Capitolo 22

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.22.

SETH

L'oscurità regnava attorno a noi col proprio manto di tenebra, ma a me non importava non avere la vista se possedevo lei

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L'oscurità regnava attorno a noi col proprio manto di tenebra, ma a me non importava non avere la vista se possedevo lei. Affondai il viso nell'incavo del suo collo, sprofondando nella chioma soffice e folta della mia cerbiatta, dove il profumo di lavanda era più intenso. Riabbracciarla fu come riprendere respiro. Un assaggio di libertà liquida. Stretta a me, non sentivo più alcun dolore, né i morsi del freddo e della fame. Silene era l'analgesico miracoloso di cui avevo bisogno. La mia salvezza e la stessa dannazione.

«Ho pregato giorno e notte di ricongiungermi a te...» singhiozzò, mentre catturavo una sua lacrima con la lingua. Le leccai una gota calda, di pesca, riprendendo a baciarle ogni centimetro di pelle. Non vedevo nulla, ma averla tra le braccia, mi ripagava da tutte le sofferenze e le torture patite.

La cullai contro il mio petto mentre ci rannicchiavamo in un angolo della prigione: «Sono qui. Mi hai trovato.» le scostai qualche ciocca dal viso, tastandole il capo. Anch'io avevo la voce rotta dall'emozione.

Lei riprese a cingermi le spalle più forte: «Nessun altro ti porterà via da me.» piagnucolò ancora, tirando su col naso e facendomi ridere.

Era tenera e dolce come ricordavo. Le accarezzai la schiena teneramente: «Lo stesso vale per me... ma questo non toglie quanto sia arrabbiato con te, adesso.».

Anche Silene ridacchiò: «Dov'è la novità?». Immaginai che alzasse gli occhi al cielo e mi venne da sorridere, ma fu uno smarrimento momentaneo.

«Ti avevo detto di restare al sicuro, lontano da qui. Avrebbero potuto farti del male. Volevano darti in pasto a me, dannazione!» continuai, stizzito e incollerito.

«Sapere che fine avessi fatto aveva fagocitato ogni altro pensiero. Ogni ragione o riflessione di vita ruotava su dove fossi finito. Non potevo stare con le mani in mano. Helia e Laila hanno cercato di...» snocciolò informazioni a raffica, ma ad un certo punto la stoppai.

«Frena, frena, frena... Il pranzo della domenica collabora con Laila?! Laila Blake, maschio mancato della Congrega dei sei, lei?!». Ero sbalordito.

«In verità credo siano anche una coppia, sai?» aggiunse, rallegrata per loro.

Adesso sì, ch'era una situazione assurda. Cosa mi ero perso?

«Dici sul serio? Poverino, lo compatisco un poco.» risi, ma forse ero solo felice di riavere con me la mia amata cerbiatta.

«Sì, abbiamo dato l'esempio. Hai visto? Le coppie miste sono più forti.» rise anche lei.

«Mpf... Noi siamo più belli.» celiai con finto sarcasmo, ma Silene mi accarezzò uno zigomo, cercando le mie labbra e tracciarne il contorno col suo piccolo e affusolato dito indice.

«L'unica bellezza è la tua...» mormorò piano, col tono di una bambina.

Baciai il suo polpastrello esplorativo. «Eh sì, mi sei proprio mancata...» sospirai, mentre strisciavo la punta del naso contro la sua guancia. Volevo baciarla e assaporare ancora le sue labbra di velluto... E poi, Improvvisamente, l'eccheggiare del suo nome ci arrivò lontano, come un'onda. «Hai sentito anche tu o comincio ad avere miraggi uditivi?».

«Jude ha detto il mio nome, è qui!».

«Jude ha detto il mio nome, è qui!»

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*Angolino dell'Autrice*

Scusate il capitolo corto Raga, ma è un doppio aggiornamento, chi l'avrebbe detto?! Non io XD la situazione è delicata^^' il prossimo sarà più lungo <3 ...almeno spero.

E sì, l'immagine è ancora nera xD

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