Superammo, a mattino inoltrato, traversando un ponte di legno, un affluente del fiume Tigi, per raggiungere la regione di Avaron, ch'era tutta coperta da un cielo nuvolo, sotto al quale stagnava un aere umoroso ed inospitale. Non mi ero mai addentrato prima in quei territori circondati dalle montagne; sapevo solamente, per sporadiche voci, che Avaron intratteneva scarsi contatti con le altre regioni e aveva adunque sviluppato costumanze sue proprie. Giungendo alla capitale, notai fin da subito che essa era priva di qualunque tipo di mura, diversamente da tutte le città che avevo visitato prima, e che i suoi edifici erano inusualmente tozzi e squadrati, sgraziati e privi di gusto, nonché rovinati dalle intemperie. Non avendo veduto fortificazioni, credevo che la città fosse almeno presidiata da copiose guarnigioni, e mi attendevo serrati controlli all'arrivo; non trovammo invece alcuno a sorvegliare la via maestra, tanto che potemmo entrare totalmente indisturbati, come fossimo abitanti del posto. Ma non passò gran tempo prima che qualcuno ci si facesse incontro: un personaggio strambo, con capelli tinti di più pigmenti, una terra ad arrossar le gote e vestiti sgargianti pieni di merletti, così diverso dall'usato nel portamento che ancora non saprei dire neanche se fosse maschio o femina. Questo stravagante sconosciuto si rivolse a noi con fare cerimonioso:
«Graditissimi Messeri, è con spropositato piacere che vengo a darvi il benvenuto nella Libera Repubblica di Britamera, giusta e generosa sopra ogni altra, ove il benessere d'ogni singolo cittadino è stimato come sommo bene, e la tutela dei suoi diritti come primo scopo.»
Bastonazz guardò il tizio, quinci volse gli occhi a Cil, il quale non sapeva bene neppure lui il da farsi, ed io men che meno.
«Vi ringraziamo per la vostra accoglienza,» rispose l'Alchimista titubante, «e chiediamo perdono se possiamo apparirvi un poco stupiti: non ci aspettavamo di poter entrare così, senza superar frontiere o render conto del nostro nome, e d'essere subito accolti da qualcuno con tal benevolenza.»
«Oh, non scusatevi, Messere. Sappiamo bene che in altri luoghi è uso sottoporre chi arriva ad offensivi controlli, e circondare le case con muraglie, come se lo straniero fosse un nemico, e non un fratello. Ma la nostra luminosa Repubblica ha da tempo superato una simile barbarie, e si fregia anzi di inviare me, Fretc dalla voce acuta, ad accogliere i nuovi venuti, e a spiegar loro le avanzate usanze di questa terra» rispose quello, aggiustandosi le lunghe ciglia con un dito e facendo un inchino.
«Ha gambe storte e schiena curva, forse tiene la parrucca, ed è vestito come un giullare: dobbiamo fidarci di questo qua?» mi chiese Bastonazz, sussurrandomi all'orecchio.
«Stiamo a vedere cosa succede, ma non abbassiamo la guardia» gli risposi, concordando con lui sulla stranezza delle circostanze.
«Innanzitutto vi prego di siglare queste pergamene» disse Fretc, svolgendo dei lunghissimi rotoli.
«Di cosa si tratta?» chiese Cil.
«Io non firmo niente» protestò subito Bastonazz con tono scontroso.
«Oh non c'è nulla di cui preoccuparsi, graditissimi Messeri. Secondo la legge duemilacentotrentotto capitolo dodicesimo paragrafo diciottesimo titolo quinto rigo nove dello Statuto della Libera Repubblica di Britamera, che perfeziona la ben nota Legge dell'Ospitalità, chiunque metta piede in città diviene automaticamente cittadino, semplicemente siglando questa pergamena» spiegò il nostro interlocutore.
«Cittadini?» domandò Bastonazz, «Ma se siamo appena arrivati e non sappiamo niente di questo posto? E poi siamo solamente di passaggio, casa nostra è a molte miglia da qui.»
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Artifacta - La Cerca degli Artefatti
AdventureUno sparuto gruppo di avventurieri si mette in viaggio alla ricerca dei mitici Artefatti... vi aspetta una storia fantasy a metà tra la satira e la parodia, tutta da ridere 😂 Se volete, potete ascoltare l'audiolibro dei Capitoli sul mio canale YouT...