capitolo 3

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La sera dopo, Sakurako se ne stava in veranda come sempre a cantare. Stavolta però vi era anche Misako ad ascoltarla.
Percependo la solita presenza demoniaca, non poté non sorridere; ormai si era abituata alla presenza del demone e le faceva piacere che veniva ad ascoltarla.
Misako stava seduta accanto a lei, con la testa appoggiata alla sua spalla tenendo gli occhi chiusi.
Sakurako cantava la ninna nanna della sorella ma si sentiva strana, spossata. Quella era la seconda giornata dove si recava nel bosco con Misako, probabilmente si era stancata più del dovuto.
Iniziò a sentire sempre più caldo mentre la voce le stava morendo pian piano, la testa le girava tantissimo.
Misako se ne accorse subito - sorellona, che succede? -
- Non... non è niente... - tentò di dire Sakurako portandosi una mano sul viso - sarà un po'... di... stanch... - ma non concluse la frase. Perse i sensi, finendo fra le braccia della sorella.
- Sakurako! - urlò la sorella spaventata - che succede?!? Ommiodio! - esclamò sentendo la temperatura della sorella - stai bruciando! Padre! Padre!!! Sakurako sta male! -

Due ore dopo, Misako e il resto della famiglia stavano sulla soglia della stanza in attesa che il dottore finisse di visitare Sakurako.
Pochi minuti dopo, l'uomo uscì con aria preoccupata.
- Dottore, come sta? - chiese subito il signor Oriyama, padre di Sakurako.
- È molto grave - mormorò il dottore con aria grave - la sua ricaduta è più forte del solito e non so se sopravviverà questa volta -
Misako cadde a terra, iniziando a piangere - è colpa mia, non dovevo permetterle di fare quelle passeggiate! -
Il dottore cercò di tranquillizzarla - non è colpa sua né delle passeggiate. Purtroppo il fisico della signorina è molto debole, basta un niente per stare male. È probabile che abbia sudato un po' più del dovuto o che abbia preso freddo -
Misako continuò a piangere mentre suo padre osservò tristemente la figlia malata. Era sdraiata sul futon, pallida come un fantasma ad eccezione del viso, arrossato dalla febbre. Il suo respiro era molto affannoso e ogni respiro che faceva era una coltellata al cuore per suo padre.
- Possiamo fare qualcosa per farla stare meglio? - domandò la signora Oriyama.
Il dottore si fece pensieroso - al momento tenetela controllata, ponendole spesso e volentieri una pezza bagnata d'acqua fredda sulla fronte. Ci vorrebbero delle erbe mediche ma quelle che servono per la signorina non sono facilmente reperibili -
- Forse potrebbe averle la signora Kamishiro... - sussurrò il signor Oriyama - il suo negozio possiede tantissime varietà di erbe mediche -
Il dottore annuì - provare non costa nulla ma dovrete aspettare domattina... venite, ora vi spiego quali erbe vi servono... - e si allontanarono, lasciando la ragazza da sola. Le avevano lasciato aperto i fusuma che davano all'esterno con la speranza che l'aria fresca potesse darle sollievo.
Pochi secondi dopo, una figura spettrale entrò velocemente nella stanza, inginocchiandosi vicino a Sakurako.
Mentre ascoltava la conversazione nell'altra stanza grazie al suo udito più sviluppato, pose la mano sulla fronte della ragazza, accigliandosi nel sentirla così calda.
Alzò lo sguardo sulla parete di fronte, sentendo l'elenco di erbe che servivano. Guardò di nuovo la ragazza, accarezzandole i capelli, e con la stessa velocità se ne andò via.

Quindici minuti dopo, Misako percorse il corridoio per recarsi da Sakurako, preoccupata per le sue condizioni. Non se la sentiva di lasciarla da sola quella notte.
All'improvviso sentì un colpo secco provenire dalla stanza della sorella e, spaventata, iniziò a correre.
" Che sta succedendo? "
Appena aprì i fusuma della stanza di Sakurako, resto' perplessa.
Oltre alla sorella, non vi era nessuno e sembrava che nulla fosse accaduto. Si guardò intorno, era tutto a posto.
" Ma che diavolo... ? "
Quando guardò la sorella, vide che accanto al suo futon vi era una cesta con diverse erbe. Si avvicinò subito, osservandole meglio, e si rese conto che erano quelle che il dottore aveva elencato.
Si portò una mano alla bocca, come era possibile? Chi poteva avergliele portate?
Scosse la testa, quello non era il momento di pensare. Agguantò la cesta e corse subito via, urlando - Padre! Presto, vieni a vedere! -
Nel folto della vegetazione, la figura spettrale aveva osservato la scena, lieto che qualcuno fosse accorso subito a prendere il "pacchetto".

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