Verso il Villaggio del Nord

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Il gong presente all'entrata del Santuario stava ormai suonando i primi rintocchi del mezzogiorno.
Era il segnale per tutti coloro che facevamo parte del clan di Sukuna che dovevano ritrovarsi lì, a quel loro santuario.

Era passato ormai un giorno da quando si erano presentati i due novelli spiriti a tutti i loro amici e Mitsuko, anche se aveva quel ricordo ricorrente dell'abbandono, a momenti se ne dimenticava.
Non era sbadata, una madre non dimenticherebbe mai un suo figlio. Ma essendosi trasformata in uno spirito, tutto ciò che si ricollegava alla sua vita da umana man mano svaniva come polvere al vento.

I suoi fratelli morti? A momenti li avrebbe dimenticati da sola anche da umana.
Suo padre? Lo detestava così tanto che la preoccupazione di non avere più un suo ricordo non la toccava minimamente.
Il fratello Daisuke? Lui no, non riuscirebbe nemmeno a dimenticarlo da spirito soprattutto perché ormai, quasi ogni giorno, lo aveva accanto a sé anche se sono passate solo 24 ore dal loro nuovo incontro.

La giovane Fanciulla immortale si recò fuori dal santuario, vicino a suo marito che stava dando il segnale.
<<Tra quanto partiremo?>> chiese seria, sorridendo però lo stesso all'uomo che la guardò.
<<Non appena arrivano tutti. Tu vai intanto ad avvisare la gente del paese di andarsene se non vuoi che muoiano>>.
E partì.
Sempre scalza, anche da spirito, Mitsuko scendeva le scale con fare altezzoso, diverso dal suo vero carattere ancora bambinesco.
Erano quasi passati due mesi da quando i due coniugi si erano sposati e già tante cose erano accadute e stavano accadendo.
Lei, pur avendo ancora 18 anni - dato che il compleanno lo aveva in primavera e in quel momento stava per finire l'autunno -, dovrebbe ancora essere spensierata come una giovane in piena vita. Sì, il portamento nobile comunque dovrebbe averlo imparato quando ancora viveva col padre, ma stando con Sukuna ormai aveva conosciuto la libertà e passava ogni attimo del suo tempo come se fosse stata ancora una bambina...

Ma in quel momento no.
Stavano sfumando i suoi ricordi da umana e se dovesse continuare così, l'idea di poter forse far visita la figlia svanirebbe nell'arco di qualche giorno, o peggio ancora in poche ore.

Ma effettivamente...
"Perché penso di avere una figlia?" si domandò mentre stava scendendo l'ultima decina di gradini.
"Figlia? E se invece era un figlio?".
"Ma davvero ho avuto un mio figlio?".
"Come si chiama?".
"Com'era fatto?".
"Sukuna come l'ha presa la cosa?".
"Ma a cosa sto pensando? Devo avvisare il Villaggio di scappare".

Arrivò in piazza e senza neanche volerlo già tutta la gente la stava fissando.
Se fosse stata umana, a quest'ora sarebbe sprofondata dall'imbarazzo. Ma in quel momento era solo ed esclusivamente tranquilla.
<<Gente... Vi chiedo gentilmente e ordinatamente di prendere ciò che vi appartiene e di andarvene da questo villaggio>>.

Un brusio leggero stava lentamente conquistando sempre più rumore e subito, dal nulla, Mitsuko creò quattro demoni con sembianze da giovani fanciulle indifese... Quando in realtà sono tutt'altra cosa.
<<Loro sono le mie ancelle che vi proteggeranno per tutto il tragitto verso un villaggio pacifico. Possono sembrare inadatte per questo viaggio che intraprenderete, ma vi assicuro che per qualsiasi pericolo loro saranno in grado di distruggerlo anche con un semplice schiocco di dita>>.

Guardò tutti gli abitanti uno ad uno e in pochi secondi subito li vide correre verso le loro case e poter raccogliere tutto ciò che per loro era importante: piccoli gioielli che si tramandavano di generazione in generazione, piccoli pupazzetti di piccoli bambini, abiti raccolti in grandi lenzuola del letto e carretti con animali da soma per poter trasportare il tutto.

C'era caos.
La guerra portava caos e questo nella mente di Sukuna era il massimo per il quale aspirare... Mentre per Mitsuko, già qualcosa stava andando storto nel suo subconscio.
Lasciava i suoi occhi vagare per la folla, vedendo vecchi accelerate il loro passo già lento di suo, uomini che aiutano per spostare oggetti pesanti sui carretti e giovani madri scappare ogni dove per andare ad aiutare le proprie famiglie.

E tra queste, c'era Rin.

Mitsuko la vide, portava in braccio due bambini: un maschietto dai capelli chiari e occhi azzurri come il cielo di mezza estate che piangeva, e la bambina tranquilla, che guardava ovunque, con capelli castani e occhi rossi con sfumature scure.

<<Chiaki...>> sussurrò, ma nella sua mente niente si materializzava e anche se era impassibile, comunque da un suo occhi cadde una lacrima.
Solitaria, stranamente calda e umida.
Come se le volesse ricordare che c'era qualcosa di importante da ricollegare a quella donna... Per la precisione a quella bambina.
Scosse la testa per placare il casino che si stava creando da sola, tornando a concentrarsi sulla situazione del villaggio ormai in trambusto ma con un loro senso logico dell'organizzazione.

Si girò verso le sue ancelle.
<<Controllate tutti, evitate che possano morire. Sapete come usare la mia tecnica "oscurità"... Proteggeteli>>. E se ne andò, lasciando in quel momento il Villaggio nelle loro mani.

Tornò da suo marito dopo quasi mezz'ora e già quasi tutto il loro clan si stava radunando.
Ne mancavano si e no cinque di uomini, ma Sukuna comunque iniziò il suo discorso.
<<Come spiegato ieri, oggi partiremo verso il Villaggio del Nord e trovare il quartier generale di quella feccia di Raden Heike>>. Un urlo unisono conquistò quel luogo, dandosi tutti insieme la carica e vincere contro l'esercito nemico.
<<Io e Mitsuko vi daremo il massimo dell'aiuto. Io vi aiuterò all'inizio, così da prepararvi e avere già la meglio sugli altri. Mitsuko invece vi rigenererà le ferite, vi aiuterà nel caso doveste morire e, in caso d'emergenza, darà lei il colpo di grazia al villaggio e porre fine della sua esistenza>>.
Altri urli di approvazione e i due coniugi si sentivano sempre più potenti.

Aspettarono altri minuti e non appena arrivarono tutti, il clan si preparò per la partenza.
Mitsuko creò dei demoni volanti, utili per raggiungere in tempo record il villaggio.
L'unico difetto però stava che dovettero perdere un po' di tempo per addomesticarli, ma non ci vollero più di cinque minuti.
Erano pur sempre spiriti liberi, ritrovarsi essere domati da umani non era nella loro concezione.

<<UOMINI - urlò Sukuna di fronte a tutti, mentre teneva con due mani la sua donna sulla schiena dato che di per sé era già veloce come tutti gli altri spiriti - DIAMO INIZIO ALLA NOSTRA CONQUISTA! ALLA CONQUISTA DEL CAOS. PERCHÉ QUESTO, SIGNORI MIEI, È CIÒ CHE IL MONDO CERCA. CIÒ CHE IL MONDO VUOLE>>.

<<E non abbiate paura di niente - si aggiunse con voce autoritaria e piena di fiducia Mitsuko - Niente vi fermerà, nessuno vi potrà uccidere perché io e Sukuna saremo anche i vostri protettori. Giurate fedeltà, e noi vi daremo la massima salvezza perché possiate raggiungere il posto che tanto desiderate un domani che vinceremo.
Un domani che il nostro clan diventerà il più importante.

Il clan, signori, che conquisterà la corona di questo impero di mortali senza poteri e anche dei jujutsu!>>.

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__Angolo Personale__

E con oggi, ferragosto, ho superato le 250 stelline!
Mi sento felice e allo stesso tempo fiera dei piccoli passi che sto facendo solo grazie a voi.

Il capitolo risulta corto, lo so... Solo con l'angolo personale ho raggiunto le 1200 parole.
Ma capita!
Anche perché questo è un po' un capitolo di passaggio, quello che serve per farvi capire più o meno quello che nel prossimo capitolo parlerò.

Forse avrete capito di cosa tratterà il prossimo... Ma vi toccherà aspettare!

Comunque in tutto questo: mi sono un tantino presa all'ultimo nel scrivere questa parte della storia in generale (ho già scritto tutti gli schemi per ogni capitolo che mi manca da scrivere) anche perché sto preparando di già un'altra storia collegata a questa.

Ma come dicevo tempo fa in alcuni commenti: capirete con l'ultimo capitolo... E ne mancano sempre pochi!

E con questo vi auguro una buona serata piena di fuochi d'artificio!

ZAU ~ 🌼

The Cursed Light [Sukuna X OC] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora