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La voce dell'autoparlante dell'aereo (credo si chiami così) mi sveglia dal mio sonno profondo, avvertendo tutti i passeggeri di essere a pochi minuti dall'arrivo in aeroporto, di allacciare le cinture di sicurezza e quelle cose lì. Metto via le cuffiette e il telefono, provando a guardare fuori dal finestrino, per vedere che ore fossero e che tempo facesse, per vedere se dovessi coprirmi o meno. Mamma mia quante ripetizioni faccio! Mi infastidisco da sola.
Comunque sia, la mia vicina, che stava vicino al finestrino, era beatamente nel mondo dei suoi sogni, con la testa appoggiata delicatamente sul finestrino e sulla tendina, cosicché non mi lasciasse vedere fuori. Gentile la signora.
Alla fine l'ho svegliata perché stavamo per atterrare e non aveva allacciato le cinture.

Il clima era perfetto, non avevo idea di che ore fossero perché non ho visto nemmeno un orologio, ma c'era una brezza fresca nonostante fosse agosto.
Dopo aver preso i bagagli, vado all'entrata e cerco Sachiko. Non ho la minima idea di come sia fatta. Per quanto mi riguarda può essere la signora con i capelli lunghi e lisci che aspetta sulle scale, oppure quella con i capelli corti mezzi neri mezzi verdi che aspetta seduta sulla panchina. Non ho idea di chi devo cercare, quindi vado alla reception e chiedo se per caso hanno visto o sanno se per caso una certa Sachiko Mori è all'aeroporto. Non hanno idea di chi sia, quindi fanno un annuncio. Un annuncio. Nulla di più imbarazzante. Il bello è che parlavamo in inglese, quindi non potremmo aver confuso. Ma hanno fatto l'annuncio di loro iniziativa. Odio gli annunci, mi ricordano quando andavo al parco acquatico con i bambini del Gruppo Estivo e uno di loro si perdeva. Ah si, qualche anno fa andavo tutti gli anni a controllare i bambini del Gruppo Estivo che si trovava sotto casa di mia nonna. Lo gestiva un prete e, nonostante io non fossi molto credente, lo frequentavo ugualmente dato che mia nonna ci teneva molto.

Alla fine, mentre aspettavo alla reception, dopo 10 minuti, arriva correndo una ragazza magrolina con i capelli corti e neri, vestita in una maniera che mi ricordava Paris Hilton nel suo periodo d'oro. È Sachiko, me lo sento.
Dato che ho studiato giapponese come una matta, capisco quello che la ragazza e il controllore si dicono. Lei si scusa per il ritardo, ma non trovava la reception. È lei l'addetta a venirmi a prendere, poi mi chiede come è andato il viaggio. Il viaggio è andato bene, lo scalo anche, niente difficoltà... sapete, le solite cose che si dicono per fare buona impressione, anche se i viaggi sono stati uno schifo e rischiavi di perdere il secondo aereo.
La ragazza poi si presenta, "piacere di conoscerti, Alessia! Io sono Susan, l'amica di Sachiko, mi avevi riconosciuta vero?"

Susan. Susan del telefono è venuta a prendermi all'aeroporto, non Sachiko.

"Ah, certo certo Susan... grazie per essere venuta a prendermi!" le rispondo, ancora confusa.
"Scusa tanto Sachiko. Ha avuto un imprevisto a lavoro, quindi sono venuta io a prenderti. Vieni che andiamo in macchina e ti accompagno a casa vostra!"
Mi prende tutte le borse e le valigie e con una forza sovrumana le ripone tutte in macchina. come fa, non lo so: è la metà di me.

Durante il viaggio in macchina, mi chiede le stesse cose, di nuovo, poi una volta arrivate a casa, prende tutte le valigie e mi accompagna dalla porta, la apre e posa tutto dentro.
Una volta fatto, mi afferra le spalle e mi guarda negli occhi.
"Alessia, molto probabilmente non lo sai, ma ti spiegherò come funziona la vita in questa casa. Ne approfitto adesso che Sachiko non è in casa e non ci sentirà, ma devi sapere la verità."
È così seria, mi mette ansia. Che io sia entrata in una casa di assassini? Vendono i bambini? Ma io sono troppo grande per essere venduta al mercato nero... Ma comunque non si sa mai, possono farmi salire su un aereo e spedirmi in Giamaica e vendermi come schiava e vivrò tutta la mia vita lì a morire di sete e fame...
"Devi sapere, che Sachiko..." continua "Beh, Sachiko è sposata con uno ricco, vedi questa casa è tipo una reggia!"

Ah. Dio, grazie infinitamente per non mandarmi in Giamaica come schiava.

"Però..."

PERÒ?! Dio santo, SUSAN!! Perché cavolo fai tutte queste pause!! Non voglio andare in Giamaica suvvia!

"Però lui non vive con lei, voglio dire... è straricco e gira tutto il mondo tutto l'anno... è anche un po' anziano... ha circa una sessantina d'anni ma è ancora molto energico e attivo. Sachiko ha ancora una ventina d'anni, quindi potrebbe sembrare che si è sposata solo per i soldi..."

Giuro che questa non me la aspettavo.

"Comunque sia, loro si vedono una volta al mese ed è meglio per te se ti trovi delle amiche da cui andare a dormire quando lui viene perché è un tipo un po'... come dire... attivo anche da quell'altro punto di vista..."

Non ho più parole.

"Ti dico, a me è capitato una volta di ritrovarmi sotto il loro stesso tetto quando erano insieme e non è stato molto piacevole... vai via di casa quando arriva. Inoltre, non mi fido di quel tipo... preferirei che piuttosto venissi a dormire da me, va bene?"

Sono confusa, giuro. Non ci sto più capendo niente. Ma va bene.

"Va bene" dico. Senza averci più capito nulla. Giuro che tutto questo sembra un'assurdità.

"Bene, adesso io devo andare, tra poco lavoro! Ti lascio le chiavi di casa e un foglio con il mio numero di telefono, chiamami se hai bisogno! Ah e la tua stanza è al secondo piano, la riconosci perché c'è il tuo nome sopra la porta! Bye bye!" Mi dice Susan chiudendosi la porta alle spalle.

Riassunto: vivo in una reggia a tre piani, Sachiko, una ventenne sposata con un sessantenne molto vivace, mi prenderà in custodia. Ho paura di quello che potrebbe accadere.

Salgo le scale e arrivo nella mia stanza. Questa casa è talmente grande che potrei perdermici. La mia stanza è enorme e ci sono tantissime altre porte di cui non conosco (e non voglio conoscerne) l'utilizzo. Inoltre c'è un bel giardino fuori, anche ben curato.

La mia stanza è quella che ho sempre sognato: è bianca, c'è un letto semplice, una scrivania, un armadio e un comò bianchi, scaffali e mensole bianchi, una libreria bianca, il parquet con un tappeto nel mezzo e un tavolino basso sopra di esso. È perfetta. Io amo la camera bianca, almeno se voglio cambiare colore, il bianco è neutrale e sta bene con tutto: in poche parole posso decorarla come voglio.
Sulla scrivania c'è anche un Mac nuovo di zecca. Hanno pensato proprio a tutto. La camera è talmente grande che una gran parte di una parete è composta solamente dalla finestra, enorme, con una mini mensola. L'altra parete invece è composta da un terrazzino grande grande con tanto di tavolino e seggiole da esterni. Questo posto sembra veramente una reggia, non mi sembra vero di avere la possibilità di poter vivere qua. Pensavo che Sachiko abitasse in un piccolo appartamento, non in un castello come questo. Tantomeno pensavo che fosse sposata con un sessantenne straricco. La vita non smette mai di stupirti.

Dopo aver messo in ordine i miei vestiti e i miei oggetti, preparo il mio barattolo dei risparmi e ci metto tutti i soldi che ho, in modo da non dovermi portare in giro cifre esorbitanti, anche se ogni mese i miei genitori mi invieranno qualche soldo, giusto per ripagare Sachiko dell'ospitalità. Per il resto, credo che andrò a lavorare, non voglio dipendere dai miei genitori o farmi comprare troppa roba da Sachiko e suo marito, anche se sono benestanti non voglio approfittare troppo della loro gentilezza.

Dopo aver sistemato tutto, vado a fare un giro della casa, ma decido di non spostarmi dal salotto e dalla cucina, dato che non so cosa potrei trovare o se mi è permesso andare nelle altre stanze.

Il salotto è molto spazioso, ci saranno almeno 3 divani da quattro posti attorno a un tavolino enorme con davanti la televisione e due poltroncine ai lati. È ricco di decorazioni, ma nulla troppo eccentrico o disordinato.

Ho fatto un salto in giardino, è enorme! L'erba è ben curata e ci sono molti alberi a fare ombra. Sotto di essi ci sono anche delle panchine e c'è anche una fontanella con l'acqua freschissima. C'è persino un dondolo coperto da un gazebo e sotto quest'ultimo ci sono anche molte poltroncine e un tavolino. Stare qui è un sogno.

Non voglio approfittare subito della casa appena arrivata, quindi mi metto in salotto a leggere un libro nell'attesa che Sachiko finisca il suo turno a lavoro.

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