ricordo della sua vita umana.
Il demone si fermò di colpo, percependo due presenze. Si nascose fra gli alberi e li osservò furtivo. Erano due spadaccini amazzademoni e a giudicare dal loro spirito combattivo dovevano essere alle prime armi.
- Sei sicuro che sia la direzione giusta? - disse il ragazzo più giovane con aria apprensiva.
- Si - replicò l'altro - il corvo ha parlato di una residenza situata al limitare del bosco e gli abitanti del paese hanno confermato tutto -
Akaza aggrottò le sopracciglia. Una residenza situata al limitare del bosco? Perché cercavano la casa di Sakurako?
Ricordò di quando la ragazza gli aveva parlato della sua famiglia, suo nonno era un ex pilastro del vento. Che cercavano qualcosa a che fare con lui?
- Sempai Takuya - disse il ragazzo più giovane - dici che il demone sarà lì? -
- Probabile - annuì Takuya - cerca di restare calmo, Hiro -
Ad Akaza si fermò il cuore per qualche istante.
Nella zona vi era un demone e sembrava stesse nei pressi della casa di Sakurako.
Senza pensarci due volte, seguì i ragazzi senza che loro se ne accorgessero.

Il giovane Hiro era sempre più agitato. Era diventato cacciatore da poco e quello era il suo primo demone.
Lo avevano mandato in missione con Takuya, uno spadaccino del suo stesso rango ma con un po' più di esperienza.
Si guardava intorno spaventato, quel bosco non gli piaceva. Era come se si sentisse osservato.
- Mantieni la calma, Hiro - gli disse Takuya - siamo quasi giunti a destinazione -
Il ragazzo annuì, invidioso della calma che mostrava il compagno.
Stavano andando alla cieca, non conoscevano l'aspetto del demone, sapevano solo che era molto pericoloso. Come lo avrebbero trovato?
Improvvisamente sentirono una ragazza cantare in lontananza e i due si fermarono.
- Che bella voce - disse Hiro quasi ammirato - non può essere un demone -
- Non lo so - mormorò Takuya - viene da laggiù, andiamo -
I due ragazzi corsero a perdifiato, seguendo la voce, e si ritrovarono davanti all' abitazioni degli Oriyama. Seduta sulla veranda vi era una splendida ragazza che cantava.
Hiro era ammaliato da quella fanciulla, non aveva mai visto una ragazza così bella.
Dalla pelle diafana e i lunghissimi capelli neri, sembrava un angelo sceso in terra.
- Santo cielo - sussurrò Hiro - che meraviglia -
- Qualcosa non va - rispose Takuya - che ci fa questa ragazza qui? -
La giovane smise di cantare e li osservò coi suoi occhioni viola,puliti e perfettamente umani - oh, dei visitatori. Cosa vi porta qui? -
- Le chiediamo scusa, signorina - rispose Hiro ammaliato - vede, stiamo cercando un demone... -
- Le nostre fonti dicevano che era situato in questa zona - aggiunse Takuya cauto.
- Ah, si... ne avevo sentito parlare - ridacchiò la ragazza con voce cristallina - è qui da quasi una settimana... ne deve aver fatti di danni se siete già qui. Vedete, voi siete le seconde persone che lo cercano. Pochi giorni fa era giunto un altro cacciatore che lo cercava -
Takuya e Hiro si scambiarono un'occhiata veloce. Non lo sapevano.
- Signorina, non dovrebbe stare qui - disse incerto Takuya - questo posto è pericoloso -
La ragazza sorrise - ma questa è casa mia. Sono nata e cresciuta qui. Ma ditemi, conoscete l'aspetto di questo demone? -
I due ragazzi si guardarono di nuovo e la giovane capì al volo.
- Non lo conoscete - ridacchiò lei - anche quel cacciatore non sapeva che aspetto avesse... Per voi è un bel problema, non sapete chi dovete cacciare! Potreste trovarvelo davanti che nemmeno ve ne accorgereste -
I due ragazzi d'istinto misero le mani alla loro nichirinto, quella ragazza li rendeva nervosi nonostante la sua aria pacifica e dolce.
- Già, un bel problema - ripeté lei - ma per me è una bella notizia - e con una mossa repentina, i suoi capelli si divisero in due parti e agguantarono per il collo i cacciatori, sollevandoli da terra.
- La carne dei cacciatori è così buona - disse lei con aria sognante - e voi siete così giovani... sarete un ottimo spuntino - e ruppe il collo a entrambi.

Akaza era ancora nascosto e aveva osservato tutta la scena. Non riusciva a crederci... com'era possibile una cosa del genere?
Come aveva fatto Sakurako a trasformarsi in un demone?
Solo il nobile Muzan e le lune crescenti erano in grado di trasformare un essere umano in un demone.
Non poteva essere il nobile Muzan, ultimamente era rimasto fermo nel suo nascondiglio. Questo significava che era opera di una luna crescente.
Una settimana... evidentemente deve essere successo poco dopo la sua partenza.
Il demone uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò a lei.
La ragazza si accorse subito della sua presenza - ma guarda, stasera è la notte delle visite. Prima due cacciatori e ora una luna crescente. Quale onore -
Akaza si blocco' di colpo, qualcosa non tornava - non ti ricordi di me, Sakurako? -
La ragazza lo guardò con aria arrogante - non mi pare di conoscerti. E poi non mi chiamo Sakurako, il mio nome è Hime -
Quelle parole furono come una coltellata per lui, aveva dimenticato tutto il suo passato da umana.
Maledicendo mentalmente la luna crescente che aveva fatto questo, si avvicinò ancora a lei - dai, piccola. So che ti ricordi di me! In fondo abbiamo passato dei bei momenti insieme! -
Hime iniziò ad agitarsi - non avvicinarti a me! - e i suoi capelli scattarono contro di lui.
Akaza sferrò dei pugni, contrastandoli. Era colpito dall'abilità di Sakurako/Hime, era un demone da poco e già aveva quella forza.
Hime continuò ad attaccarlo, innervosendosi sempre di più. I suoi capelli erano molto forti, erano resistenti come l'acciaio ed erano in grado di frantumare il terreno.
Akaza schivò ogni colpo, cercando di avvicinarsi a lei. C'era solo un modo per farle tornare la memoria, doveva solo avvicinarsi abbastanza a lei e sperare che funzionasse.
- Si può sapere che vuoi da me? - urlò Hime - questo è il mio territorio -
- Voglio che tu ti ricordi di me - rispose lui, schivando con un salto il colpo della ragazza. Riuscì ad atterrare proprio davanti a lei e, prendendola alla sprovvista, la baciò.
La reazione iniziale di Hime fu quella di cercare di sottrarsi al bacio e liberarsi ma dopo pochi secondi si calmo'. Quando Akaza si staccò da lei, la ragazza era in lacrime.
- Akaza - disse lei tuffandosi nel suo petto - mi dispiace, io... -
Akaza la strinse forte a sé - va tutto bene, Sakurako. Ora sono qui con te, non ti lascerò più sola-

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