capitolo 20

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- Questa... questa è casa tua?!? - esclamò Sakurako sotto shock.
- Si... non è niente di che - rispose Douma allegramente sventolandosi con il suo ventaglio d'oro.
Sakurako lo guardò incredula per poi tornare sull'abitazione.
" Niente di che " non era la descrizione più giusta. Era la casa più grande, vistosa e lussuosa che avesse mai visto!
- Vieni - disse Douma invitandola a entrare - non voglio che i miei seguaci mi vedano entrare di notte -
- Se... seguaci? -
- Già - annuì lui - ho sempre avuto gli occhi di questo colore e questo ha sempre fatto pensare alla gente che io sia stato benedetto dagli dei. Così i miei genitori hanno creato un culto con me protagonista: il culto della fede del paradiso -
- Cavolo... - fischiò Sakurako - immagino che avrai tanti seguaci-
- Molti - confermò Douma - soprattutto ragazze giovani e belle speranzose di attirare la mia attenzione. In un certo senso l'attirano, anche se non del tipo che vorrebbero loro...- aggiunse ridacchiando.
Sakurako lo osservava attentamente mentre parlavano e la conducevano nella sua nuova stanza. Era veramente molto bello e sembrava estremamente amichevole. Si trovava a suo agio con lui.
- Ovviamente - aggiunse Douma - fino a quando starai qui, dovrai vestirti elegante! Potrai tenere il tuo vestiario sotto il kimono! -
Sakurako lanciò una rapida occhiata al suo look, effettivamente era troppo provocante e particolare per quel posto, poi realizzò.
- Kimono? Addirittura? -
- Certamente! Ti presenterò come una mia cara amica!- disse allegramente Douma ficcandosi un dito nella tempia, mandando Sakurako sotto shock - così avrai tranquillamente libero accesso a tutte le stanze della casa e, cosa più importante, potrai banchettare con me senza problemi -
-Ehm... grazie - sussurrò la giovane continuando a guardare il dito completamente conficcato nella tempia.

***

Ormai Sakurako temeva di aver perso la cognizione del tempo, tutti i giorni le sembravano uguali e, rispetto a prima, quasi noiose.
Le mattine le passava chiuse in camera o nell'enorme stanza di Douma osservando gli umani venerarlo come un dio e, ogni volta, doveva soffocare le risate. Come potevano sapere che la creatura che veneravano fosse un demone? E poi, nonostante avesse un culto tutto suo, Douma era ateo.
La presenza di Douma era molto piacevole; passavano tantissimo tempo a parlare anche se non riusciva ad abituarsi alla sua tendenza di ficcarsi le dita nel cranio.
- Non farci caso - le aveva detto vedendo l'espressione sbigottita di Sakurako - amo grattarmi il cervello! E poi così stimolo i miei ricordi umani -
Aspettavano sempre la notte per andare a giro tranquillamente, anche semplicemente per sgranchirsi un po'.
Il cibo non era un problema, ogni due notti Douma faceva venire nella sua camera una decina di persone e loro banchettavano senza sforzi. Le vittime principali erano le ragazze, una tipologia di cibo a cui Sakurako non era abituata. Akaza non le toccava e non permetteva nemmeno a Sakurako di farlo.
- Loro sono il mio cibo preferito - le aveva spiegato Douma - la loro carne è molto saporita e conferisce molta forza. Se ti nutri soprattutto di ragazze giovani e belle, diventerai ancora più forte di prima in pochissimo tempo e magari chissà, potresti anche diventare una luna crescente -
Una luna crescente... Sakurako non c'aveva mai pensato più del tanto, non se ne era mai interessata. Le bastava semplicemente stare al fianco di Akaza per essere soddisfatta. Dopo il loro litigio, invece, aveva iniziato a pensarci più spesso. Sarebbe stato un bello schiaffo in faccia ad Akaza.
Chissà come se la stava passando... sentirà la sua mancanza oppure continuava la sua vita come se niente fosse?
Qualche giorno dopo, qualcosa cambiò.
Una notte, lei e Douma vennero trasportati all'improvviso in un posto strano.
Era un posto molto bizzarro, pieno di scale e porte ovunque.
- Dove siamo? - chiese Sakurako preoccupata.
- Siamo nel castello infinito - le spiegò Douma - il territorio del nobile Muzan. Se siamo stati convocati qui è perché un'altra luna crescente è stata eliminata -
- Ma... perché sono stata portata qui anch'io? - domandò Sakurako agitata - non sono una luna demoniaca! -
- Molto probabilmente hai attirato l'attenzione del nobile Muzan - disse Douma mentre si incamminavano per i corridoi - negli ultimi tempi sei diventata molto più forte, non mi stupirebbe se ti facesse entrare nel club -
Sakurako non rispose, si limitò a seguirlo in silenzio. Era incredula a quell'eventualita' ma ciò che le metteva più ansia era l'idea di vedere Akaza, sperando in cuore suo che la luna uccisa non fosse lui

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