capitolo 25

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Sakurako era accanto ad Akaza, piangendo disperata. Il suo corpo si stava polverizzando e lui non dava segno di sentirla.
- Akaza, ti prego! Non lasciarmi! - singhiozzo lei.
Il busto di Akaza si girò verso di lei. Tese una mano verso il suo viso, cercando di asciugarle le lacrime.
La ragazza cercò di prendere la sua mano ma non fece in tempo. Akaza sparì del tutto.
- Nooooooo- urlò Sakurako- non andartene -
Tirò dei pugni sul pavimento, non riusciva a capacitarsene Akaza non c'era più.
Non riusciva a capire, si stava rigenerando, poteva farcela... perché si è attaccato da solo e si è lasciato andare?
Ripensò a tutto ciò che aveva subito per poter stare al suo fianco, a cosa era servito?
Tanjiro e Tomyoka osservarono tristemente la giovane piangere. Un senso di malinconia li attanagliò. Anche se era un demone, non era piacevole vedere una ragazza piangere in quel modo.
- Perché? - continuò a chiedere Sakurako fra le lacrime - perché?!?-
Tanjiro ripose la sua nichirinto e si avvicinò alla ragazza.
- No, non farlo - gli disse Tomyoka ma il ragazzo lo ignorò.
Quella ragazza non era più una minaccia, lo sentiva dal suo odore.
- Ti amava davvero - le susurro' inginocchiandosi davanti a lei.
Sakurako alzò lo sguardo, scrutandolo furiosa - che ne puoi sapere tu? -
- L'ho sentito dal suo odore - le spiegò Tanjiro - per non parlare del fatto che per tutto il combattimento ha sempre fatto in modo tale da non coinvolgerti, così mentre era senza testa. Se ne è andato con il cuore pesante sapendo che ti avrebbe lasciato sola -
Sakurako chiuse gli occhi. Sapeva che aveva ragione.
- Uccidimi, ti prego - sussurrò lei - senza di lui non ha senso continuare a vivere -
- Ne sei sicura? - le chiese gentilmente Tanjiro - potresti aiutarci nella lotta contro Muzan-
Sakurako rialzò lo sguardo e per la prima volta Tanjiro le vide sul viso un'espressione serena.
- Sono sicura - sorrise mestamente lei - ho scelto questa vita per poter stare al suo fianco. E poi contro Muzan non posso fare niente. Mi ucciderebbe subito -
Tanjiro lanciò una rapida occhiata a Tomyoka, che annuì. Si alzò in piedi ed estrasse la nichirinto.
- Sicura? - ripeté Tanjiro.
Sakurako annuì, chiudendo gli occhi.
Con espressione triste, Tanjiro mormorò - quinto Kata, pioggia benedetta dopo la siccità - e le tagliò la testa.
Fu rapido e indolore. Non pensava di ricevere una morte così dolce.
Divenne tutto nero e si ritrovò sola. Dov'era finita? Era già all'inferno?
" Sakurako " disse una voce alle sue spalle.
Quella voce... no, non era possibile...
Con un tremito, Sakurako si voltò e vide suo padre.
Aveva sempre creduto che fosse in collera con lei per averlo ucciso insieme al resto della famiglia e invece fu stupita nel vederlo sorridere.
" Pa... padre... che ci fai qui? "
" Ti stavo aspettando, figlia mia" disse lui avvicinandosi alla ragazza "non potevo lasciare da sola la mia bambina"
Sakurako scoppiò a piangere " come posso essere ancora la tua bambina dopo tutto quello che è successo? "
Suo padre l'abbraccio' " tesoro mio, la tua è stata una reazione più che normale. Shiori aveva tentato di ucciderti e in più aveva detto quelle cose su tua madre. Però voglio che tu sappia una cosa: io ti ho amato davvero, non perché mi sentivo in colpa per quanto è successo con tua madre ma perché sei la mia bambina!"
Sakurako strinse forte suo padre, singhiozzando come non mai "anch'io ti voglio bene, padre "
Misako apparve accanto a loro, anch'essa sorridendo nonostante l'espressione triste.
" Sorellona, mi dispiace per mia madre" disse prendendole la mano " non sapevo cosa aveva in mente di fare, sapevo che voleva punirti ma mai avrei immagino una cosa del genere. Ti prego, perdonami "
Sakurako abbraccio' la sorella "tranquilla, non è colpa tua"
" Sakurako "
Al suono di quella voce, Sakurako si blocco'. Si voltò tremante e, alla sua vista, restò perplessa.
Davanti a lei vi era un bel ragazzo sui diciotto anni con indosso un kimono bianco tipico dei dojo. I suoi capelli erano neri e i suoi occhi blu erano contornati di lunghe ciglia talmente chiare da sembrare bianche. Ciò che saltò all'occhio della ragazza erano i tatuaggi sulle braccia del ragazzo. Delle linee nere.
Lui le sorrise teneramente, avvicinandosi " non ti aspettavo così presto "
" Akaza? Sei davvero tu? " chiese Sakurako incerta.
Il ragazzo annuì " questo è il mio aspetto mentre ero umano. Tra l'altro il mio vero nome è Hakuji, non Akaza"
Sakurako lo osservava incantata. Si era sempre chiesta come fosse quando era umano. Non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe potuto vederlo.
Anche se era morta, sentiva il cuore batterle forte. Era possibile innamorarsi due volte della stessa persona?
"Sono rimasto qui per te" disse Hakuji prendendole la mano "pensavi che ti avrei lasciato qui tutta sola?"
"No" rispose Sakurako, felice che anche nella morte sarebbe stata accanto al suo amato.

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