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Le storie che cominciano con "Era un lunedì mattina, la sveglia suona come al solito ma decido di ignorarla, è così che sono arrivata in ritardo a scuola e ho incontrato l'amore della mia vita" non mi piacciono per niente.
Quando entro su qualche sito o inizio qualche libro da leggere e comincia in questa maniera, Dio come vorrei lanciarlo sul pavimento.
Ma non sono una persona aggressiva, lo giuro. Anche se dico così, non ho mai maltrattato un libro in vita mia. Anzi, a dire la verità a me piace molto leggere libri e me ne porto sempre uno dietro, come Rory Gilmore in Una mamma per amica.  Giusto per seguire le sue tracce, come lei, anche io ho deciso di raccontare come sono arrivata fino a qui in un libro. Questa è la mia storia d'amore, la storia d'amore che io abbia mai amato di più in tutta la mia vita. Nel senso che, ovviamente mi sono piaciute tutte le mie storie d'amore, ma questa è la mia preferita. Non so proprio come cominciare, ma ci proverò. Innanzitutto, mi chiamo Alessia e al tempo delle vicende  avevo 17 anni, quasi 18. Credo di essere pronta per cominciare.

Era una caldissima e noiosissima giornata di luglio. Quell'estate fino a quel momento non è stata un granché, ho passato tutto il tempo a distrarmi col telefono, continuamente su TikTok senza fare letteralmente nulla di positivo o utile. La cosa orribile è che me ne rendevo conto, mi ritenevo una persona spregevole, ma continuavo comunque. Diciamo che ero drogata del telefono. Non scherzo proprio, per quanto ci provavo, non riuscivo a staccarci gli occhi.
Quel giorno era comunque diverso. Avevo fatto alcuni dei compiti per le vacanze che ci avevano assegnato ed ero felice per quello. Dopo averli conclusi, avrei avuto un appuntamento con un vecchio amico di mio padre. Non un appuntamento amoroso, sia chiaro, ma un incontro. Dopo essermi preparata, io e mio padre siamo andati al bar in cui ci eravamo dati appuntamento, arrivando in anticipo.
È bene sapere che il mio sogno all'epoca era di studiare giapponese all'università e andare a vivere successivamente in Giappone, appunto. Sapevo che era difficile, ma cocciuta e testarda come sono, faccio sempre le scelte più complicate.
L'amico di mio padre vive e lavora a Hong Kong. So bene che non è Giappone, lo so, ma è comunque molto vicino. Il programma era di chiacchierare riguardo ai miei progetti futuri e le mie intenzioni, e così abbiamo fatto. Alla fine della chiacchierata, l'amico di mio padre si è congratulato con me per la mia educazione, affermando che a vista d'occhio sono una brava persona. Per questo motivo ci ha lasciato il contatto di una sua cara amica che vive a Tokyo dicendoci di chiamarla per discutere con lei.
Tutti molto entusiasti, i miei genitori molto più di me, dato che credo che non vedano l'ora di liberarsi da me, facciamo questa telefonata.
A rispondere c'era una certa Susan che, dopo aver discusso in inglese riguardo a come avevamo avuto il numero, ci passa finalmente la proprietaria, Sachiko Mori. Non avevo idea di chi fosse Susan e del perché ha risposto lei al posto di Sachiko. Fatto sta che ho visto l'anime "Nana" e questa Sachiko non mi ispirava molto. Ai miei genitori ha fatto invece una buona impressione. Sachiko ha detto loro quanto l'amico di mio padre le abbia parlato bene di noi e della nostra famiglia. Tra molti giri di parole, se ne esce con un invito per ospitarmi a casa sua per tutto il tempo che desidero. I miei genitori accettano l'invito immediatamente e senza esitazione, chiedendo l'ospitalità di un anno. L'avevo detto che volevano liberarsi di me. Loro dicono di farlo per il mio bene, per farmi fare esperienza... ma diciamocela tutta: quale genitore manda la propria figlia non ancora maggiorenne a casa di una totale sconosciuta in un paese a chissà quante ore di viaggio di distanza? Solo uno che vuole sbarazzarsene senza dover compiere omicidi, semplice.
Dopo aver discusso per le pratiche di trasferimento e varie, hanno deciso che sarei partita per Tokyo due settimane dopo.
Ovviamente mi ritengo fortunata, ma c'è qualcosa che non mi torna molto. Sarà il nome Sachiko, ma c'è qualcosa che non va in questa storia.
Comunque sia, non posso certo tirarmi indietro adesso. L'unica cosa che mi preoccupa è il bullismo. So che molta gente là viene bullizzata e dato che ne ho già sofferto in precedenza, preferirei evitare il secondo round.
In ogni caso, inizio a prepararmi le valigie perché tra due settimane si parte per Tokyo.

Just a simple love story Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora