CAPITOLO 25

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《Alfre, hai dimenticato questo》

Miss Bellezza col caschetto ci rincorse per dare ad Alfredo una busta con dentro non so cosa.
Ma che vuole questa? Che gatta morta.

Alfredo si girò e la guardò in un modo strano, poi le disse: 《grazie》

Si limitò ad un sorriso, mi prese per mano e andammo via.

Erano circa dieci minuti che non parlavo, mi ero ingelosita parecchio per l'atteggiamento della cameriera nei confronti di Alfredo, nonostante lui non le avesse dato retta.

《 Perché non parli, Bè?》

《 Boh》

《 È strano, tu parli a macchinetta. Qualcosa non va?》

《 Tutto ok》

Lui non mi rispose, quindi stetti zitta per un altro minuto. Poi decisi di sfogarmi.

《 È quella Luisa, non mi va giù il modo in cui ti guarda》

《 Rebecca, lei può guardarmi come vuole, non mi interessa. E poi scusa, come mi guarda?》

《Ha gli occhi a cuoricino》

《 Ma dai, smettila. Comunque non m'importa》

《Lo so》

《 E allora perché sei nervosa?》

《 Non sono nervosa》

Evitò di rispondermi.

Ci mettemmo in macchina e lui prese il cammino.

Non parlammo affatto durante il tragitto. Io ero concentrata a cambiare stazione di radio e lui a guardare la strada.

Poi ad un tratto si fermò e mi fece scendere dalla macchina.

《 Scendi》

《Cosa?》, il mio sguardo era curioso, le sopracciglia arricciate in senso di domanda.

《 Scendi. Devo dirti una cosa》

Feci come mi ordinò.

《 Senti. Io sono stanco di tutte queste gelosie, devi smetterla di essere gelosa pero ogni minima cosa, ogni ragazza. Io amo solo te, ed è per questo che siamo qui adesso》

Non risposi. Quindi continuò.

《 Tieni》, mi porse la busta che aveva dimenticato in precedenza al ristorante e mi fece segno di aprirla.

Quando la aprii c'era un cofanetto che proveniva da una gioielleria.

Prima di aprirlo, lo guardai in faccia con gli occhi sbarrati e lui fece segno aprirlo.

Lo aprii. 《 Oh mio Dio, amore》

Misi la mano sulla bocca. Non avevo parole per tutto ciò che stava facendo per me. Un anello, non me lo sarei mai aspettato.

Era bellissimo, molto delicato, con sopra un piccolo diamante trasparente.

Lui non disse nulla, mi guadò e mi sorrise.

Prese il magnifico anello da dentro il cofanetto e me lo mise alla mano sinistra.

Altre lacrime mi rigarono il viso, sciogliendomi tutto il trucco. Ma non m'importava.

《Ti amo. Grazie di tutto, questo significa molto per me. Non so come tu abbia potuto innamorarti così di me, tanto da regalarmi un anello di tale importanza e valore. Sappi che se anche mi avessi regalato un anello di plastica, ne avrei preso ugualmente molta cura, perché il suo significato per me è importantissimo. Tu sei importantissimo e ringrazio il giorno in cui il mio stupido cervello mi ha fatto capire che eri tu il ragazzo della mia vita》

Mi prese in un abbraccio e ad un tratto mi sentii protetta da lui. Una protezione che faceva sparire ogni mia paura, paranoia, preoccupazione. Nelle sue braccia possenti e il suo corpo alto quanto un muro, mi colmava completamente, ovunque.

Avevo lo sguardo fisso nel vuoto, con le lacrime agli occhi e, quando lo distolsi per guardare lui, vidi che stava piangendo.

Era tutto così perfetto. Io amavo lui, lui amava me ed eravamo un'unica cosa, un insieme che non poteva più sciogliersi.

Eravamo due molecole d'acqua che, unitesi, non si sarebbero più separate.

Avevo passato la serata più bella di tutta la mia vita. Il mio ragazzo mi aveva resa felice e niente al mondo poteva più far si che quel folle innamoramento sarebbe scomparso.

Tornai a casa col sorriso sulle labbra, gli occhi ancora bagnati per via delle lacrime.

Andai in bagno, mi lavai e andai nel letto.

Dopo la magnifica serata, il sonno se n'era completamente andato, quindi presi il computer e decisi di guardare un film.

Erano le 3.00 del mattino e ad un tratto il cellulare mi squillò.

Era un messaggio. 

*Mi manchi tanto. Vorrei vederti. Domani?*

E adesso che diavolo voleva Daniele?

un bacio al sapore di cloroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora