28.

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Jungkook's pov
Avrei voluto spaccare il telefono. Non facevo che ricevere messaggi dal mio ex. Non faceva che bombardarmi di messaggi su messaggi, tutti sulla stessa tematica. "Mi manchi", "stai con il ragazzino?", "Torna con me, io sono un uomo migliore di lui", "ti amo ancora e tu?".

Non ne potevo più. Eravamo stati insieme solo pochi mesi e ci vedevamo solo per divertirci. Non avevo mai provato niente per lui a livello sentimentale, quindi non capivo da cosa nascessero i suoi sentimenti.

Arrivai a casa, consapevole che avrei potuto spegnere il telefono perché tranne di Jimin non avevo bisogno di sentire nessun altro. Lui era abbastanza. Aprii la porta, fiondandomi dentro con un enorme sorriso ed abbandonando il telefono nel cappotto all'ingresso fregandome totalmente. Chiunque avrebbe chiamato, avrebbe aspettato.

Mano a mano che mi addentravo nella casa, verso il salotto, iniziai a sentire qualcosa di strano. Jimin stava ridendo con qualcuno ma non sapevo chi.

*Sarà Hoseok......spero di no, non credo molto alla storia del migliore amico*

Velocizzai il passo, aprendo la porta e vedendolo con un ragazzo che non conoscevo. Chi era?

-ne vuoi ancora Hyung?-lo sentii chiedere a quel ragazzo, il quale annuí preparando il bicchiere per avere più succo di arancia.

Alzai il sopracciglio. Non si erano nemmeno accorti di me.

Tossii falsamente, cercando di attirare la sua attenzione. Volevo solo quella di Jimin e volevo sapere chi fosse quel ragazzo.

-oh Kook sei tornato-disse Jimin entusiasta guardandomi, mentre lentamente mi avvicinavo a loro.

Guardai il ragazzo, trovandolo molto bello obbiettivamente, aspettando che me lo presentasse ma continuò a stare nel suo mondo.

-chi è lui?-chiesi a Jimin, vedendolo uscire dal suo mondo prima di parlare.

-ah si scusami lui è Jin, l'ho incontrato al bar e una parola tira l'altra siano finiti qui-mi disse facendomi irritare solo di più. Che significavano quelle parole? Se non fossi arrivato avrebbero movimento un po' le cose?

Sentii un rabbia crescere alla bocca dello stomaco, ma mi trattenni dall'esplodere restando calmo.

-ok, io vado a lavorare-dissi, respirando dirigendomi verso le scale.

-jungkook!-mi richiamò Jimin, facendomi voltare. Che voleva ora? Farmi irritare ancora di più?

-per cena ti va un pizza? Rimane anche Jin Hyung ok?-mi disse, facendomi saltare il nervo ma restai calmo lo stesso.

-come ti pare, non mi importa-conclusi, chiudendo la porta e sedendomi sulla mia sedia girevole con la testa rivolta al soffitto. Perché doveva fare così?

🍑

Passarono diverse ore. Era ormai l'ora di cena, tanto che mi alzai e mi stiracchiai le ossa. Ero stato tante ore seduto a lavorare al mio romanzo che sentivo dolore ovunque.

Poco dopo mi ricordai di Jimin e del suo "amico". Dire che fossi irritato dalla situazione era dir poco ma decisi di trattenermi o Jin sarebbe morto.

Scesi al piano inferiore, vedendo qualcosa che mi fece incazzare. Li  trovai addormentati sul divano con le teste una sull'altra.

*Stiamo scherzando?!*

Decisi di fare lo stronzo. Mi avvicinai alla libreria afferrando un volume alquanto enorme, sbattendolo sul tavolo provocando un enorme tonfo che li fece svegliare di colpo.

-che succede?-disse Jimin ancora confuso e stordito guardandosi intorno.

-mhh? A che ti riferisci?-chiesi, consapevole di ciò che voleva dire.

-il rumore....non lo hai sentito?-chiese, mentre vedi Jin alzarsi a sua volta.

-rumore? Non so di che parli....io non ho sentito niente-risposi, riprendendo il libro e rimettendolo al suo posto.

Vidi Jimin tornare nel suo mondo e riprendere a parlare con Jin, tornando ad ignorarmi.

Sbuffai, andando in cucina a prendermi dell'acqua.

*Che cazzo stai combinando?*

In quel momento, mentre mi torturavo un cucina di pensieri, sentii il campanello e subito mi diressi ad aprire prendendo le pizze e portandole in casa.

Subito Jin e Jimin fecero il loro ingresso in cucina, fiondandosi sulle pizze e sedendosi al tavolo a mangiarle.

Li guardai dal bancone, decidendo di non voler vedere ancora quella scena ed andarmene in camera.

-jungkook dove vai? Non mangi?-mi chiese Jimin in tono quasi preoccupato.

-non ho fame-risposi chiudendo la porta e lasciandoli stare.

Non avevo voglia di continuare a guardarli in quel modo.

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