➷ 𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 7 ➷

312 13 0
                                    

APRIL POV

Il giorno seguente trovai Alfred ad aspettarmi fuori da casa mia, stava per cambiare tutto nella mia vita anche più di prima. Arrivati a villa Wayne mi fece trovare una stanza tutta mia con una serie di cambi adatti al combattimento e agli allenamenti, tutti posti in un armadio. Poi c'era un letto, un sacco da box e una scrivania su cui c'era un foglio firmato a nome di Bruce Wayne. Mi misi a leggere:

"Spero che la camera ti piaccia, puoi sistemarla come vuoi ovviamente. Io e Dick abbiamo pensato che avere un posto tuo qui, per qualsiasi evenienza, ti farebbe comodo. Gli allenamenti saranno duri ma sono sicuro che andrai bene, ho visto alcuni tuoi combattimenti e hai davvero un ottimo potenziale.

Bruce Wayne"

Restai spaesata, tutto questo era assurdo. Perché crearmi anche una camera? Io avevo una casa, avevo la mia famiglia e non avevo alcuna intenzione di smettere di vederli. Mi sedetti sul letto con quella lettera in mano poi la mia espressione cambiò da vuota in nervosa e accartocciai la carta. Chiusi gli occhi e buttata la carta a terra misi i gomiti sulle mie gambe reggendo la testa con le mani. Volevo esplodere, nulla aveva senso. Tutto quello che mi stava accadendo era assurdo. Una volta tornata in me raccolsi quel pezzo di carta e lo riaprì mettendolo sulla scrivania. Presi scarpe e vestiti e li indossai poi notai qualcosa attaccato al sacco, un post-it:

"Qualsiasi cosa ci sono, parla con me. Dick"

Sorrisi per poi sospirare, avevo ignorato lui e tutti gli altri che tentavano di avere un dialogo e un rapporto con me. Loro ci tenevano tutti a me e Bruce per quanto freddo e apparentemente spietato alla fine non era che un uomo con un segreto e una famiglia da proteggere. Segreto che io avevo scoperto, motivo per cui potevano benissimo considerarmi una minaccia e quindi uccidermi eliminando il problema alla radice ma invece ero viva e vegeta. Avevo la possibilità di fare del bene e dare un senso alla mia scoperta, non dovevo farmi prendere dalla paura, se Batman vedeva qualcosa in me un motivo doveva esserci. Uscì da quella che a quanto pare era la mia stanza e vidi lì fuori ad aspettarmi Dick.

<<Ho convinto io Bruce a prenderti in squadra ma non pensavo che avresti accettato.>>

Non dissi niente, l'unica cosa feci fu andare verso di lui e abbracciarlo.

<<Grazie Dick, mi dispiace.>>

<<Per cosa ti dovrebbe dispiacere?>>

<<Io vi ho ignorato per tutto questo tempo anche se quello che è successo non è colpa vostra.>>

<<Purtroppo è anche colpa nostra.>>

Mi lasciò mettendo fine a quell'abbraccio confidente, l'abbraccio che solo un vero amico o forse un fratello darebbe.

<<Non devi chiedere scusa April, siamo noi la causa di tutto questo. Te non hai colpe in alcun modo.>>

<<Non è nemmeno colpa vostra.>>

<<E non devi preoccuparti per noi, avevi svariati motivi per non parlarci e meritavi il tuo tempo.>>

<<Sei un buon amico.>>

Mi sorrise mettendomi la mano sulla spalla.

<<Bruce vuole parlarti, dopo inizieremo l'allenamento.>>

Andai con Dick nella famigerata Batcaverna dove Bruce mi aspettava.

<<April è pronta per l'allenamento Bruce.>>

Era Dick a parlare, io non sapevo bene cosa dire in quel momento.

<<Lo vedo bene, prima però volevo dirti April che da oggi non si torna indietro.>>

<<Non posso tornare indietro signor Wayne.>>

<<La scelta è tua.>>

<<Lo so signor Wayne, ma non voglio e non posso tornare indietro.>>

<<Perfetto, buon allenamento. Potete andare.>>

Dick annuì e mi fece cenno di venire. Così ci spostammo fino ad arrivare a una sala d'allenamento munita di tutto il necessario e lì ad esercitarsi c'erano i miei amici che appena mi videro si bloccarono.

<<Da oggi April si unirà a noi.>>

Dick mi sorrise vedendo la mia espressione incerta.

<<Ben tornata April.>>

Barbara non appena mi vide corse ad abbracciarmi per poi dirmi a bassa voce che non avevo idea di quanto le fossi mancata. Una breve stretta mi prese lo stomaco, l'ennesimo senso di colpa, poi Barbara mi lasciò andare lasciandomi davanti Jason e Tim. Nessuno dei due si mosse e il primo a parlare fu Tim.

<<Ciao... sono contento di rivederti. Benvenuta in squadra.>>

Accennò un sorriso incerto guardandomi negli occhi, i suoi erano così belli e il suo sguardo mi metteva una malinconia che risuonava in tutto il mio corpo. Risposi con un sorriso.

<<Finalmente hai deciso di farti viva.>>

Jason sorrise per un attimo poi tornò di marmo facendomi bruciare lo sguardo dei suoi occhi smeraldo addosso e poi a spezzare il contatto visivo arrivò Damian che a braccia incrociate mi guardava in modo sospettoso.

<<Quindi mio padre ha deciso di reclutarti invece di cancellarti la memoria.>>

<<Damian che stai dicendo!?>>

Dick lo rimproverò subito facendo alzare le spalle al ragazzino moro vicino a me.

<<Comunque benvenuta nella squadra, ma dovrai guadagnartela.>>

<<Lo so, è per questo che sono qui.>>

Gli risposi vedendo una fossetta crearsi sul suo viso perennemente contratto.

<<Adesso basta iniziamo l'allenamento, oggi abbiamo un nuovo membro in squadra facciamo vedere a April come si allenano dei supereroi.>>

Dick riportò l'ordine e così iniziò il mio primo e faticoso allenamento con i miei amici, con dei supereroi e forse un giorno anche io sarei diventata come loro.

Dopo l'allenamento andai nella mia stanza e mi feci la doccia rivestendomi per poi sentire bussare alla porta.

<<Sono Tim, posso entrare?>>

Aprii la porta e gli feci cenno di venire, mi sedetti sul letto invitandolo a fare lo stesso. Restammo in silenzio per un po' e lentamente poggiai la testa sulla sua spalla senza dire nulla. Non sapevo neanche io perché lo stessi facendo ma una parte di me continuava a ripetermi di farlo. C'era ancora silenzio ma dopo tutto ciò che era successo quel silenzio era bellissimo, stare con Tim ad ascoltare il silenzio era bellissimo. Non so dire quanto tempo restammo così ma fu liberatorio in qualche modo, non avevamo bisogno di parlare in quel momento volevamo solo restare vicini senza dire niente perché quella mancanza di parole parlava per noi. Solo dopo un po' Tim si girò e mi diede un bacio. Aveva le labbra morbide come quelle di un angelo, non disse niente. Solo dopo a bassa voce prima di andare aprì bocca.

<<So che non dovevo, ma non voglio perderti. Sarà il nostro segreto.>>

Non gli risposi ma in tacito accordo quel bacio sarebbe restato chiuso nella mia camera. Eppure al solo ricordo mi bruciavano le guance. 

➷ᴋᴇᴇᴘ ᴛʜᴇ sᴇᴄʀᴇᴛ➷Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora