3.

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Jimin's pov
Suonai nuovamente, ma non ottenni risposta. Era ormai da cinque minuti che mi trovavo dietro quella porta ad aspettare che il padrone di casa si palessasse e mi aprisse la porta.

*Non c'è?*

Mi ricordai di una cosa. Giorni prima mio fratello mi aveva fatto avere un messaggio da parte di Jungkook informandomi del codice della porta, aggiungendo di entrare se non avesse dato risposta. Era un uomo alquanto impegnato visto il lavoro che faceva. Fare lo scrittore non era semplice, costantemente sommerso dal lavoro e da scadenze da rispettare. Mi chiedevo se lo avrei visto mai a casa o se sarebbe stato sempre assente per i mille impegni di ogni giorno.

Cercai nelle tasche il foglietto, trovandolo poco dopo. Presi un grande respiro ed iniziai a digitare il codice per poter entrare che misi giusto al primo colpo.

Non appena la porta si aprii mi trovai davanti a qualcosa di davvero sorprendente. La casa in cui abitava era enorme, nonostante facesse parte di un palazzo.

Non sembrava affatto occupare soltanto un piano, ma tre per quanto spaziosa fosse.

Mi avvicinai lentamente al divano, posizionando sopra la mia borsa e le buste che avevo in mano, lasciando anche la valigia lì accanto.

*Wow, vive qui tutto da solo?! È gigantesca, chissà come fa a tenerla così pulita. Beh ovviamente avrà una cameriera che pulisce per lui che magari si chiama Margaret e che viene tre volte a settimana per pulire. Magari sarà in la con l'età e lo considererà come il suo nipotino, curandolo e nutrendolo come farebbe una nonna amorevole*

Preso dalla curiosità, continuai a guardarmi in giro cercando di ambientarmi di più nella casa che mi avrebbe ospitato fino alla fine dei miei studi. Non vedevo l'ora di vederla nei dettagli, scoprendo ogni angolo nascosto.

Avevo sempre amato i posti nuovi e misteriosi, in quanto nascondevano sempre qualcosa al loro interno.

D'improvviso qualcosa catturó la mia attenzione. Un rumore di vetro rotto, provenire dal piano superiore, si udí nella casa.

Preso da non so bene cosa, salii velocemente le scale aprendo l'unica porta chiusa presente nel piano.

Non ero sicuro che fosse stata la scelta più appropriata, dato che quello che mi trovai davanti non era esattamente ciò che mi aspettavo.

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