Capitolo 6

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Chloé Blanc

Decido di presentarmi al lavoro prima del previsto, considerando che non ho chiuso occhio, se non per qualche ora.
Cerco di coprire le occhiaie scure come meglio posso, servendomi anche dei mie amati occhiali di sole.

Varcata la soglia del laboratorio, mi imbatto immediatamente in Maurice che, con i suoi occhiali eccentrici ogni volta abbinati al suo vestiario, mi saluta - Buongiorno Chloé -.
Ricambio con un accenno di sorriso prima di venire bloccata dallo stesso uomo calvo - Dove credi di andare? Non devi dirmi nulla? -.

Cerco di riflettere a cosa si potrebbe riferire, ma con scarsi risultati. Le mani iniziano a sudarmi dall'agitazione al pensiero che abbia fatto qualcosa di sbagliato.

- Come hai potuto presentarti al gala del PSG con il vestito della concorrenza? - mi rimprovera, posando la mano sul fianco.

Emetto un sospiro di sollievo al pensiero che sia questo il problema di cui si tratta, sorridendo per il fatto che voglia a tutti costi farmi fare bella impressione.
È infastidito che la 'sua modella preferita' , così mi ha definita dopo aver visto le foto del compleanno di Cindy, abbia deciso di presentarsi con un altro marchio.
Allo stesso tempo mi imbarazzo nel notare il suo sguardo malizioso: se sa del mio vestito di sabato sera, allora sa anche del mio accompagnatore.

- In realtà non sapevo che sarei andata - spiego la situazione al mio capo, omettendo qualche dettaglio. Per quanto si sia instaurato un certo rapporto, rimane comunque il mio superiore.
- Beh dì al tuo amico Kylian di darti un po' di preavviso la prossima volta - ribatte scuotendo l'indice in alto, prima di ordinarmi di andare verso la mia postazione di lavoro e iniziare a produrre qualcosa.

Per tutto il giorno sono rimasta a disegnare i capi per la sfilata che si terrà agli inizi di luglio. Ogni anno Dior sceglie un solo studente della scuola che frequento e quest'anno la decisione è ricaduta su di me. In quanto nuova tirocinante collaborerò con i miei colleghi, ex allievi del mio medesimo istituto, il più prestigioso di Parigi, per una collezione speciale.
Se tutto andrà come deve, all'inizio dell'estate potrei venire assunta ufficialmente.

Le idee mi escono di getto, senza rendermene conto sono le 17.15 e non ho pranzato. Ero troppo immersa nel compito che stavo svolgendo per preoccuparmi dei crampi allo stomaco.
Ho per ora disegnato i bozzetti di dieci capi su venti, sui quali i miei, spero, futuri colleghi mi aiuteranno per la realizzazione.

Sto per alzarmi per andare almeno alla macchinetta per prendermi una barretta, quando con il suo solito passo leggiadro Maurice si incammina verso il mio tavolo pieno di fogli  - Chloé, hai un nuovo incarico - annuncia, sistemandosi gli occhiali nervosamente, con uno sguardo che non ho mai visto prima d'ora.
Nemmeno dopo qualche secondo capisco il motivo: il ragazzo che lo segue con una felpa larga bianca con sotto la spalla una piccola pochette da uomo nera, è proprio il giocatore del PSG.
Per tutto il giorno, avevo quasi dimenticato della sua esistenza per il troppo lavoro, ma ora eccolo qui.
- Il signore Mbappé ha chiesto espressamente di te per realizzare due abiti per una premiazione che avverrà verso fine mese - spiega Maurice facendomi un occhiolino, prima di andare verso la caffetteria e preparare qualcosa per l'ospite, lasciandoci così da soli. So che è stata una mossa voluta.

- Tu che ci fai qui? E che hai fatto alla gamba? - esordisco sotto voce, avvicinandomi con il busto verso di lui, mentre noto la sua andatura zoppicante. Mi preoccupo immediatamente.
- Volevo chiederti scusa per ieri sera, mi sono completamente addormentato - si giustifica con una faccia da cane bastonato, indicando il mio telefono che ho completamente abbandonato da quando sono entrata qui - Ti ho scritto ma non mi hai risposto - e poi dare un colpo sulla gamba, mentre fatica a sedersi sullo sgabello accanto a me - Nulla, ho solo dolore al polpaccio, devo stare un po' a riposo-.
- Tranquillo - rispondo, continuando a vedere la sua faccia un po' sofferente probabilmente per i crampi.

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