Capitolo 17

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Kylian Mbappé

Sono seduto sul divano dell'appartamento di Chloé nella penombra ad aspettare.
Sono agitato come poche volte nella vita e tutto questo solo perché sono così stupido da aver dato voce ai miei sentimenti.
Con il senno di poi, forse, sarebbe stato meglio reprimerli almeno per un po'.

Da quella sera io e Coco non abbiamo più avuto modo di parlare di quanto successo alla festa di Neymar e per questo il panico ha preso il sopravvento.

Sento la serratura fare rumore e la porta spalancarsi facendo scorgere la figura stanca della mora che, nel momento in cui accende la luce del suo appartamento ormai semi buio, sobbalza.

- Dio -  quasi urla dallo spavento, portandosi una mano sul cuore - Tu sei pazzo, che ci fai qui? -  mi chiede confusa - E come hai fatto a entrare? -.

Non riuscivo più ad aspettare e ho dovuto, come mio solito, prendere in mano la situazione per rimediare ai miei sbagli.
Non ce l'avrei mai fatta ad aspettare di vederla solo quando sarebbe riuscita ad ultimare le collezione.
Ultimamente entrambi ci stiamo concentrando troppo sul lavoro e Coco ha deciso di lavorare anche di notte pur di finire tutto in tempo.

- Ho chiesto a Brigitte la copia delle tue chiavi - sorrido facendo spallucce, come se fosse la cosa più normale di questo mondo fare irruzione in casa di un'altra persona.
- E quelli? - indica il mazzo di fiori che ho appoggiato sul tavolino.
- Sono per te - annuncio quasi imbarazzato, afferrando la composizione e porgendogliela, mi avvicino a lei per stamparle un bacio sulla guancia - Dopo la fortuna che mi hai portato in queste settimane è il minimo -.

Guardo il suo viso addolcirsi a quella visione, mentre con le dita sottili tocca i petali e le foglie di quei fiori colorati che lei adora.
In ogni angolo della casa ci sono rose, margherite o tulipani che Chloé ha la premura di acquistare quasi ogni giorno.

Mi guarda con un sorriso di sbieco, prima di allontanarsi e posare il mazzo in un vaso trasparente sul tavolo, per poi fiondarsi tra le mie braccia.

Quell'abbraccio mi fa dimenticare per un secondo tutte le mie preoccupazioni riguardanti noi.
Mi stringe forte a sé, come se questi tre giorni lontani siano stati un'eternità anche per lei, quanto me.

- Vuoi fermarti a cena? - mi chiede guardandomi negli occhi con i suoi espressivi, mentre le sue mani rimangono fisse dietro il mio collo.
- In realtà ho in serbo altro per stasera - ribatto ridendo, stringendola per i fianchi e ironizza
- Strano, Kylian Mbappé di solito non mi stupisce mai -.

Adoro vederla felice della mia presenza, lo percepisco dal suo sguardo, tant'è che a volte dimentico di non essere in una vera e propria relazione.

Se da un lato avrei voluto sentirmi dire altrettanto a quel fatidico - Credo di amarti - allo stesso tempo mi rincuoro ogni volta che la vedo così legata a me, sperando e pensando che sia solo questione di tempo.

Dopo pochi minuti ritorna dalla sua camera con addosso un lungo vestito fatto a camicia, impreziosito da una cintura borchiata da cui parte un enorme spacco facendo scorgere i sandali bassi adatti a questo clima afoso.

Una volta saliti in macchina, inizio a guidare verso la meta prestabilita.
Le chiudo gli occhi con le mie mani, nel momento in cui arriviamo e facendo attenzione a non farla inciampare, saliamo sull'imbarcazione.

Il suo sguardo si illumina nel vedere quel piccolo, ma lussuoso motoscafo che ho deciso di affittare per farle una sorpresa e per ringraziarla per tutto ciò che ha fatto per me in questi mesi.
Probabilmente anche per rimediare alla mia lingua troppo lunga.

Mi abbraccia di nuovo con la stessa frenesia che ha utilizzato quando le ho consegnato quei fiori.
- Non smetterò di dirlo - esordisce, continuando a guardarsi intorno e girando il volto verso Victor che sta mettendo in moto il mezzo per navigare la Senna, per poi proseguire - Tu sei pazzo -.

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