capitolo 3- O'Brien

1.4K 38 14
                                    

"chi sei?" mi chiese il ragazzo davanti a me, avrà avuto all'incirca la mia età, ma non potei constatare di più, visto che iniziai a vedere nero.

Le palpebre iniziarono a calare lentamente, finché non diventò tutto completamente buio, non capivo cosa stesse succedendo, forse era colpa delle varie ferite non di poca gravità.

Intorno a me era tutto grigio: grigia la sabbia, grigia l'acqua che bagnava la riva, grigio il cielo e grigia l'aria che respiravo.

Vidi Jeremy, il mio ex ragazzo psicopatico davanti a me "che cazzo vuoi ancora da me?" gli domandai irritata dalla sua presenza.

Gli scappò una risatina "non ti pare ovvio?"  chiese guardandomi con un sorrisino beffardo in volto.

Lo guardai stranita, non capendo, allargò il suo sorrisino inquietante, poi parlò: "voglio te".

La mia faccia diventò bianca all'istante per la paura, l'ultima volta che aveva pronunciato quelle parole non andò a finire molto bene.

L'ansia iniziò a mettermi sotto sopra lo stomaco, la testa iniziò a martellare e il suo sguardo, divenuto serio, mi intimoriva parecchio.

Una voce alle mie spalle non mi permise di cadere a terra, così, arrendendomi a lui.

"Tu non oserai toccarla" sentii uno sparo, come se nel silenzio più totale fosse l'unico suono che rimbombava nella mia testa. Continuava, non terminava.

Uno sparo.

Due spari

Tre spari.

Finché non cedetti completamente  e urlai "BASTA!!"

In quel momento tutto cambiò, ero a terra, immersa nel terriccio umido a contatto con la mia pelle scoperta, mi guardai le ginocchia e la vidi "Aubrey" sussurrai il suo nome.

Lei era morta...era morta solo per colpa mia...

Mi risvegliai urlando "AUBREY...NON LA SCIARMI"

Vedevo male, avevo la vista appannata dai quei dolorosi ricordi, una persona si avvicinò a me.

Era una ragazza, aveva lunghi capelli rosa, era molto magra, con degli occhi verdi intenso, davvero carina.

Mi abbracciò e mi sussuró "va tutto bene ora" una lacrima si impossessò della mia guancia.

Come faceva ad andare tutto bene? E' morta, lei è morta per merito mia, come poteva dirlo? "chi sei?" mi chiese stancandosi dall'abbraccio "che ci fai qui?" continuò con le domande.
Domande, solo tante domande...ma io non le volevo neanche sentire, io avevo bisogno solo di risposte.

"Mi chiamo Elle, Elle Robinson" dissi riprendendo un po' di buon senso, lei sbiancò appena pronunciai la prima lettera del mio cognome.

"Ro-Robinson?, sei figlia di William Robinson?" sfortunatamente quell'uomo era mio padre, quindi annuii con una faccia disgustata "oh dio" si alzò di scatto e iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza "io sono scappata da quell'uomo.

Non preoccuparti, io e lui siamo due persone diverse" cercai di rassicurarla e a quanto pare, in parte funzionó "ok. Vado a chiamare chiamo il Boss" si avviò verso la porta, ma il la fermai "dov'è Lucas?" chiesi tremando "il bambino?" annuii "sta giocando con Julia, la sorellina del Boss" annuì e lei uscì dalla stanza, lasciandomi da sola tra i miei pensieri poco buoni.
Chi sarà questo "Boss"? Mi chiesi.
La faccia senta vita di Aubrery mi intasava il cervello e la paura, o per di più, l'ansia di vedere questo "Boss" mi intasava il cervello.

*4 ore dopo*

Ero chiusa in questa stanza da esattamente...tanto tempo, non avevo ne un'orologio, ne un telefono, ne un computer a disposizione, il tempo passava così lentamente che quasi sembrasse si fosse fermato.
Sto cazzo di "Boss" sta facendo con comodo a quanto vedo, pensai.

"Quando cazz-" non feci in tempo di finire la frase che la porta si spalancò.
Mi si presentarono 4 uomini: tre di essi erano in divisa(?), con armi nascoste ovunque, molto visibili e poco pratiche, puf dilettanti, commentai mentalmente.

Al centro c'era... più che un uomo un ragazzo, avrà avuto qualche anno in più di me, indossava un jeans nero e una maglia abbastanza aderente bianca da dove si potevano intravedere tutti i suoi addominali ben scolpiti.

Mi soffermai a guardargli le braccia.
Aveva i muscoli contratti, segno di frustrazione, grazie a questo le sue vene erano particolarmente in risalto e io credevo di poter svenire a quella vista.

Oh cristo santo, le mani!!

Come disse la mia coscienza mi soffermai a guardargli anche le mani e, mamma mia, credo di avere molto caldo adesso, pensai.

"Hai finito di analizzarmi? Sai vorrei porti delle domande" il figo da paura davanti a me mi distrasse dai miei pensieri, poco casti, su di lui.

Annuii senta proferire parola "chi sei?" chiese con voce roca.
"Chi sei tu" ribattei io.
"Io sono Dylan, Dylan O'Brien"
Rimasi a bocca aperta, non potevo credere a ciò che avevo appena sentito, lui era un O'Brien...






Spazio autrice

Nuovo capitolo, ecco qui Dylan O'Brien.

E non so che dire, quindi nulla ciao alla prossima, scusate gli errori.

Vi amo<3

-Ale🦋

~Caos in person🥀~||Dylan o'brien||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora