«Credo che, mentre eravamo in volo,» spiegò Cil, «il Puntafatti sia stato attratto dalle dimore stesse degli Dei, o da qualche loro santo manufatto fabbricato in bolsite. Ma non c'è dubbio che ci abbia fatto prendere un abbaglio, e perdere un valoroso compagno per nulla: l'Artefatto Supremo è su questa terra, e non fra le nuvole. Ormai siamo vicini al traguardo: saranno rimasti al massimo un paio di Artfeatti Superiori in giro per il mondo!»
Così raggiungemmo a meriggio una landa punteggiata di radi rovi, dall'aria secca, ove la freccia del congegno si fece cortissima.
«Pare che sia là in mezzo» affermò Cil con tono piuttosto scettico, dacché non c'era nulla nelle vicinanze. Trovammo solo, sparso a terra, un liquido appiccicoso d'un colorito bluastro, vagamente simile alla bolsite, ma certamente non identico ad essa.
«Un Artefatto liquefatto?» si domandò Cil, «Strano... eppure non c'è dubbio: da questa sostanza è attratto il congegno.»
Allora l'Alchimista immerse il Puntafatti nel liquame, ma non una luce fu ciò che comparve: il terreno d'intorno si squarciò di colpo, e da profonde crepe emersero tre millepiedi che raggiungevano la pertica di lunghezza; fulminei, essi s'avvinsero ai nostri corpi, senza darci il tempo di sfoderare le spade, e in un istante ci trovammo intrappolati nelle loro sudice spire, incapaci di muoverci. Le zampe puntute s'aggrapparono alle carni, le due paia d'occhi e le antenne s'adoperarono per sorvegliarci, ratte muovendosi e in modo ripugnante; Cil gridò, Bastonazz si guardò intorno, senza sapere cosa aspettarsi, io tentai di divincolarmi, ma i miei sforzi furono vani.
Quando eravamo ormai immobilizzati e la stretta ci mozzava il respiro, altri crateri s'aprirono sul suolo, provocando schizzi di sassi: scolopendre grandi venti volte quelle che ci serravano e larghe come le colonne d'un tempio s'innalzarono verso il cielo, avvitandosi e congiungendosi alla sommità, come a formare un arco; dalle loro corazze, un poco dischiusesi, centinaia di lombrichi neri, anch'essi enormi, presero a spargersi sul terreno e poi a salire strisciando l'uno sopra l'altro, in ordinate file, a produrre una molle parete tra gli archi; bestie volanti, delle quali non riconobbi la razza, andarono a chiudere i fori rimasti in alto, creando un tetto. Così, davanti ai nostri occhi increduli, prese forma una gigantesca struttura composta d'esseri viventi, con le sue stanze e le sue torri, le alcove e i corridoi, colante umori appiccicosi, fetida oltre ogni immaginazione. Senza che fossimo stati in grado di muoverci d'un'oncia, pareva d'essere stati trasportati in tutt'altro luogo: il suolo s'era ricoperto di vermi, larve ed escrementi; pochissima luce filtrava dall'esterno, come fossimo in una fondissima grotta; s'udivano frementi battiti d'ali, picchiettii di tenaglie e un serpeggiare di membra viscide.
«Cosa cazzo è questa roba?» gridò Bastonazz, «Siamo finiti sul terreno di caccia di questi merdosi mostri?»
Ma non ci fu tempo né bisogno d'azzardare un'ipotesi, dacché, sgusciando dalle vive pareti, sfilarono davanti a noi non meno di venti figuri, tutti abbigliati con la medesima veste color prugna, taluni con turbanti, altri con cappucci e copricapi, ognuno bardato d'un proprio paramento, che ne significava il grado. Quello non era l'assalto di bestie allo stato brado: era la Setta della Scolopendra.
«A pochissimi, oltre agli adepti di questa eccelsa confraternita, è stato concesso l'onore di accedere al nostro santuario, l'unico santuario che può spostarsi, comporsi, decomporsi e ricomporsi» disse uno, distaccandosi dal gruppo, mentre gli altri formarono un cerchio attorno a noi.
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Artifacta - La Cerca degli Artefatti
PertualanganUno sparuto gruppo di avventurieri si mette in viaggio alla ricerca dei mitici Artefatti... vi aspetta una storia fantasy a metà tra la satira e la parodia, tutta da ridere 😂 Se volete, potete ascoltare l'audiolibro dei Capitoli sul mio canale YouT...