Ho trascorso tutto il viaggio ripensando a questi ultimi mesi che ho trascorso, a tutte le persone che ho conosciuto e le esperienze che ho vissuto. Se sono così sentimentale adesso che me ne vado via per una settimana, cosa succederà se dovrò andarmene per sempre? Non voglio pensarci. Voglio pensare a passare gli esami e basta.
All'aeroporto non c'era nessuno ad aspettarmi. Ho svolto tutte le faccende da sola e, una volta uscita, chiamo mia madre per chiederle dove fosse.
"Sia io che tuo padre siamo al lavoro, non possiamo venirti a prendere. Prendi un taxi e torna a casa."
Così, torno a casa in taxi, pagando tra l'altro una cifra esorbitante.
Mi reco davanti alla porta di casa mia. Non avrei creduto di tornarci, mi dà una sensazione strana: non la sento più come "casa". Sono solo mura dove ho vissuto. È strano da spiegare, non so esattamente descrivere come, ma è strano proprio rientrare in quell'appartamento.
Dopo aver sistemato più o meno le cose, mi riposo sedendomi sul divano, ma mia madre mi chiama chiedendomi di preparare da mangiare.
Loro rientrano in casa tutti indaffarati dal lavoro e mi salutano come se ci vedessimo tutti i giorni.
"Come è andata?" mi chiede mia madre.
"Bene" rispondo.
"Ti diverti?".
"Si".
"Bene".
"Domattina presto prendiamo il treno per Pavia, hai già i bagagli pronti?"
Io ero convinta che partissimo oggi, ma non faccio domande, vedendo l'atmosfera che tira dentro queste quattro mura.
Il mattino seguente prendiamo il treno. Siamo tutti stanchi, quindi ci addormentiamo per metà del viaggio. L'altra metà, parliamo.
Mi hanno chiesto della scuola e se ho studiato.
Rispondo affermativamente.
Sento il bisogno di parlar loro di Baji. Credo sia il momento adatto. Volevo farlo a voce ed eccomi qua.
"Ho... trovato un ragazzo..." dico loro.
Sono entrambi stupiti e mi chiedono dettagli.
Ho parlato loro di lui e sembravano genuinamente contenti.
"Poi però lo lasci, vero?" mi chiede mia madre con tranquillità, come se fosse una cosa ovvia.
Io non ho mai pensato di lasciarlo, il pensiero proprio di vivere senza di lui non mi è mai venuto, non mi ha mai sfiorato la mente. Mi sento così una strana sensazione nel petto, uno strano disagio e agitazione.
"In... che senso lo lascio?" la guardo confusa.
"Beh, se torni in Italia, dovrete lasciarvi, no? Come potete tenere una relazione così?" continua con molta tranquillità.
"Ah.. non ci avevo pensato" dico, prendendomela con me stessa. Infondo, mia madre ha ragione. Se torno in Italia come posso stare con Baji?
Lei tira un ghigno compiaciuto, come se volesse ostentare il fatto che io le abbia dato ragione. Non mi piace quando fa così.
"E se... mi trasferissi in Giappone?" dico a un certo punto.
"Per stare con un ragazzo? Arrivi a questi livelli?" mi chiede ridendo, come a prendermi in giro, poi lancia un'occhiata a mio padre, il quale si alza affermando di dover andare al bagno, poi se ne va.
"Come mai tieni tanto a questo ragazzo?" mi chiede avvicinandosi col volto.
"Mi ci sono affezionata. Ci tengo a lui." dico, il cuore mi batte a mille dall'ansia.
"Lo avete fatto?" mi chiede con un tono più basso.
Il cuore inizia a battermi ancora più velocemente e le mie guance diventano rosso fuoco. Non so che dire, cosa devo dire? Se dico si, cosa farà? Se dico no, cosa dirà? Non riesco a pensare. Sto entrando in iperventilazione. Questa conversazione non sta andando come volevo, ma forse me lo aspettavo.
"Ho capito" dice infine, sedendosi di nuovo normalmente. "Perché non me lo hai detto?"
"Io... non lo so, non c'è stata occasione... poi mi sono dimenticata..."
"Come fai a dimenticarti una cosa del genere? Sono tua madre, voglio sapere queste cose. Se tu fossi rimasta incinta? Che cosa dovremmo fare?" urla. Tutti gli altri passeggeri si voltano a guardarci. Mi sento così umiliata.
Rimango in silenzio e non so cosa dovrei dire. I miei occhi si inumidiscono dalle lacrime, ma li tengo aperti al massimo per non farle scendere. Funziona sempre. Mi accovaccio, abbracciando le gambe e nascondendo il mio viso tra le ginocchia. Con lo sguardo sbricio cosa fa mia madre. Guarda fuori dal finestrino con aria annoiata e delusa. Fa sempre questa faccia.
Dopo un po' arriva mio padre che, dopo aver capito la situazione, inizia a leggersi un giornale per conto proprio e rimaniamo tutti e tre in silenzio.
Arriviamo e ancora non mi rivolgono la parola, ma chiacchierano tra di loro.
"Devi andare al bagno?"
"Vai a pagare tu?"
"Sbrigati"
Sono le uniche frasi che mi hanno rivolto e, una volta arrivati all'università, solo un "Impegnati" per l'esame.
Le cose non sono cambiate per tutto il tempo che sono rimasta con loro in Italia, l'atmosfera era sempre così. Ho la sensazione che senza di me loro due sarebbero più felici.
Finiti tutti gli esami, finalmente mi rivolgono ancora la parola. "Adesso torni in Giappone?"
Rispondo affermativamente.
"Facci sapere se torni in Italia, allora, dato che vuoi rimanere là" dice mia madre, si gira e se ne va. Mio padre la guarda un po' confusa, guarda me un secondo, poi segue mia madre. Logico, lui non ascolta altro che l'opinione e la versione di mia madre che lei puntualmente modifica per far andare le cose a suo favore.
Davvero conto così poco? Quando le cose sono cambiate così?
Mia madre torna indietro. "Sono così delusa da te. Fai quello che vuoi della tua vita. Sei maggiorenne e vaccinata, puoi prendere le decisioni che vuoi. Vuoi restare a vivere in Giappone? Vai. Vuoi tornare in Italia? Torna. A me non può importare."
Questa è stata l'ultima volta che ho avuto interazioni con i miei genitori. Non li ho mai più visti e non ho mai ricevuto una chiamata da parte loro. Niente. Ma neanche io mi sono preoccupata di trovarli in qualunque maniera.
Sono così tornata in Giappone e ho fatto tutte le pratiche per fare in modo che la mia vita a casa di Sachiko non fosse un qualcosa di illegale. In pratica mi sono trasferita lì, ma con il consenso legale, cosa che prima non avevamo dato che era una condizione temporanea.
In questo periodo mi sono dedicata molto di più al lavoro che alla scuola, per cercare di mettere da parte dei soldi per l'università, sapendo che i miei non mi avrebbero mandato nessun aiuto finanziario.
In cambio, ho passato un po' più di tempo con Baji.
STAI LEGGENDO
Just a simple love story
Romancegli eventi narrati non coincidono con quelli originali. I personaggi non frequentano le scuole medie, ma superiori (dai 17 anni in sù) Le vicende narrate sono pura immaginazione. La trama consiste nella protagonista che, a diversi anni di distanza...