Il fato non gioca sempre a tuo favore

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_⚠️AVVISO: LEGGETE⚠️_

Chiedo scusa se nel capitolo precedente non ho avvisato del fatto che alcuni argomenti venivano presi in considerazione, come la scelta dell'aborto.
Lo so, non è coerente con l'anno in cui è ambiantata la storia (ci troviamo nel periodo Heian del Giappone e quindi una donna più di portare in grembo il bambino di un barbaro non poteva far altro), ma dato che Mitsuko può scegliere chi far vivere e chi no ha scelto di aiutare le ragazze che avevano subito delle violenze.
Ad alcuni non piacerà questa sua scelta (infatti c'era stata male nel fare quella cosa) ma è pur sempre la storia. In più io sono dell'idea che tutte le donne hanno il diritto di scegliere ciò che è giusto per il loro corpo. Se non siete d'accordo, amen: sono una donna libera e certe cose le dico senza problemi... accetto anche idee contrarie, eh... Ma insulti vari no.

Ma oltre a questo, volevo avvisarvi che in questo capitolo ci saranno violenze verbali e fisiche (no... Niente stupri, anche perché è un argomento delicato e non ci voglio entrare, infatti in quello scorso l'ho solo menzionato e non descritto).

Farà schifo? Sì, il tipo farà tanto schifo secondo i miei gusti personali... Vi dico solo questo.

Buona lettura e scusate questo piccolo disturbo.

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<<È da tanto che non ci si vede, non trovi?>>.

Quella voce.
Mitsuko la conosceva bene.
Si girò e vide lo stesso ragazzo che il giorno dopo il suo matrimonio le stava facendo le avance, rischiando anche di farla scappare con lui dato che non c'era sentimento nella coppia quella volta.
Era un tantino cambiato: aveva pur sempre lo stesso taglio di capelli di Sukuna corvini, ma la sua stazza di muscoli era cresciuta dandogli quella visione virile agli occhi di qualunque donna avesse accanto.
Ma più che interesse fisico, Mitsuko alla sua vista provò disgusto per quanto quel ragazzo potesse essere meschino nei suoi confronti.

<<Raden Heike...>>.
<<Quindi conosci il mio nome... Finalmente>>. Ghignò, iniziando ad avvicinarsi a quella ragazza con fare seducente e autoritario.
Era pur sempre più alto di lei, così ne approfittò della sua figura per poterla avere sotto il naso e ravvicinare la distanza che li divideva.
Mitsuko, più di mantenere la sua posizione altezzosa, rimaneva immobile portandosi le mani all'interno della manica opposta così da averle nascoste e magari attaccarlo nel caso volesse ucciderla.

<<Me lo sono fatto dire da un tuo sottoposto>> disse guardando il simbolo della volpe al suo petto, sentendolo poco dopo ridere.
<<E scommetto che ha osato ucciderti>>.
<<Come avevi chiesto tu, o le sue parole erano solo menzogne?>> il tono di Mitsuko stava diventando sempre più puntiglioso, come quando sfidava l'autorità di Sukuna quando la tradiva.
<<E dimmi... - ghignò azzerando la distanza dei due corpi accarezzandole il viso con l'indice - Sukuna si era arrabbiato? No... Scommetto invece che non ti ha nemmeno badata->>.
<<Ti sbagli. - lo interruppe facendo un passo indietro per avere il suo spazio personale - Sono cambiate tantissime cose tra me e lui dal giorno del nostro matrimonio... E di certo, se ci provassi ancora con me come quella volta, avresti zero aspettative di vincere la mia mano>>.

Calò il silenzio tra i due.
Mitsuko continuava a guardarlo, alternandolo con un'occhiata al cielo per capire l'orario.
Stavano passando i minuti e suo marito ancora non era tornato.
<<Ti vedo nervosa... Sicura che Sukuna tornerà a casa?>>. Lo guardò, notando quanto il ragazzo in quel momento si stesse divertendo a vederla preoccuparsi. Lei però si innervosì.
<<E con questo cosa vorresti dire?>>. Era disgustata, frustrata e soprattutto pronta per ammazzarlo nel caso non le avesse dato la risposta che si aspettava.
Lui, d'altro canto, continuava a sorridere, avvicinandosi ancora alla ragazza per poterle girare attorno.

The Cursed Light [Sukuna X OC] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora