Capitolo 1

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Cinque anni prima

Come tutte le sere, Sakurako se ne stava seduta sulla veranda vicino alla sua stanza a cantare. Le lucciole volavano nel giardino, creando un'atmosfera magica con la loro luce e i grilli sembravano volerle fare compagnia con il loro canto.
- Insomma, Sakurako! - esclamò una donna mentre entrava nella sua stanza - dovresti andare a letto e non sforzarti. Hai sentito cosa ha detto il dottore! E poi - aggiunse con un tremito - perché canti di notte anziché di giorno? Potresti attirare dei demoni! -
Sakurako preferì non dirle quello che pensava davvero, perciò le disse - stai tranquilla, madre. Non verrà nessun demone. E poi cantare mi aiuta, così posso dormire un po' più tranquilla -
Con un'ultima occhiata severa, la donna se ne andò.
Sakurako sospirò, ormai non la sopportava più. Benché la chiamasse "madre", quella non era la sua vera mamma; la sua era morta quando aveva appena due anni e l'anno successivo suo padre si era risposato subito. Poco dopo era nata sua sorella Misako.
" Potresti attirare dei demoni " le aveva appena detto sua "madre" e a quelle parole trattenne una risata. Se solo sapesse...
Era da quasi un mese che percepiva una strana presenza vicino alla loro casa di notte, proprio quando lei cantava. Molto probabilmente si trattava di un demone e doveva essere molto potente se riusciva a percepire la sua presenza. Suo nonno era uno spadaccino amazzademone, una colonna, e le parlava spesso dei demoni.
" I demoni comuni sono difficili da percepire " ripeteva spesso "ma se mai dovessi percepire delle presenze demoniache, allora preoccupati e vai subito via da lì, sicuramente si tratterà di un demone estremamente potente e pericoloso"
Suo padre era contrario a quelle storie, non voleva che Sakurako si avvicinasse a quell'ambito. Lui, a differenza del padre, aveva scelto di stare alla larga da quel mondo e aveva aperto una sala da tè nel paese lì vicino.
" Sarà anche potente, però non non ha mai attaccato..." pensò Sakurako. Le piaceva pensare che il demone si recasse lì tutte le notti per sentirla cantare e se non attaccava era perché apprezzava la sua voce.
Allora tutte le notti cantava, per quanto le era possibile nelle sue condizioni, per il demone, come a ringraziarlo per aver risparmiato la sua famiglia.
Lei non aveva paura di morire, era di salute cagionevole e spesso malata, ma si preoccupava molto per la sua famiglia, o almeno per sua sorella e suo padre.
Non aveva mai visto il demone, perciò spesso e volentieri si chiedeva come fosse. Era maschio o femmina? Aveva l'aspetto di un adulto o di un bambino? Oppure il suo aspetto non era umano?
Moriva dalla voglia di vederlo, di conoscere il suo aspetto ma come poteva convincerlo a mostrarsi?
L'idea le venne subito, tutto stava nell'attuarlo e, nelle sue condizioni, ci sarebbe voluto qualche giorno.

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