Savage // Vol. 2

Capitolo 2

.2.

LAILA

...Ricordalo la prossima volta che ti salverò la vita...

Non ci sarà nessuna prossima volta se lo uccido prima che possa accadere, rimuginai piccata.

Ma chi si credeva di essere quel... Quel...

Frustrata dalla mia mancanza di imprecazioni contro l'Alfa erbivoro, tirai un calcio all'albero accanto e da cui fuori uscivano le radici dal terreno, peggiorando il suo stato precario. Immersa solamente dal fioco chiarore lunare e fra la frescura del bosco, attendevo il mio amico falco per informarlo dei recenti sviluppi e ricevere istruzioni più dettagliate sul da farsi. La missione di salvataggio di Seth andava studiata e applicata con la massima astuzia e riservatezza.

Separatami momentaneamente da quel cervo maledetto, ero attenta ad ogni minimo scricchiolio malgrado non stessi violando il coprifuoco; in territorio nemico la prudenza non era mai troppa e attirare attenzioni indesiderate non era contemplato.

«Wow, che ti ha fatto quel povero arbusto?» il tono vagamente divertito di Gavriel - comparso improvvisamente - aumentò il mio pessimo umore. Avevo un diavolo per capello e non avevo alcuna voglia di scherzare col mio amico.

«Io non ci lavoro col pranzo della domenica! Non mi fido di lui.» sputai di getto, lasciando perdere il commento sarcastico.

Lui alzò le mani in segno di resa: «Frena, frena, frena... Cos'è successo?» domandò serio.

Distolsi lo sguardo dal suo, ciondolando le braccia, imbarazzata: «Mi ha... salvato da un impiccio...» mugugnai a disagio, dando un altro calcetto ad un sassolino vicino e facendolo ruzzolare ai piedi di Gav.

«Come si sarà permesso...» mi prese in giro ancora una volta il mio interlocutore.

«Gav, smettila.» lo fulminai con un'occhiataccia, ma lui cambiò espressione, assumendo l'atteggiamento autoritario di un membro scelto.

«Lala, metti da parte il tuo orgoglio di predatrice e collabora con la preda. Non dico di fidarti, ma al momento sai meglio di me che un alleato in più per attuare il nostro piano fa solo comodo.» mi spiegò ragionevole.

Io però non lo ero affatto. «E se non fosse veramente un nostro alleato? Posso fidarmi di Silene, una civile, ma di un guerriero erbivoro, e non uno qualsiasi, bensì il loro Alfa, posso davvero contare sul suo aiuto?» sbottai la mia incognita.

«Se è per questo potrei porti la stessa domanda, micetta. Neanch'io mi fido di te, ma se Lene è al sicuro col tuo gruppo posso sempre provarci.» udii alle mie spalle.

Il falco spostò i suoi occhi dai miei a quelli di Helia ed io mi voltai di scatto, trovandolo troppo vicino.

Un'altra volta!

«Ti ho detto di non chiamarmi così. Non sono un gattino, ma una pantera. Una di quelle che può smembrarti vivo, comprendi?» gli riferii innervosita, alzando il mento in segno di sfida.

Se tiri troppo la corda, la corda si spezza ed io ti azzanno.

«Perché non ci provi allora.» sussurrò sinistro, con una luce oscura nello sguardo, bramosa. O forse era il riflesso della mia...

Il mio amico sbuffò: «Ma la volete piantare voi due; siete peggio di Seth e Silene quando convivevano forzatamente...» si lamentò.

«Ti sbagli, io non farò il loro errore.» scattai il capo verso di lui e la mia lunga treccia fendette l'aria.

«Viva la tua "sincerità".» commentò contrariato Gav, incrociando le braccia al petto.

«Lo chiami errore innamorarsi?» inarcò un sopracciglio l'Alfa erbivoro.

«L'amore ha condannato Seth alla morte, dov'è il giusto in questo?!» tornai a prestargli attenzione, ignorando il mio amico: «Rispondimi carne da macello...» avanzai di un passo, avvicinando il volto al suo petto. Fui costretta ad alzare il capo per guardarlo.

«L'amore ha ucciso più di chiunque altro e ha salvato più vite di quante ne potrai incontrare, Laila... La verità è che l'amore dà, l'amore toglie. Questa è la sua personale giustizia.» rispose enigmatico, fissandomi così intensamente che fui costretta a distogliere gli occhi dai suoi.

Sussultai, ma non per la sua vicinanza invadente. Lui aveva...

Pronunciato il mio nome.