Capitolo 8

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.8.

LAILA

«Buongiorno splendore

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«Buongiorno splendore.» salutai Helia alle cinque di mattina.

Lui dormiva pacifico al centro esatto del letto matrimoniale ed io, mi ero distesa al suo fianco, in un cantuccio libero. L'avevo osservato per minuti interminabili... Era bello, senza dubbio. La chioma - più lunga sulle tempie e più corta dietro la nuca - ricordava il colore del cioccolato al latte, ma al sole, i riflessi chiari assumevano una tonalità caramello. L'incarnato era chiaro, ma non esangue o malaticcio e i lineamenti del viso, quasi androgeni, erano finemente definiti - proprio come i suoi muscoli -. Le ciglia lunghe e sopracciglia distese, tremolarono.

Lo vidi spalancare gli occhi - di un caldo verde muschio - e smorzare il respiro. Mi fissò allucinato ed io, sndudai le fauci in un ghigno divertito: «Sveglia, sveglia, bello addormentato. Abbiamo una missione da compiere.».

Per tutta risposta, il mio interlocutore strizzò le palpebre e si riparò la testa sotto al cuscino, lamentandosi dei miei modi sgarbati.

Storsi il naso mentre la mia lunga treccia riposava fra di noi, tracciando un confine. «Preferivi che ti svegliasse lei, forse?» domandai vagamente irritata, indicando la gabbietta che avevo portato con me. Al suo interno c'era Gemma Cooper in versione roditore.

Solo a quel punto l'Alfa erbivoro ritirò il capo da sotto la federa, strabuzzando lo sguardo nel notare la sua simile lì con me, legata e imbavagliata. Con un bavaglio molto piccolo e penzolante fra le sbarre.

«LAILA, COSA HAI FATTO?!». Scostò la pesante trapunta e si alzò dal materasso per soccorrere lo strano criceto vegano. Indossava solamente dei pantaloni leggeri, del pigiama, e proprio come il giorno prima, il suo fisico slanciato fu una gioia per gli occhi.

Amavo il sapore del pesce, ma anche la selvaggina era alquanto invitante. Non sapevo se leccare le sporgenze dei suoi addominali o mordicchiarne il torace ampio. E questo, era il pensiero che mi tormentava d'almeno ventiquattro ore...

Con cautela aiutò il mio ostaggio a liberarsi dalla piccola prigione.

Incrociai le braccia sotto al seno: «Un'ora della mia vita, sprecata ad acchiappare quel sorcio strano e buttata nel gabinetto.».

«Nessuno ti aveva chiesto di farlo.» obbietò lui, calmo e tranquillo.

«Certamente. In fondo tu ed io non siamo affatto nemici naturali e lei, sicuramente avrebbe mantenuto il segreto della nostra bizzarra alleanza. Sicuro, veramente.» celiai con quanto più sarcasmo possibile; ma Helia mi ignorò. Le sue attenzioni erano tutte per il brutto roditore pallido.

Corrugai le sopracciglia, arrabbiata nei suoi confronti e... gelosa.

No, no, no!

Scossi il capo con forza, infervorata dalla situazione creatasi. Io non ero Seth...

Solo perché mi ha fatto un complimento non significa che posso fidarmi di lui!

Mi lamentai mentalmente contro me stessa.

Cosa diavolo mi prende?!

«Fortunatamente Gemma non ha alcun osso lesionato o rotto. Menomale, perché se le avessi accidentalmente fratturato qualcosa non avremmo più avuto il nostro piccolo asso nella manica.» mi spiegò in seguito, interrompendo i miei deliri mentali e riprendendo a fissarmi.

Quindi era per questo che le riservava tutto quel riguardo...?

Solo dopo qualche istante, compresi.

Aveva ragione. Con la mia stazza felina e l'istinto da predatrice che dominava il mio animo, avevo rischiato di farle del male e compromettere la missione...

Stando al fianco di Helia, cominciavo a sentirmi una vera cretina.

Stando al fianco di Helia, cominciavo a sentirmi una vera cretina

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*Angolino dell'autrice*

Lo spoiler di oggi su Instagram riguarda il prossimo capitolo! <3

Chissà quando lo pubblicherò... X)

Savage // Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora