Capitolo 11

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.11.

LAILA

Non ero mai stata una femmina sentimentale come mia madre

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Non ero mai stata una femmina sentimentale come mia madre. papà mi aveva cresciuta a carne e battaglie, allevando una guerriera dalla pelliccia nera; e ricordo, quand'ero entrata nella Congrega, era stato fiero di me.

Chissà cosa direbbe adesso nel sapere tutto questo se fosse ancora vivo...

L'alba sarebbe sorta a momenti, indorando le mura della maestosa villa antica del brutto roditore vegetariano, ai margini del grande lago. Un luogo non molto sicuro...

Helia, aveva intimato di attenderli fuori - chissà mai perché - ed io, da brava cretina, avevo ubbidito. Assicuratami solo in seguito che la zona fosse abbastanza isolata.

Infastidita dall'atteggiamento gnorri del cervo, incrociai le braccia sotto al seno, stufa di aspettare i due piccioni del cazzo.

Poche ore prima, quando mi aveva sorpresa, appisolata fra le sue braccia, non si era nemmeno degnato di svegliarmi. Ero stata costretta ad inseguire le sue tracce per poter stare al passo... E tutto perché non riuscivo a dormire di notte.

Forse sta confabulando contro di me. In fondo è l'Alfa delle prede, una delle migliori sentinelle...

Abbassai lo sguardo, cupa e pensierosa. I lunghi capelli corvini, lasciati sciolti lungo le spalle - per la fretta di raggiungere l'obiettivo -, furono accarezzati dalla brezza mattutina e dalla fragranza dell'ultimo gelo.

Gli erbivori hanno schiavizzato Nathaniel e Seth. Catturandoli uno dopo l'altro... E se fosse tutto un disegno più ampio di come appare? Un piano del senato nemico per eliminarci tutti??

«Laila, hai sentito qualcosa di quello che ti ho appena confidato?». La voce familiare di Helia, distrasse i miei timori, ricacciandoli in fondo alla mente. Alzai il capo di scatto, confusa di trovare la ragione del mio malumore davanti a me.

Da quanto tempo ero persa nei miei pensieri?

Notando il mio stupore iniziale, riprese il discorso, ripetendolo pazientemente: «Dopo la tua minaccia di ieri, Gemma è più collaborativa e credo anche che terrà la bocca chiusa sulla nostra bizzarra allenza. In ogni caso non le converrebbe parlare...» ragionò con un mezzo sorriso.

Mi domando cosa gli abbia riferito per aver ottenuto la sua fiducia con tanta facilità...?

Continuai a fissarlo, in silenzio e con l'udito sensibile al minimo rumore sospetto. Il profumo muschiato del bel soldato, copriva il mio alle sentinelle di confine, ma la prudenza non era mai troppa nelle terre nemiche.

«Adesso, lei si sta equipaggiando per raggiungerci. Mi raccomando, non aggredirla un'altra volta...» mi ammonì, serio e imperscrutabile in volto. Gli avvenimenti della sera precedente sembravano solo le reminescenze di un mio sogno e nient'altro.

La verità era che mi sentivo ferita dalla sua apatia e, di conseguenza, reagivo a specchio, mascherando le mie emozioni. Non avevo alcun diritto o pretesto per sentirmi uno schifo e più mi scervellavo sulla guerra dei miei sentimenti, più impazzivo dietro a ragionamenti contorti e possibili complotti...

Distolsi lo sguardo dal suo, dandomi mentalmente della stupida. Non era decisamente il momento appropriato per andare fuori di testa.

Ad un tratto, negli occhi verde foglia di Helia, balenò l'eco di un'emozione, ma quando provò a replicare ancora, l'arrivo di Gemma lo smorzò all'istante: «Sono pronta. Sarà meglio muoverci prima che qualcuno si accorga di noi...».

In allerta e in un impeto di paura, la rossa si aggrappò al braccio sinistro del mio interlocutore, Guardandosi attorno in maniera circospetta e stringendosi maggiormente a lui. Il suo cavaliere...

Ero sempre più tentata nel volerla farla fuori.

Ero sempre più tentata nel volerla farla fuori

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*angolino dell'Autrice*

Raga, ho una brutta sensazione...

Savage // Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora