.13.
LAILA
Il dolore aveva molte facce e si presentava nelle vesti più disparate; come un tradimento, ad esempio, oppure nella mancanza di fiducia.
L'allarme scattò nel fermento generale. La porta d'azione si era chiusa. Le pareti liscie, blindate in acciaio rinforzato, non contenevano nessuno e la luce artificiale dei lumi accesi, ne rifletteva il vuoto. Seth non c'era.
Improvvisamente il mio corpo divenne di piombo ed il tempo, divenne qualcosa di futile e labile, rallentando la sua inesorabilità.
Demoralizzata e svuotata della grinta posseduta, mi lasciai sopraffare dalla disperazione. Avevo perso Nathaniel, l'orso polare, e adesso, avevo perso anche il mio Alfa. Uno dei miei più cari amici.
Seth.
I rumori e le urla, persero voce alle mie orecchie e tutti i tentativi compiuti fino a quel momento, significato.
Missione fallita.
Era una trappola... ed io c'ero cascata come una stupida novellina; distratta da un paio d'occhi verde foglia.
Ad un tratto, Helia mi strattonò, destandomi in parte dallo stato di shock.
«Laila, dobbiamo andarcene...» urlò, ma io non gli diedi retta. Lui parlava, vedevo il labbiale della bocca, ma non riuscivo ad ascoltarlo. Sembrava spaventato... O forse fingeva.
Ad una trappola, per scattare, gli occorre un'esca...
E quale amo migliore se non un finto alleato, riflettei.
Corrugai le sopracciglia, percependo un dolore sordo alla bocca dello stomaco. Mi ero fidata del mio cuore e non del mio istinto... E adesso ne avrei pagato le conseguenze.
Persa nei meandri delle mie congetture e crogiolandomi nella disperazione totale del fallimento, venni portata via a forza. L'Alfa erbivoro mi trascinò nel cuore della foresta, strattonandomi per il polso - non la mano -, nel vano tantivo di fuggire dai suoi sottoposti e soldati armati.
Triplogichista. Catturarmi gli varrebbe una medaglia al valore...
Rallentai la mia veloce andatura fino a fermarmi e, di conseguenza, frenai anche lui.
Gli alberi spogli del bosco, spettatori muti delle nostre azioni, ci attornivano immobili, cristallizzati dall'ultimo freddo.
«Laila, che stai facendo?!». Il suo sguardo si spostò alle mie spalle, ma non mi voltai. «Non possiamo rimanere qui!» continuò.
Però Gemma l'hai lasciata indietro...
Probabilmente lei era al sicuro, da qualche parte, a ridere di me.
Era tutto un loro piano?!
Combaciava con lo strano atteggiamento del roditore - minacce a parte - e una finta collaborazione, il tempo impiegato per irrompere nella struttura e la cella vuota...
Sgusciai il mio arto dalla sua presa e indietreggiai di un passo, puntandolo con lo sguardo furente, irremovibile.
Mi ha fatto solo perdere tempo prezioso!
«Laila, dietro di te!».
Helia, riprese all'istante il mio polso e mi tirò contro di lui, estraendo uno dei due coltelli che possedeva. Io lo imitai, impugnando con la mano libera la lama arquata ad artiglio.
Successe tutto molto in fretta.
Il cervo lanciò il pugnale fra la fitta vegetazione dormiente, interrompendo la corsa di un dardo contro la mia schiena ed io, gli trafissi il fianco sinistro, forandogli un polmone.
Lui si irrigidì, mentre mi faceva da scudo col suo corpo. Frecce cariche di sonnifero gli trafissero la carne.
Sgranai lo sguardo, esterefatta dal gesto compiuto.
I suoi occhi si spalancarono per lo stupore, guardandomi confuso e rattristato. Come se non si aspettasse quel mio gesto...
Compresi troppo tardi che i miei timori, non erano altro che pensieri avvelenati di stereotipi contro la razza...
Una jeep nera metallizzata, guidata da Gemma, investì un paio di sentinelle ad un metro di distanza da noi. «Oddio... Scusate...» squittì terrorizzata lei.
Ecco cosa le aveva confidato. Di rubare un mezzo di trasporto militare.
Mi voltai verso il volto del mio salvatore. Era già pallido e respirava a fatica. La fragranza acre del suo sangue riempì l'aria e prima che potesse accasciarsi al suolo, lo guidai verso il veicolo.
***
«Cosa diavolo è successo?!» strillò la rossa, rifugiandosi nei sedili posteriori mentre prendevo il posto di guida.
Helia era seduto al mio fianco, ma non sembrava più essere presente. In pochi secondi aveva già perso i sensi...
Spaventata, gli presi il viso fra le mani. Sudava ed era bollente. «Helia, rimani con me.» lo pregai.
Mi aveva protetto, perché?!
«Helia... Helia, parlarmi.» lo chiamai ancora con voce rotta dal pianto, ma lui non si mosse. Parve troppo giovane e indifeso per essere un pericoloso soldato.
Il senso di colpa divorava il mio cuore. L'avevo ridotto io in quello stato...
Perché non mi fidavo.
Mi veniva da piangere. Come avevo potuto arrivare a tanto?!
Vuoto. Al posto dell'anima, avevo un vuoto. Alla fine ero stata io a tradirlo...
«LAILA, PARTI! PARTI, PARTI, PARTI...!» gridò Gemma, fissando il parabrezza del bagagliaio. In lontananza, fra i rami secchi, ombre nemiche muovevano contro di noi.
Distolsi l'attenzione dal ferito e mi concentrai sul volante, azionando il motore e schiacciando l'acceleratore con tutta la forza possibile, urlando a squarciagola.
Ci addentrammo nel bosco mentre il rumoreggiare di spari lontani riecheggiava dietro di noi.
Helia, resisti!
*Angolino dell'Autrice*
AAAAAAAH HELIA NON MORIRE!
Raga questo evento sengna che mancano più o meno cinque capitoli alla metà del secondo libro. Aiuto...
A
I
U
T
O
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Savage // Vol. 2
RomanceVOL. 2 DA REVISIONARE ⚠ ATTENZIONE ⚠ Prima di leggere le vicende contenute all'interno è consigliabile iniziare dal primo volume. "Chi è il vero nemico?" La trama la trovate all'interno. *** Beginning: 23/02/21 Concluded: 22/12/21 Iscritta a Pat...