Capitolo 10

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Da quando Akaza si era rivelato, Sakurako sembrò rinata. La sua compagnia le faceva bene e non l'aveva notato solo lei ma anche la sua famiglia.
La trovarono più allegra, quasi più in forze; la ragazza cercava di stare in movimento in modo tale da fortificare il suo fisico debole e, di conseguenza, migliorare ancha la sua salute. Suo padre ne era felicissimo e tutti si chiesero a cosa fosse dovuto quel cambiamento anche se tendeva spesso a dormire molto durante la mattina.
La notte, quando c'era Akaza, passava quasi tutte le notti in piedi fino all'alba. Oltre a cantare, si divertivano a punzecchiarsi e a chiacchierare.
Le prime notti non riusciva a smettere di guardarlo e lui, alla fine, l'aveva provocata.
- Capisco di essere affascinante - le aveva detto - ma mi fa strano avere un'umana che mi scruta così -
- Scusa, è che ti immaginavo un po' diverso... -
- Cioè? Come pensavi che fossi? -
- Biondo come minimo, vestito elegante e raffinato... una sorta di principe insomma... i tuoi occhi mi davano quell'impressione -
Akaza aveva sbuffato - bleah, hai appena descritto Douma! -
- Come chi? -
- Un'idiota, lascia stare-
Inizialmente, nonostante si divertisse a prenderla in giro, Akaza sembrava molto sulla difensiva, come se avesse paura di avvicinarsi troppo o di metterla a disagio; dopo pochi giorni si era fatto più sfacciato, sdraiandosi accanto a lei e appoggiando la testa al suo grembo, mandandola in tilt.
Stavano facendo un gioco molto pericoloso ed entrambi lo sapevano ma a loro non importava.
Sakurako osservò sua sorella e la matrigna prepararsi, quella sera in paese ci sarebbero stati i fuochi d'artificio. Loro due sarebbero andate a vederlo mentre suo padre doveva tenere aperto il locale. Morale della favola: lei sarebbe stata a casa da sola.
- Anche se stai meglio, non puoi esagerare - le aveva detto la matrigna - ci andrai i prossimi anni, quando sarai guarita -
Sakurako non aveva protestato, ormai si era rassegnata a quella situazione. Lei non voleva mai portarla a vedere i fuochi e suo padre non poteva perché lavorava.
Giunse il tramonto e sia Misako che la matrigna andarono a vedere i fuochi, lasciando Sakurako da sola. La giovane se ne andò a sedersi in veranda, aspettando il buio e l'arrivo di Akaza, la sua unica consolazione.
Passò il tempo a sospirare e a pensare a come sarebbero stati belli i fuochi d'artificio. Quanto avrebbe voluto vederli... ormai erano passati anni da quando li aveva visti l'ultima volta.
Era talmente demoralizzata che nemmeno si accorse dell'arrivo del demone.
- Mamma mia, che faccia! - la saluto' lui sedendosi al suo fianco - ti mancavo? -
Sakurako sospirò - no, tu non c'entri... -
Akaza si fece subito serio - che succede? È successo qualcosa? -
- No, non è niente, tranquillo - rispose subito la giovane, colpita dal cambiamento del demone - è solo che sono un po' giù -
- Che succede? -
- Stasera al paese qui vicino ci saranno i fuochi d'artificio - spiegò Sakurako - mi piacerebbe molto vederli ma purtroppo non posso andarci, pensano che sia troppo debole per andare a vederli. Ormai sono anni che non ci vado... -
- Molto bene - esclamò Akaza balzando in piedi - allora andiamo -
Sakurako alzò lo sguardo sul demone - eh? -
- Andiamo a vederli insieme - le disse Akaza - tranquilla, non ci vedrà nessuno - aggiunse porgendole la mano.
Sakurako la prese, colpita e felice dal gesto di Akaza. Era la prima volta che qualcuno non la faceva sentire una moribonda ed era una bella sensazione.
Akaza la fece salire sulla schiena - dai, vieni -
- Che bello! Andiamo sull'Akaza's express - rise Sakurako, beccandosi un'occhiataccia da parte del demone.
- Tieniti forte - le disse lui.
Sakurako si strinse forte a lui, chiudendo gli occhi, e sentì il demone partire. Adorava stare così a contatto con Akaza, sentire il suo calore e il suo profumo mentre il vento sferzava i suoi lunghi capelli. Sarebbe stata così per sempre.
Dopo dieci minuti, Akaza si fermò - eccoci qua -
Sakurako riaprì gli occhi e restò a bocca aperta: erano in cima sul tetto di uno degli edifici più alti.
Sakurako si strinse ancora più forte a lui, erano davvero in alto!
- Tutto ok? - le chiese Akaza.
- S... si... - sussurrò lei - è che... è molto alto... -
- Tranquilla, non permetterò che tu casca giù di sotto - la rassicurò lui - e poi questo è il punto migliore per vederli -
- Ok... -
Akaza l'aiuto' a scendere, cercando di tranquillizzarla. Non appena mise i piedi giù, Sakurako ebbe un leggero mancamento. Akaza se ne accorse subito e con un gesto repentino la prese fra le sue braccia, stringendola contro il suo petto. Sakurako sentì il suo cuore battere fortissimo, non era mai stata così vicina a lui.
Il capogiro le passò quasi subito ma restò abbracciata a lui, quasi incapace di pensare in maniera lucida.
- Va meglio? - le domandò Akaza.
- S... si - balbettò lei scostandosi leggermente da lui - g... grazie -
Akaza non riuscì a trattenere una risata - a quanto pare non riesci a starmi vicino senza diventare un peperone -
Sakurako si copri' il viso fra le mani, imbarazzata a morte - ti odio... -
Il demone le accarezzò i capelli - non devi, adoro vederti così. Mi piace vedere l'effetto che ti faccio -
Sakurako gli lanciò un'occhiataccia.
- Dai, mettiamoci seduti - disse Akaza - fra poco inizieranno -

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