Dopo che avemmo ripreso un poco le forze, nuovamente facemmo librare il Depalò; quando Cil estrasse il Puntafatti mentre eravamo a mezz'aria, la freccia non ruotò come aveva fatto sino a quel momento, ma si rizzò al modo dello gnomone d'un orologio, come volesse suggerirci di spingerci più in alto.
«Il congegno rivela» dichiarò l'Alchimista, «che vi sono degli Artefatti Superiori nei cieli, e la cosa non mi sorprende più di tanto. Andiamo dunque, miei fieri compari, ad esplorar le stelle, per vedere se lì giaccia il segreto della conoscenza!»
Così, pestando con forza sui pedali e flettendo più in alto possibile la sbarra con cui imprimeva la direzione, Barbin spinse la macchina sopra le grandi distese dei mari e delle terre, e poi via via più su, oltre le nubi, mentre sovente gridavamo di meraviglia, coi capelli scompigliati dal vento.
«Funziona!» esclamò l'Alchimista, «La freccia si accorcia man mano che prendiamo quota! Avanti, avanti, pedaliamo!»
Così, pieni d'entusiasmo, senza troppo curarci dello sforzo e del sudore, né del pericolo di lasciare il suolo, che è nostro luogo di nascita e d'elezione, per le ignote immensità del cielo, giungemmo in prossimità della luna, che ci apparve da vicino molto più grande di come possa sembrare dal basso, e piena di buche. A questo punto molti di voi, amabilissime Dame e avvedutissimi Messeri, potrebbero credere che quanto riferisco sia solo un'invenzione, per rendere più avvincenti le mie avventure; ma posso assicurarvi che, sebbene altri abbiano narrato d'essere stati sulla luna senza averla mai davvero raggiunta, il mio racconto non è menzognero.
«Dei tre cieli, questo è il più basso» spiegò l'Alchimista, «ovvero il cielo della luna. Qui tutto segue ancora le regole del nostro mondo, e le cose appaiono comprensibili alla nostra mente, benché convenga mostrar rispetto alla luna, che è signora di molte delle leggi terrestri.»
Allora delicatamente toccammo la sua superficie, ma il Puntafatti non smise di indicare più in su; soltanto avemmo il tempo, prima di spiccare nuovamente il volo, di scorgere un coniglio strabico che ripeteva una stramba cantilena.
«Dunque esiste davvero!» commentò Cil stupito.
«Che cosa?» chiese Bastonazz.
«Assolfito, il coniglio impazzito. Da molti millenni egli cerca qui il suo senno, senza ritrovarlo, e va cantando assurdità in tutte le lingue che siano mai state pronunciate.» rispose l'Alchimista, «Questo dimostra che il savio Sederon non raccontava frottole nel suo Grande Atlante delle Nubi e dei Regni Celesti! Guadagniamo maggior altezza, ché ci aspettano luoghi incredibili!»
«Ma come ha fatto questo tizio ad esplorarli?» domandò Barbin, sollevando la benda per osservare quelle meraviglie, mentre il Depalò lasciava la luna.
«Egli ci parla» rispose Cil, «di molte razze che abitano i cieli e che sono in grado di viaggiare comodamente per essi, sopra grandi carri volanti e macchine fabbricate con inimmaginabile ingegno. Vi sono i peladiani, simili a noi ma più chiari nella pelle e nella peluria, i bigi, i luci, i trasluci, i bambagi, i menomati, i menomorfi... insomma, egli narra di aver molte volte compiuto con loro il tragitto dalla nostra terra ai cieli e viceversa, e di aver così scoperto la conformazione di tutte le cose, e come esse si reggano l'una intorno all'altra in una serie di circoli concentrici.»
«Mai sentita questa roba» disse Bastonazz.
«Ah, ragazzo mio,» replicò Cil, «pure molti che si fregiano del titolo di sapienti ignorano queste cose, o le ritengono fandonie, oppure, accecati dall'idolatria, sostengono che queste razze celesti siano da identificarsi con gli Dei.»
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Artifacta - La Cerca degli Artefatti
AdventureUno sparuto gruppo di avventurieri si mette in viaggio alla ricerca dei mitici Artefatti... vi aspetta una storia fantasy a metà tra la satira e la parodia, tutta da ridere 😂 Se volete, potete ascoltare l'audiolibro dei Capitoli sul mio canale YouT...