Capitolo 26

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.26.

LAILA

Il comportamento innato, e che induceva l'istinto predatorio al sopravvento, scattava in situazioni di pericolo, allarme estremo, caccia o autodifesa, marcando l'aggressività predatoria, insita nel genoma carnivoro

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Il comportamento innato, e che induceva l'istinto predatorio al sopravvento, scattava in situazioni di pericolo, allarme estremo, caccia o autodifesa, marcando l'aggressività predatoria, insita nel genoma carnivoro. Se ciò che mi aveva confessato Nathaniel corrispondeva alla verità, quel posto non era altro che un'immensa trappola per topi.

E i topi eravamo noi. Topi da laboratorio!

L'Inferno sulla Terra per tutti gli esseri viventi. Prede o predatori che fossimo.

Dannazione!

Estrassi il mio pugnale arcuato, a forma di grosso artiglio scuro, fendendo l'aria e impugnandolo con una veloce rotazione nella mancina, mentre la piccola orda nemica caricava contro di me.

Tks... Illusi.

Giocare col DNA animale, senza rispettare l'equilibrio che ne derivava, equivaleva a fingersi la Natura stessa... ed essa non sarebbe stata a guardare. Le migliori intenzioni, spesso, davano i risultati peggiori...

Serrai la mascella, pronta allo scontro, ma improvvisamente tutti i miei sensi si allarmarono nuovamente, fiutando un ulteriore pericolo. Mi scansai all'ultimo secondo, mentre il piccolo esercito collideva con la porta blindata della cella del mio amico, sventrandola al di fuori come se fosse stato burro fresco.

«NATHANIEL!». Il mio grido si perse nel caos generale mentre altre specie, animali in borghese, lottavano in un corpo a corpo con la sorveglianza onnivora di quell'Inferno scientifico. Sudata e sporca di terra e sangue secco, mi allontanai dallo scontro per correre in aiuto dell'orso polare. Non avevo la più pallida idea di cosa fosse successo, sapevo solo che qualcuno doveva essere soccorso. La chioma scura, appiccata dietro al collo, mi accaldava più di quanto non avrei voluto. Mancava l'aria fra le fiamme infernali. «Nathaniel, dove sei?!» urlai, ma non ricevetti risposta. La baraonda oltre ad impedirmi di raggiungere la meta prefissata, sovrastava anche la mia voce. Presa dalla collera, ruggii, attirando l'attenzione di qualche volpe.

«Laila! Laila, dove sei?!».
«Laila!».
«Lala, rispondi!».

Il richiamo della mia compagnia, attirò l'attenzione di tutti. «Quiii! Venite qui!» ripresi, mentre tentavo di ispezionare le macerie fra i vari scontri bellici. Intanto, un ronzio lontano di un elicottero, confermava la presenza di Tristan.

Finalmente il rettile muove le chiappe.

Jude si palesò in versione bipede difronte a me, schivando agilmente un paio di volpi e frapponendosi lungo il corridoio mal illuminato. Gli indicai la voragine con prontezza: «Nathaniel è vivo ed è lì dentro, aiutalo, io vado a cercare Helia.» gli spiegai, pronta a correre fuori, all'aperto, per prestare soccorso all'Alfa erbivoro, ovunque lui fosse; ma il mio compagno di numerose battaglie e addestramenti estenuanti mi afferrò per l'avambraccio destro, bloccando il mio incidere.

«Cosa?! No, ci servi qui. Non vedi che tutto questo è più grande di noi?!» espose al mio sguardo, ignorando il mio dolore. Sapevo bene quanto potesse sentirlo...

Si vede che non sei mai stato innamorato. Gli comunicai telepaticamente, arrabbiata. «Lo vedo e non importa. Io devo andare da lui...» dissi ad alta voce.

Lui strinse la presa, imprimendo delle  mezzelune sulla pelle: «Non capisci che potrebbe essere già morto?! Noi siamo ancora vivi, ma abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile per uscirne...» convenne. Sapevo che aveva ragione, ma davvero non mi importava...

«Io credo che sia ancora vivo perciò andrò lo stesso!» mi intestardii, strattonando il braccio dalla presa ferrea e correndo via.

Ero già lontana quando udii: «Abbiamo trovato Seth...».

Mi bloccai sul posto e tornai indietro: «Cosa?!».

«Abbiamo trovato Seth, ma è debole e ridotto alla fame.» indicò un punto poco distante ed io ne seguii il movimento, fra la battaglia che stava avendo luogo e gli allarmi scattati. «Ci servi qui, Lala.».

Helia...

«I signori vorrebbero del té... e magari anche dei biscotti... oppure si decidono ad aiutarmi?!» celiò Nathaniel con fatica, mentre tentava di tenere a bada un orso bruno. Orso bruno che venne stordito da Gavriel.

«Nath, sei vivo!» sottolineò l'ovvio, entusiasta, abbracciandolo con calore.

«Come mai questo tono sorpreso, uccellaccio?» scherzò lui, ringraziandolo.

«Non speravamo più di vederti...» si aggregò Seth, con un livido sorriso e aiutato da Silene, immancabile stampella bipede.

«Mi spiace, starò con tutti voi ancora per un bel po'.» sorrise.

«Ragazzi, io vi voglio bene, ma il diversivo creato non durerà a lungo. Muoviamoci a raggiungere Tristan...» scattò Gavriel, indicando gli animali in borghese.

Loro dovevano essere gli altri prigionieri. Il diversivo.

Mi guardai attorno, trovando solo vie di fuga bloccate, l'arco temporale per agire e scappare si era già chiuso. «La via migliore è salire sul tetto!».

«Non serve... Tristan sta già provvedendo a venire qui...» costatò il lupo, osservando il soffitto.

Alzammo tutti il capo, trovando una macchia provocata da acido corrosivo. «VIA! ALLONTANATEVI!» urlai, scansandomi assieme a Jude.

Tre pezzi dei piani superiori e del tetto, crollarono al suolo, accoppando un terzo dell'esercito nemico. Lunghe scale a corde, calarono dall'alto. Vi ci arrampicammo, scavalcando le macerie ed i resti della struttura restanti, per raggiungere l'elicottero che ci aspettava per volare via. Ogni mio gesto fu meccanico. Il mio corpo si muoveva in automatico, senza che io gli dessi degli ordini mentali per agire. Ero in stato di veglia mentre Seth aiutava Silene a salire sul veicolo volante.

Li guardai aiutarsi vicendevolmente, tenenrsi per mano e stringersi l'uno all'altra. Trattenni le lacrime.

Loro sono fortunati.


***

CONTINUA...

Savage // Vol. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora