Capitolo 13

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Misako aveva visto tutto e in quel momento era lì, con le mani premute sulla bocca, orripilata e terrorizzata allo stesso tempo. Tutto si era aspettato da sua sorella ma non questo.
Si era fatta amica un demone.
Le stava tornando tutto: i canti prima di andare a dormire, la cesta delle erbe medicinali, quel senso di inquietudine che provava ogni notte... il cuore le batteva fortissimo, non riusciva a muoversi nonostante Sakurako e il demone si fossero allontanati.
"Ci ha messo in pericolo " fu il suo primo pensiero. Ora sembravano andare d'accordo, ma che sarebbe successo se litigassero? O se lui si stufasse della loro "amicizia"? In fin dei conti era un demone, ci si poteva aspettare di tutto, soprattutto il peggio.
Ancora tremante, Misako si rialzò e andò nella sua stanza, riflettendo sul da farsi.

Il giorno dopo Sakurako ebbe di nuovo la febbre, anche se non alta come quella dell'ultima volta.
- Ti stai sforzando troppo - la rimproverò la matrigna - quando capirai che la tua salute è troppo cagionevole per certe cose?!? Devi cercare di stare di più a letto -
- Si, madre -
La signora Oriyama le lanciò un'ultima occhiata severa e poi lasciò la stanza.
Sakurako sospirò e si voltò verso l'esterno. Le avevano lasciato i fusuma aperti, così poteva godersi un po' di aria fresca e il sole.
Ripensò alla sera prima, quando Akaza l'aveva accompagnata al cimitero da sua madre. Era stato al suo fianco per tutto il tempo, in silenzio, in attesa che lei gli chiedesse di riportarla a casa.
Era incredibile di quanto Akaza fosse diventato importante per lei e a volte si domandò se per lui fosse la stessa cosa. È vero che le si era affezionato, ma che cos'era lei per lui? Un passatempo? Un'amica? Un giocattolo?
Ogni tanto si appisolava, passando così la giornata, notando che quel giorno Misako non si era ancora fatta vedere. Che fosse ancora offesa della sera prima?
Tra un sonnellino e l'altro, giunse il buio, il momento preferito di Sakurako.
" Ormai dovrebbe essere qui a momenti"
Non fece in tempo ad avvertire la sua presenza che era già al suo fianco.
Le tasto' la fronte, scuotendo la testa con aria di disapprovazione - lo sapevo che era una pessima idea portarti al cimitero -
Sakurako sbuffò - non è colpa di ieri sera -
- Certo, come no. E io sono un cacciatore di demoni - la prese in giro Akaza.
Vicino al futon della ragazza notò un vassoio con un bicchiere pieno d'acqua e una bustina con la medicina ancora da prendere.
- Non dovresti prendere la medicina? - la rimbecco' lui - o hai paura di star meglio? -
Sakurako assunse un'aria schifata - non è quello... è che ha un saporaccio! Non riesco a prenderla -
Akaza le sorrise in maniera provocatoria - scommettiamo che con me la prendi? -
Sakurako lo guardò scettica - e come pensi di fare? -
Sempre con quel sorriso stampato in faccia, Akaza prese la bustina con la medicina e se la portò in bocca. Subito dopo prese un sorso d'acqua e si rigiro' tutto in bocca.
Sakurako capì al volo, arrossendo come non mai - non osare... - ma Akaza la interruppe, sigillando la sua bocca con quella della ragazza.
Sakurako cercò di fare resistenza, senza riuscirci. Avvertì il liquido entrarle in bocca e scenderle lungo la gola, lasciandole il saporaccio della medicina.
- Bleah, avevi ragione - commentò Akaza staccandosi da lei - è veramente disgustosa quella roba! Ora per colpa tua mi ritrovo con quel saporaccio! -
Sakurako non rispose, era ancora sotto shock per quella specie di bacio.
Il demone le prese il viso fra le mani e la ribacio'. Inizialmente era un bacio molto delicato, dolce, ma si trasformò quasi subito in qualcosa di più.
Sakurako gettò le braccia al collo di Akaza, assaporandosi il suo respiro, piena di gioia nel sentire il demone stringerla forte a sé.
Akaza interruppe il bacio e la guardò dritto negli occhi - diventa un demone -
Sakurako pensò di non aver capito bene - come? -
- Diventa un demone - ripeté lui - pensaci, non dovrai più affrontare la tua malattia e sarai libera di andare e fare quello che vorrai! E poi - aggiunse con un bacio - potremo stare sempre insieme, anziché accontentarci di  qualche ora -
Sakurako era incredula, non si sarebbe mai aspettata questa proposta da Akaza. C'aveva pensato diverse volte a quell'eventualita' ma erano più che altro fantasie.
Diventare un demone... la cosa l'attirava molto, sarebbe stata libera da quella gabbia ma che ne sarebbe stata della sua famiglia? Si sarebbe potuta riavvicinare a loro? O sarebbe stato un pericolo per la loro incolumità?
- Io... - fece Sakurako ma Akaza la interruppe subito.
- Pensaci con calma - le disse lui accarezzandole una guancia - non devi decidere subito anche se vorrei che tu lo facessi. Io dovrò stare via per una settimana, ho delle faccende da sbrigare per il mio... signore. Tu usa questo tempo per riflettere - le diede un altro bacio - hai uno spirito molto forte nonostante la tua fragilità, una determinazione degna di un guerriero. Hai delle ottime potenzialità come demone, sicuramente saresti molto forte. E poi non avrei la costante paura di perderti -
- Hai paura di perdermi ? - ripeté Sakurako.
Akaza annuì - ogni volta che vengo qui ho sempre il timore di non ritrovarti, che la malattia abbia avuto la meglio. Non sai il sollievo che provo quando ti vedo -
Sakurako lo abbracciò - ce la sto mettendo tutta solo per te - poi realizzò - un momento, hai detto una settimana? Dovrai star via per così tanto tempo? -
- Si - annuì lui - ma appena ho finito tornerò subito da te, promesso -
- Ok... - fece lei.
Non le andava di passare così tanto tempo lontano da Akaza. Già era insopportabile un giorno o due senza di lui, figuriamoci una settimana!
Come se sapesse cosa pensasse Sakurako, Akaza la baciò nuovamente - lo so, è straziante anche per me. Farò il prima possibile -
- Ok -
Sbuffando, il demone si separò da lei - per quanto mi scoccia, devo andare -
- Che cosa? - esclamò lei - di già? -
- Ero venuto per salutarti - annuì lui - almeno inizio subito e spero di finire prima. Nel frattempo tu pensa alla mia proposta, ok? -
Sakurako annuì, ricevendo un ultimo bacio da Akaza prima che se ne andasse.
Con riluttanza, Akaza se ne andò veloce come il vento lasciando Sakurako in preda a mille pensieri.
Non fece in tempo a elaborarli che i fusuma si aprirono di scatto, trovando la matrigna sulla soglia.

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